Il sindaco della capitale Sergei Sobyanin ha lanciato l'iniziativa per incentivare la popolazione a farsi somministrare il siero. La diffidenza rispetto al farmaco anti-Covid in Russia è ancora molto diffusa
Lo scetticismo rispetto al vaccino anti-Covid in Russia persiste, col risultato che soltanto il 5,2% della popolazione (7,7 milioni di persone, su un totale di 146 milioni) a oggi risulta abbia ricevuto entrambe le inoculazioni, mentre 12,1 milioni hanno almeno ricevuto una dose. Per cercare di incentivare i cittadini alla somministrazione del siero, il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin ha annunciato che, a partire da oggi, gli over 60 vaccinati potranno ricevere mille rubli (11 euro) sotto forma di buoni regalo e sconti in farmacie, caffè e negozi.
L’iniziativa si rivolge a quella fascia di popolazione che più di altre in questi mesi ha manifestato scetticismo, e ha scelto di non ricevere il farmaco. “Miei cari, non rinviate la vaccinazione – ha scritto Sobyanin sul suo blog-. La vostra salute e quella delle persone a voi più vicine e care dipende da questo”, ha proseguito annunciando gli incentivi. Per accedere ai buoni, i residenti devono avere una polizza assicurativa medica emessa a Mosca e aver ricevuto almeno la prima dose del vaccino contro il coronavirus.
La diffidenza nei confronti del vaccino si era manifestata già nei mesi scorsi, nonostante la Russia sia stata il primo Paese al mondo a dichiarare di avere messo a punto il preparato contro Sars-Cov-2. A pesare anche la mancata vaccinazione del presidente Vladimir Putin, che si è sottoposto all’inoculazione del siero elaborato dal Centro Gamaleja di Mosca soltanto lo scorso 23 marzo. Ma la sua non è stata una vaccinazione a favore di telecamera, a differenza di quanto fatto da altri leader mondiali, da Joe Biden a Boris Johnson. E la dichiarazione del Cremlino sull’avvenuta inoculazione non ha convinto a cittadini a fare lo stesso. Ha contribuito al clima generale anche la scarsa fiducia nei confronti delle autorità, visto che il vaccino viene visto dai russi come un “programma di Stato”. Il dato era emerso da un sondaggio svolto a febbraio dall’istituto indipendente Levada, secondo cui solo il 30% della popolazione era disponibile a vaccinarsi. Dalla rilevazione emergeva inoltre che il 64% degli intervistati ritenesse che il coronavirus fosse stato creato artificialmente come arma biologica.
Putin stesso, nel suo discorso alla nazione del 21 aprile, aveva sollecitato la popolazione a farsi somministrare il vaccino perché è l’unico modo “per poter uscire dalla pandemia. Quindi – aveva detto – chiedo a tutti i cittadini: andate a vaccinarvi, vi prego”. Il presidente aveva anche aggiunto che la Russia punta a raggiungere l’immunità di gregge, grazie alla campagna vaccinale, entro l’autunno. “La svolta nella battaglia contro il coronavirus è arrivata proprio grazie ai nostri scienziati, oggi abbiamo tre vaccini già approvati, abbiamo fatto tutto da soli e questo è un segno della nostra capacità a livello scientifico”, aveva continuato esaltando i risultati raggiunti dagli esperti russi che, però, debbono ancora essere validati dall’Agenzia europea del farmaco. Ma l’obiettivo di una vaccinazione di massa, a oggi, è ancora molto lontano.