Mediaset ci riprova. Il Biscione intende trasferire la sede legale in Olanda, il Paese nel quale intendeva far sorgere la nuova MediasetForEurope, progetto poi bloccato da Vivendi. Secondo il consiglio di amministrazione è “fondamentale per la strategia del gruppo accedere a un ecosistema, con un modello di governance ispirato ai migliori standard internazionali e in linea con quello adottato da Mediaset fino a oggi” che potrà generare benefici per gli azionisti. La nuova sede legale sarà ad Amsterdam e la società acquisirà “la forma giuridica di una ‘naamloze vennootschap‘ regolata dal diritto olandese”. Le azioni rimarranno quotate a Piazza Affari e in Italia rimarrà anche la sede effettiva nonché la residenza fiscale, con un trasferimento che “avverrà senza soluzione di continuità dei rapporti giuridici in essere”, specifica Mediaset. L’assemblea straordinaria si esprimerà il prossimo 23 giugno, quando dovrà anche approvare il bilancio e varare il nuovo cda del gruppo.
C’è però un elemento che è tutto interno alla battaglia in corso con Vivendi: gli azionisti che non voteranno a favore del trasferimento in Olanda potranno esercitare, se la delibera verrà approvata dall’assemblea, un diritto di recesso a 2,181 euro per azione. Un prezzo ovviamente non accettabile dai francesi, che hanno in carico le azioni Mediaset molto oltre i tre euro. Insomma la partita a poker prosegue, con un mano che verrà giocata prima del voto sullo spostamento della sede legale ad Amsterdam.
In parallelo arriva del resto una mossa di apparente distensione nei confronti del socio francese. Motivata però dal fatto che Vivendi ha appena ottenuto dal tribunale di Milano l’annullamento di una delibera adottata senza il voto della fiduciaria che in pancia le quote di Bollorè, e allo stesso modo potrebbero a breve cadere le altre delibere contestate. Mediaset si prepara a ritirare il procedimento per l’attuazione del voto maggiorato, contestato da Vivendi, che avrebbe ‘blindato’ ulteriormente la società nel controllo di Fininvest. Il cda del gruppo televisivo ha convocato un’assemblea straordinaria il 27 maggio prossimo su questo tema, con il board che “ritiene nell’interesse della società, al fine di evitare ulteriori contenziosi e auspicabilmente ristabilire un dialogo costruttivo con tutti gli azionisti, l’abrogazione della maggiorazione del voto ai sensi dell’articolo 127-quinquies del TUF, di cui all’articolo 7 dello Statuto sociale, introdotta con delibera dell’assemblea straordinaria del 18 aprile 2019 oggetto di impugnazione“. Del resto, la legislazione olandese prevede di per sé il voto maggiorato legato alla durata del possesso delle azioni.
Il gruppo ha chiuso il 2020 con un utile netto di 139,3 milioni di euro, in calo rispetto ai 190,3 milioni del 2019. I ricavi netti ammontano a 2,636 miliardi, in diminuzione rispetto ai 2,925 miliardi del 2019, “un andamento che tiene conto del nuovo perimetro del core business definito nel corso del 2019”. Il risultato operativo (Ebit) è positivo per 269,7 milioni di euro rispetto ai 354,6 milioni del 2019.