Il magistrato è stato ascoltato come testimone nell’ambito del procedimento a carico dei 5 ex consiglieri togati Luigi Spina, Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Gianluigi Morlini e Paolo Criscuoli. Viola ha ricordato di non avere mai avuto nessuna indicazione sulle intenzioni di voto a suo favore da parte di esponenti del Csm quando nella primavera del 2019 era candidato all’incarico di capo della procura di Roma
“Nessuno mi disse: voterò per te”. È quello che ha detto il procuratore generale di Firenze, Marcello Viola, davanti alla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura. Il magistrato è stato ascoltato come testimone nell’ambito del procedimento a carico dei 5 ex consiglieri togati Luigi Spina, Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Gianluigi Morlini e Paolo Criscuoli. Viola ha ricordato di non avere mai avuto nessuna indicazione sulle intenzioni di voto a suo favore da parte di esponenti del Csm quando nella primavera del 2019 era candidato all’incarico di capo della procura di Roma. Viola era stato il più votato dalla commissione prima che esplodesse il caso Palamara e che l’istruttoria per la nomina fosse azzerata.
Il magistrato, già procuratore di Trapani e prima ancora pm e gip a Palermo, ha riferito di essere stato a Palazzo dei Marescialli a maggio del 2019. “Ero passato al Csm per una chiacchierata. Ci incontrammo nella stanza del consigliere Criscuoli. C’erano anche altri ma non contemporaneamente, passarono Lepre, Spina, Cartoni, Davigo e ma in momenti successivi – ha raccontato – Si parlò di una serie di cose tra cui la vicenda della nomina alla procura di Roma, ma non si entrò nel dettaglio, In quel periodo non c’era nessuno che non chiedesse di quella nomina, si parlò in modo generico anche di quello”. A una domanda successiva ha poi aggiunto che in quell’occasione era presente anche il consigliere Cascini. Quanto alla circostanza che altri candidati a quello stesso incarico fossero presenti presso la sede del Csm, Viola ha detto di ricordare che “erano passati anche altri candidati ma non so se lo stesso giorno, prima o dopo”. Sulle audizioni che poi furono disposte dalla commissione il pg di Firenze ha assicurato di non averne avuto notizia prima della convocazione ufficiale, avvenuta a ottobre. Prima “erano solo state oggetto di discussione ma non erano state preannunciate”.
Oltre a Viola il collegio della sezione disciplinare ha ascoltato come teste anche Massimo Forciniti, ex togato di Unicost al Csm, che ha ricordato che da parte del gruppo c’era l’intenzione di appoggiare Giuseppe Creazzo per prendere il posto di Giuseppe Pignatone. Ha riferito di averne parlato in occasione di un convegno a Catanzaro il 17 maggio del 2019 con Luigi Spina, che gli aveva riferito la decisione da parte del gruppo consiliare del sostegno a Creazzo e si era lamentato dell’insistenza di Luca Palamara che per quella nomina spingeva invece la candidatura di Viola. Palamara, ha detto Forciniti, “aveva un’idea diversa e avrebbe preferito che il gruppo appoggiasse Viola”, aggiungendo che l’ex pm in quel momento “si era molto avvicinato a Cosimo Ferri” e “divenne fautore di una convergenza tra Unicost e Magistratura Indipendente“.