di Valentina Tagliabue
“Come si può essere partigiani senza avere combattuto la guerra del 45? Comunque, complimenti Valentina. Tu che nulla sai della guerra e dei partigiani, sappi che io sono contro gli Imperatori, i Satrapi, i Tiranni il Triumvirato ed anche, per l’Egitto, i Faraoni! Inoltre, volevo segnalare che è recente la nomina del presidente diciottenne della ANRN, “Associazione Nazionale Reduci Napoleonici”, mentre sono ancora libere le cariche direttive dell’Associazione “Oriazi e Curiazi” e del comitato ‘Amici di Montezuma’ (riservata ad atzechi di nascita o di adozione). Comunico infine la chiusura, per mancanza di partecipanti, dell’associazione ‘L’ultimo dei Mohicani’. Anzi, ora che ci penso, Valentina potrebbe candidarsi anche a Presidente dell’Associazione ex combattenti delle guerre puniche, il rischio che Annibale passi le Alpi è attuale più che mai.”
Mi chiamo Valentina Tagliabue, sono parte del Comitato di Presidenza A.N.P.I. Provinciale Monza e Brianza e, nell’aprile 2018, all’età di vent’anni, sono stata eletta Presidente della sezione A.N.P.I. di Cesano Maderno, una città nella provincia di Monza e Brianza.
Quello che avete letto poco fa, invece, è l’assemblaggio di diversi simpatici commenti postati da alcuni lettori di una mia intervista rilasciata nel gennaio 2020 a ilfattoquotidiano.it.
Vorrei dapprima rassicurare i lettori, dicendo che quei commenti non hanno mai provocato alcun turbamento in me, ma che, al contrario, all’epoca mi avevano fatto sorridere e ancora oggi mi fanno molto ridere, perché li trovo particolarmente originali e divertenti.
Tuttavia, una volta scomparsa l’istintiva (e anche piuttosto lunga) risata, colgo l’occasione per compiere una riflessione più profonda riguardo a questi e altri commenti di questo genere che si trovano sul web e, improvvisamente, mi rendo conto che non c’è molto da ridere.
Perché, dopo soli 76 anni ci sentiamo spesso dire che Resistenza, lotta partigiana e Costituzione sono “roba vecchia”? Perché, dopo soltanto 76 anni dal giorno della liberazione dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista nel nostro Paese, banalizziamo, ridicolizziamo, facciamo confusione, falsi paragoni, o spesso addirittura a volte neghiamo l’importante azione delle donne e degli uomini della Resistenza, che insieme hanno saputo immaginare, creare e consegnarci un Paese libero e democratico?
Sono spiacente, non vorrei deludere i lettori, ma non ho una risposta, né tantomeno pretendo di avere la verità in tasca.
Tuttavia, in questo lungo anno di pandemia, che possiamo definire “incorporeo” ed estremamente digitalizzato, mi sono trovata a riflettere (e immagino di non essere l’unica) sulla fondamentale importanza della dimensione corporea, poiché è ogni singola persona, con il proprio corpo, che compie azioni e che dunque scrive la storia. Siamo noi, con le nostre azioni quotidiane, a scrivere la storia e siamo sempre noi, con la nostra dimensione corporea, a costruire i miti che vanno poi a fare parte dell’immaginario collettivo di una nazione. Questo lo sapevano bene le Partigiane e i Partigiani, che decisero subito da che parte stare e che, mettendo il loro corpo in prima linea e ribellandosi, in una guerra reale, furono determinati nello scrivere la pagina migliore della storia del nostro Paese.
Forse quelle storie, però, non sono state fissate in maniera abbastanza tempestiva per fare sì che diventassero realmente parte del patrimonio condiviso e del bene collettivo. E’ anche per questo che in questi ultimi anni ci è sembrato fondamentale, doveroso e necessario dare voce a quelle persone, raccogliere, ricostruire e fissare tutte le loro storie, a volte anche piccole ma pur sempre grandiose, renderle accessibili alla comunità per dare dignità e riconoscimento a quei corpi dai quali è scaturito un immaginario di rinnovamento e di rifondazione del paese.
A proposito di raccolta e di patrimonio condiviso, penso che la maggioranza dei lettori sappia del recente attacco informatico ai danni del Memoriale della Resistenza Italiana. A questo punto, dovremmo chiederci: perché, dopo 76 anni dalla fine della guerra civile, c’è ancora chi tenta di oscurare e di zittire le Partigiane e i Partigiani, che hanno lottato in quella guerra? La Resistenza e il fascismo non erano forse “roba vecchia”, al pari del rischio che Annibale possa attraversare le Alpi?
Buon 25 aprile a tutti e a tutti.