”Riaprire il prossimo lunedì 26 aprile sarà molto difficile, anzi direi impossibile”. A dichiararlo è Alessandro Longobardi, direttore artistico del Teatro Brancaccio e della Sala Umberto di Roma. Nonostante il decreto emanato dal governo permetta ai teatri di ricominciare l’attività, per quelli che non godono di finanziamenti pubblici, ma guadagnano solo dal prezzo dei biglietti, la ripartenza rimane in salita.
I problemi principali delle nuove condizioni previste dall’esecutivo, lamenta Longobardi, sono il limite di ingressi, 500 persone massimo al chiuso e i prezzi della sanificazione troppo alti, il tutto peggiorato dall’avvicinarsi della fine della stagione teatrale, che di solito va da ottobre a maggio.
”Bisogna fare i casting, cioè scegliere gli attori, farli provare, promuovere lo spettacolo – spiega Pietro Di Blasi, attore e regista – insomma è impossibile fare tutto questo con così poco preavviso.” A preoccupare inoltre il direttore artistico del Brancaccio, che fa parte insieme ad altre 45 realtà dell’Unione teatri di Roma (Utr), è la presenza del coprifuoco alle 22, che impedirebbe alle persone di recarsi in sala.
”Abbiamo bisogno di arrivare a una percentuale di vaccinati alta – conclude Longobardi – solo così potremmo davvero ripartire”.
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