“Questo Parlamento è stato ignorato, verrebbe da dire, è stato deriso“. È uno dei passaggi dell’intervento alla Camera di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, che da ieri sta protestando contro Draghi per il poco tempo avuto dal Parlamento per analizzare e discutere il testo definitivo del Recovery plan. “Per mesi siamo stati impegnati a giudicare il pessimo documento di Conte, poi Conte è andato a casa perché Italia Viva diceva che un piano così importante non può essere gestito da forze oscure ma deve essere valutato dal Parlamento. Dov’è ora Renzi, in Arabia Saudita? Ma è normale votarlo a scatola chiusa? Il Parlamento è stato esautorato”. A replicare a Meloni è stato poco dopo il capogruppo alla Camera della Lega, Riccardo Molinari, nel suo intervento in Aula. “È vero quando detto da Fratelli d’Italia, non nascondiamoci dietro un dito, anche noi avremmo preferito avere più tempo per approfondire le tematiche del Pnrr ma bisogna capire anche le esigenze del governo e la serietà del presidente Draghi che vuol portare entro il 30 aprile a Bruxelles il piano perché l’Italia sarà la prima beneficiaria di questo piano. Il cambio di passo di denota anche dalla serietà che questo governo sta dimostrando”. E ha aggiunto: “Noi abbiamo già votato in questa Aula il mandato a governo per presentare il piano a Bruxelles qualche settimana fa. E se oggi il governo oggi è in Aula e lo sarà in tutti i passaggi parlamentari è proprio grazie alla risoluzione scritta e firmata da tutta la maggioranza che imporrà al governo di aggiornarci passo passo. E poi, vista la situazione di grave difficoltà del Paese, noi, come rappresentanti dei cittadini, siamo molto ben pagati per fare uno sforzo e leggere 300 pagine, quelle del Recovery, scritte in grande con figure e interlinee in qualche ora per poter dibattere del futuro del Paese. Leggendo il testo – ha avvertito Molinari – si capirebbe meglio e si eviterebbe di dire cose sbagliate, si coglierebbe la differenza dal testo di qualche mese fa”

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