Un cittadino maliano di 30 anni è stato ferito al volto da un colpo di fucile caricato a pallini la scorsa notte a Foggia mentre era in auto con un connazionale ed un ivoriano in località Borgo La Rocca, a pochi chilometri dalla città. I tre erano a bordo di una Opel e stavano facendo ritorno al Ghetto di Rignano quando, secondo una prima ricostruzione, sono stati affiancati da un fuoristrada a bordo dal quale alcune persone hanno sparato con un fucile infrangendo il finestrino posteriore del mezzo. A quel punto gli stranieri hanno abbandonato il mezzo e sono fuggiti a piedi per le campagne, mentre il Suv si è dileguato.
La vittima, in Italia da 5 anni, ferito all’occhio, è stata accompagnata all’ospedale Riuniti, dove è tuttora ricoverata in codice rosso ma non è in pericolo di vita. Le indagini sono affidate ai carabinieri che stanno cercando di identificare gli autori e ricostruire un possibile movente, per il quale non si esclude la pista dell’odio razziale. “Da qualche tempo – spiega Raffaele Falcone, segretario della Flai Cgil di Foggia – il giovane, che gli amici chiamano Biggie per la sua stazza, aveva un lavoro stabile in un’azienda agricola del territorio. Da sempre iscritto alla Flai Cgil Foggia, aveva un po’ di problemi con il permesso di soggiorno e l’anno scorso avevamo fatto richiesta di sanatoria grazie anche all’aiuto del suo datore di lavoro”.
Il ferimento del maliano non è un episodio isolato. Nel luglio 2019 tre stranieri, un gambiano ed due senegalesi, vennero colpiti da alcune pietre lanciate da un autovettura in corsa. Qualche ora prima altri due cittadini senegalesi, erano stati colpiti da sassi al volto mentre percorrevano in bicicletta via Manfredonia per recarsi al lavoro nei campi. Per questi episodi vennero arrestati due giovani foggiani con le accuse di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, nonché lesioni personali pluriaggravate.
Chiede di fare “piena luce” sull’episodio, definito un “agguato”, il deputato Pd, Carmelo Miceli, componente delle commissioni Giustizia e Antimafia. “Un nuovo, pericoloso e drammatico campanello di allarme – dice Miceli – L’approvazione della fondamentale legge contro il caporalato, voluta con forza dal Partito Democratico e che ha dato straordinari effetti positivi, non ha però stroncato il clima di violenza e intimidazione sui migranti che lavorano nelle campagne”.