Cinema

Oscar 2021, una cerimonia all’insegna del politicamente corretto. Tranne negli ultimi 10 minuti: ecco cosa è successo

Il vecchio ritornello degli Oscar agli Attori Protagonisti assegnati ad attori wasp non ha tardato a presentarsi anche quest’anno

di Davide Turrini

Da #Oscarsowhite a #Oscaralmostwhite. Gli ultimi dieci minuti della Notte degli Oscar 2021 non devono essere stati un gran bel momento per la crew afroamericana e asiatica presente alla cerimonia. Il vecchio ritornello degli Oscar agli Attori Protagonisti assegnati ad attori wasp non ha tardato a presentarsi anche quest’anno. Per intenderci: dopo tre ore di show super cool con dj afroamericano QuestLove a scratchare ad ogni stacco musicale, Daniel Kaluuya a far echeggiare l’icona socialista delle Pantere Nere Fred Hampton, e Regina King ad aprire la serata ricordando il verdetto “giusto” sull’assassinio di George Floyd (“se fosse andata diversamente avrei tolto i tacchi e indossato gli stivali per marciare”), l’avvento molto moscio e tradizionale di due vincitori come Frances McDormand e Anthony Hopkins ha un po’ afflosciato l’hype della serata (per noi in Italia, nottata).

Lo segnala anche Variety scrivendo “gli Oscar abbracciano la diversità, ma non quanto avrebbero potuto”. Erano nove i candidati di colore nelle quattro categorie dei migliori attori protagonisti e non, quindi su 20 candidature praticamente la metà. E certo Kaluuya ha vinto tra gli attori non protagonisti e la 73enne Youn Yuh-jung è la prima attrice coreana della storia a ricevere un Oscar tra le attrici non protagonisti. Possiamo anche aggiungere, sull’altro fronte della diversità, Chloé Zhao come miglior regista, cosa che non accadeva dai tempi di The Hurt Locker (2010) con Katheryn Bigelow, rinnova finalmente una tradizione a lungo maschilizzata.

Ma quelle due caselle principali – attore e attrice protagonista – proprio quando le alternative erano parecchio elevate (Viola Davis e Andra Day, splendida Billie Hollyday) tra le donne, e tra gli uomini comprendevano l’ottimo Riz Ahmed (origini pakistane), il coreano Steven Yeun, ma soprattutto il compianto Chadwick Boseman che tutti davano per vincente. La sagoma inanimata in bianco e nero di Anthony Hopkins ha così cancellato ogni sogno di gloria. Halle Barry rimane quindi ancora l’unica afroamericana ad aver vinto un Oscar come protagonista (Monster’s ball, 2002) e Sidney Poitier nel 1964 per I gigli del campo.

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