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Matthew McConaughey: “Ricordo il dolore manrovesci che mi dava mio padre se gli dicevo bugie”

Matthew McConaughey è stato ospite di Fabio Fazio nell'ultima puntata di Che Tempo che Fa, per presentare l’uscita in Italia della sua autobiografia “Greenlights – L’arte di correre in discesa”, in cui ripercorre la sua vita dedicando ampio spazio ai ricordi d'infanzia che vedono protagonista il padre manesco

di F. Q.

Matthew McConaughey è stato ospite di Fabio Fazio nell’ultima puntata di Che Tempo che Fa, per presentare l’uscita in Italia della sua autobiografia “Greenlights – L’arte di correre in discesa”, in cui ripercorre la sua vita dedicando ampio spazio ai ricordi d’infanzia che vedono protagonista il padre manesco. Un uomo verso il quale l’attore non nutre nessun rancore, come ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera: “Non giudico mio padre, anzi applaudo al modo in cui mi ha cresciuto. A modo suo, nel modo in cui sapeva trasmettere determinati valori ai suoi figli: fisico – ha detto McConaughey -. Ricordo il dolore dei suoi manrovesci se gli dicevo bugie? No, non è il dolore che ricordo, ma ricordo la maschera di dolore che era il suo volto mentre si chiedeva se avesse fallito come padre per aver cresciuto un ragazzo che gli aveva appena mentito per quattro volte sul fatto di aver rubato o meno una pizza. È l’angoscia nel suo sguardo da ‘cosa devo fare ora?’ che mi ha fatto male, non la sberla! Io non uso i suoi metodi, ma insegno gli stessi valori: non dire bugie, non credere di poter fare qualsiasi cosa, accettare di avere dei problemi e non odiare“.

Poi ha rivelato un aneddoto di gioventù: “Durante le vacanze al mare in Florida promisi a una ragazza, la responsabile dei bagnini, che l’estate dopo sarei tornato per fare il bagnino. Lei: “Sei sicuro?”, e io “Sì, sul serio, verrò il 1° giugno”. C’erano tanti ragazzi e ragazze che volevano quel posto. E io? Non ci sono andato. E non l’ho avvisata. Sono passati 35 anni, ma ci penso ancora. Non ho mantenuto la parola e c’è una donna che mi porta rancore“.

Adesso è lui a essere padre del suo primo figlio, Levi: “Lo vedo tutto fasciato, piango e gli dico “sissignore”, l’ho chiamato “signore”. Rivedevo mio padre? Sì. E sentivo di essere divenuto immortale, sarei vissuto per sempre, c’era una discendenza. Gli ho detto “sissignore, Levi”. E per la prima volta in vita mia mi sentivo un signore. Come ho scritto, un uomo non è mai così virile come dopo la nascita di un figlio. Virile, non macho”.

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