Dall'incontro con Mia Martini ("Mi disse che avrei vinto con 'Come Saprei'. Mi portò fortuna, voglio dirlo") al primo album di cover. Da 50 anni Giorgia è "la voce" italiana
È uno di quei giorni in cui ti accorgi più di sempre che il tempo passa. Giorgia compie 50 anni, dei quali esattamente 50 passati cantando. Anzi, c’è chi dice che invece di scalciare quando era nella pancia di mamma Elsa sparasse acuti. In realtà non ama gli anniversari, Giorgia: “Sono i fan che mi ricordano le date, gli album… io li cavalco ma cerco sempre di pensare ad ora, alla musica di adesso”. Quando si festeggia un compleanno così importante, però, è inevitabile guardarsi un po’ indietro e Giorgia di strada ne ha fatta. Forse non se ne è resa conto, troppo presa a non sentirsi mai abbastanza, come qualche sera fa ospite di Carlo Conti a Top Dieci. Mentre scorrevano le immagini di alcune sue passate esibizioni lei lì, quasi spaventata, che guardava il led in attesa di un errore. “Adesso lei si ascolta e guarda preoccupata come a dire: ‘forse l’ho cantata male’?” le ha fatto notare Christian De Sica e lei: “Sì, è vero. Dico: ‘speriamo che finisca bene’”. Come se potesse mai finire male o se i grandi come lei si misurassero da una nota sbagliata.
Nata a Roma nel 1971, coltiva la passione della musica grazie al papà Giulio Todrani, membro del duo canoro Juli & Julie, fondatore dei Io vorrei la pelle nera. Insomma è a lui che dobbiamo dire grazie. Il secondo sicuramente lo diciamo a Pippo Baudo, legato alla cantautrice romana da un profondo rapporto di stima reciproca, come sottolineato più volte anche dal noto conduttore: “Me la presentò il maestro Pippo Caruso, lui mi disse: ‘C’è una ragazza che fa la corista ma è sprecata per fare la corista, lei è una solista. Quando l’ascoltai rimasi a bocca aperta e così nacque ‘E poi’”, aveva raccontato nel 2018 ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa insieme alla stessa cantante. Quindi lei aveva precisato: “Sì ma diciamola tutta: tu hai fatto cambiare l’inciso. Dicevi: ‘Questo inciso non va bene, non apre’ ed avevi ragione”. E Pippo Baudo c’era anche quando Giorgia si esibì con Mia Martini: “Un incontro indimenticabile, meraviglioso. Le facemmo ascoltare ‘Come Saprei’ e lei disse: ‘Questa vince’. Mi portò fortuna e lo voglio sottolineare”. Con quel brano vinse infatti il Festival di Sanremo 1995 e il premio della critica che oggi si chiama, appunto, premio Mia Martini. L’anno successivo, con “Strano il mio destino”, tornò sul palco dell’Ariston classificandosi terza.
Correva l’anno 1997 quando accadde un incontro speciale, quello con Pino Daniele. Il Maestro le produsse interamente il disco Mangio troppa cioccolata: 300.000 copie in dieci giorni, per un totale di più di 600.000. E non sarebbe potuto essere diversamente: l’album contiene infatti brani come “Dimmi dove sei” e “Un’ora sola ti vorrei”. Poi ancora successi, “Girasole”, “Parlami d’amore” e ovviamente “Di sole e d’azzurro” con cui si classificò seconda al 51esimo Festival di Sanremo. Molte di queste canzoni sono firmate dalla stessa Giorgia, che riesce a trovare sempre la chiave giusta per esprimere quello che prova. Lo fa con la musica, come tanti altri cantautori certo, è il loro mestiere. Ma Giorgia ha la capacità di entrare dentro e di farlo con eleganza, con classe, senza bisogno di urlare. Qualità del tutto evidente in brani come “Gocce di memoria”, “Marzo” o “L’Eternità”, accomunate da un filo di dolore che forse già aveva tracciato ma che diventa palpabile da quel pomeriggio del 19 marzo 2002 quando Alex Baroni (suo storico compagno di vita) rimane vittima di un incidente stradale a Roma. “Mi aveva lasciato un messaggio in segreteria, che io ho conservato per molto tempo… poi quel maledetto telefono non me l’ha fatto trovare più, ma l’ho preso come un segno. Io non gli avevo risposto, non ho avuto il tempo. Non avevamo finito di dirci le cose”, ha raccontato a Silvia Toffanin due anni fa nel salotto di Verissimo.
Dal 2003 seguiranno anni in cui la cantante sperimenta: Giorgia sembra alla ricerca di un nuovo equilibrio. Nel 2007 esce “Stonata”, il progetto discografico sancisce il ritorno della cantante alle sonorità con cui l’avevamo conosciuta inizialmente. Voce. C’è tanta voce. Eppure lei parla di silenzio: “Tu spiegami adesso tutto questo silenzio dove va a finire?”, canta in “Parlo con te”. Seguirà il suo primo cofanetto antologico intitolato “Spirito Libero – Viaggi di voce 1992-2008” e una pausa lunga 4 anni durante la quale la cantante diventa mamma di Samuel avuto dal suo amore con Emanuel Lo, ballerino e musicista romano conosciuto nel 2004: “Mi dava l’aria di uno sciupafemmine e mi rifiutavo di vedere la brava persona dietro il mio pregiudizio. Alla fine mi sono lasciata andare e magicamente, non ci avrei mai sperato, ho imparato a non essere gelosa. Lì ti cambia la vita, perché la gelosia nasconde l’insicurezza. Ma anche il tempo è maschilista, dovremmo cambiare questa idea che l’uomo invecchiando diventa figo e la donna brutta, dovremmo riabituarci a guardare una faccia con le rughe, perché sono belle”, ha raccontato in una recente intervista pubblicata sulla rivista F.
Il 2011 è quindi l’anno del progetto discografico “Dietro le apparenze”, c’è tanto pop in questo album. Ma il pop bello, via la puzza sotto il naso. Certo, il singolo di lancio “Il mio giorno migliore” è perlopiù radiofonico e non è mica un male: vende, divenendo di fatto il tormentone dell’estate. Passano due anni e pubblica l’album “Senza Paura”, con brani come “Quando una stella muore”, “Io fra tanti” o la meno conosciuta ma intensa “Vedrai com’è”.
Nel 2016 segue l’album “Oronero”, con cui sostanzialmente chiude una trilogia, fedelmente sostenuta dal produttore Michele Canova. Infine nel 2018 pubblica “Pop-Heart”, il suo primo album di cover. E speriamo anche l’ultimo. Non per lei ovviamente, anzi. Abbiamo però bisogno di nuova musica, della penna di Giorgia che scombussola l’anima e le fa fare le montagne russe. Sì, l’anima di cui spesso parla la stessa cantautrice, quella che canta nella cover del brano di Pino Daniele, “Anima” per l’appunto. E poi avremmo bisogno anche dei concerti, dei live, ma questo è tutto un altro discorso. Intanto Auguri Giorgia e smettila di non sentirti “abbastanza”.