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Patrick Zaki rivede il padre in carcere dopo oltre 6 mesi: “Si è anche congratulato con i compagni di master che stanno per laurearsi”

Un incontro molto intenso, spiegano su Facebook gli attivisti della campagna Patrick Libero che tengono alta l'attenzione sulle condizioni dello studente egiziano dell’Università di Bologna, in carcere al Cairo dal 7 febbraio 2020: "L’incontro è stato certamente travolgente per tutti loro, soprattutto perché Patrick ha potuto constatare quanto la salute di suo padre sia peggiorata dall’ultima volta che lo ha visto", spiegano

Sono riusciti a rivedersi, a distanza di più di sei mesi, dopo le notizie sulle non buone condizioni di salute di entrambi. Patrick Zaki e suo padre si sono incontrati in carcere. Un incontro molto intenso, spiegano su Facebook gli attivisti della campagna Patrick Libero che tengono alta l’attenzione sulle condizioni dello studente egiziano dell’Università di Bologna, in carcere al Cairo dal 7 febbraio 2020. Il giovane, parlando con il padre, ha avuto anche la lucidità di inviare un messaggio ai suoi compagni di corso a Bologna che stanno per laurearsi.

La madre e il padre hanno fatto visita a Patrick Zaki questa mattina nella struttura dove è detenuto e suo padre lo ha sorpreso visitandolo “per la prima volta in più di sei mesi a causa dei suoi problemi di salute”, continuano gli attivisti. Entrambi “erano molto felici di incontrarsi, finalmente, nonostante l’orribile situazione in cui si trovano. L’incontro è stato certamente travolgente per tutti loro, soprattutto perché Patrick ha potuto constatare quanto la salute di suo padre sia peggiorata dall’ultima volta che lo ha visto”.

Dopo i messaggi privati, necessari a causa della lunga detenzione e delle poche possibilità di far visita al giovane studente, Patrick ha fatto sapere che “voleva congratularsi con la sua classe del Master Gemma“, che sta per laurearsi tra un mese. “Possiamo solo immaginare quanto sia difficile per lui sapere che dovrebbe laurearsi ora insieme ai suoi compagni di classe invece di essere in prigione”. Eppure, come sempre, “Patrick trova ancora nel suo cuore la forza di essere felice per i suoi amici e di augurare loro il meglio”. Patrick ha ringraziato anche “i suoi amici di tutto il mondo e i suoi colleghi dell’Eipr (l’ong per cui lavorava a anch’essa finita nel mirino delle forze di sicurezza egiziane, ndr), per tutto quello che stanno facendo per lui”.