Violenza sessuale e atti sessuali con minori: sono le accuse con cui la squadra mobile di Enna ha arrestato un sacerdote della diocesi di Piazza Armerina. L’inchiesta è partita dalla denuncia di tre presunte vittime, che all’epoca dei fatti erano minorenni. Secondo l’accusa, gli abusi sono stati compiuti sia quando il parroco arrestato era ancora seminarista, sia dopo essere stato ordinato sacerdote. “Reati aggravati dal fatto di essere stati consumati in danno di minori a lui affidati per ragioni di istruzione ed educazione alla religione cattolica”, spiegano gli investigatori.
Le indagini sono iniziate a dicembre 2020 quando un ragazzo ha denunciato le violenze subite da un seminarista, che in quel periodo era impegnato come educatore di un’associazione cattolica. Agli investigatori ha raccontato i dettagli degli abusi subiti tra il 2009 e il 2013, ovvero da quando aveva appena compiuto 16 anni e fino ai 20. Le indagini sono andate avanti grazie anche alla forte collaborazione di persone a conoscenza dei fatti, “molte delle quali da anni non vivono più ad Enna per motivi di studio o di lavoro – dicono gli investigatori – e, pertanto, è stata richiesta la collaborazione delle Squadre mobili di varie Questure d’Italia”. Oltre alle intercettazioni e alle tecniche investigative di tipo tradizionale, gli uomini della Polizia hanno effettuato perquisizioni domiciliari e accertamenti informatici, utili a ricercare elementi di prova. “Ogni dettaglio raccontato dalla presunta vittima ha trovato riscontro all’esito dell’attività investigativa, a conferma della piena genuinità dei fatti denunciati”, assicurano gli investigatori.
Oltre al ragazzo che lo scorso dicembre ha chiesto aiuto alle forze dell’ordine, tra le presunte vittime del parroco ci sarebbero altri due minori, nei confronti dei quali l’indagato ha svolto il ruolo di guida spirituale. La Procura di Enna non esclude che possano esserci, però, altre potenziali vittime, “alla luce delle numerose e concordanti risultanze emerse dalle indagini”. L’appello dei magistrati è rivolto a loro: “Denuncino quanto subìto”.