Torna a crescere a marzo il numero dei nuclei familiari che hanno usufruito del reddito di cittadinanza o della pensione di cittadinanza. È quanto spiega in una nota l’Osservatorio dell’Inps, secondo la quale nel mese di marzo 2021 sono state poco più di un milione le famiglie che hanno percepito il reddito, mentre i percettori della pensione di cittadinanza sono circa 1,1 milioni di famiglie, pari a 2,6 milioni di persone coinvolte di cui 662mila minorenni. In relazione al primo trimestre del 2021, sono 1,5 milioni i nuclei che hanno percepito almeno una mensilità di reddito o pensione di cittadinanza, pari a 3,4 milioni di persone.

Prevalgono i nuclei composti da una o due persone (62%), il numero medio di persone per nucleo è 2,3 e l’età media dei componenti è di 35,8 anni. Le famiglie con minori a carico che percepiscono il reddito sono il 34% del totale dei beneficiari, pari a circa 386 mila, mentre i nuclei con disabili sono 194mila, il 17% del totale. L’importo medio erogato è di 584 euro, il 60% delle famiglie percepisce un importo inferiore a 600 euro e l’1% un importo superiore a 1200 euro. L’86% delle prestazioni è erogato a cittadini italiani, il 9% a cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno, il 4% a cittadini europei e l’1% a familiari di tutti i casi precedenti.

Nel primo trimestre sono decaduti dal diritto al beneficio 129mila nuclei famigliari: la causa più frequente è legata alla variazione dell’ISEE, nel primo trimestre dell’anno in corso il 60% delle decadenze è imputabile a ISEE sopra la soglia prevista (40% nell’anno 2020). Segue tra i motivi di decadenza la variazione della composizione del nucleo.

Nello stesso periodo il rdc è stato revocato – con il recupero delle prestazioni indebitamente erogate – a circa 38mila nuclei familiari: il motivo principale non è il non aver dichiarato redditi da lavoro, ma la “mancanza del requisito di residenza/cittadinanza”. Le regole attuali, di cui anche il presidente Inps Pasquale Tridico ha chiesto la modifica, escludono infatti gli extracomunitari residenti in Italia da meno di 10 anni. Nel 2020 il 74% delle revoche ha avuto questa motivazione. Nei primi tre mesi del 2021 le motivazioni principali sono questa e la titolarità ci autoveicoli, motoveicoli o navi e imbarcazioni da diporto. Segue il fatto di avere un patrimonio mobiliare sopra soglia.

La distribuzione del reddito su base geografica dice che 1,8 milioni di percettori sono nelle regioni del Sud, 452mila nelle regioni del Nord e 334mila in quelle del Centro. La Campania è la prima regione in Italia per sussidi, con il 22% delle prestazioni erogate, seguita dalla Sicilia con il 20%, dal Lazio con il 10% e dalla Puglia con il 9%: in queste regioni risiede il 61% delle famiglie con il reddito. La provincia che in assoluto nel mese di marzo 2021 ha avuto più nuclei beneficiari è stata Napoli (157 mila, pari al 15% del totale, con un importo medio a nucleo di 650 euro), più del doppio di quelli di Roma (72 mila, pari al 7% del totale) e oltre quattro volte quelli di Milano (35.517).

La spesa per il reddito di cittadinanza a marzo nella città partenopea, emerge dalle tabelle Inps, si avvicina a quella dell’intero Nord: se a Napoli lo hanno percepito 157mila famiglie per 459mila persone coinvolte nel complesso, nello stesso periodo nell’intero Nord si sono contate 224.872 percettori per 452mila persone coinvolte. Poiché l’importo medio è più basso al Nord che al Sud a marzo sono stati spesi per il sussidio 109,7 milioni nell’intero Nord e 102,2 solo a Napoli.

Per quanto riguarda il reddito di emergenza, in favore dei nuclei familiari in difficoltà a causa dell’emergenza da Covid-19, ha interessato 425mila nuclei, una crescita del 60% rispetto al mese di febbraio, per un importo medio mensile di 550 euro. Sono state oltre 184 mila le persone che ne hanno beneficiato per cinque mesi, grazie alle proroghe previste dal dl 104/2020 e dal dl 137/2020, mentre 150mila nuclei ne hanno beneficiato per due mesi.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Recovery plan, la grande scommessa: l’impatto su pil e posti di lavoro vincolato al successo di investimenti e riforme. Ecco le stime

next
Articolo Successivo

Spari contro braccianti a Foggia, Soumahoro: “In questi campi la vita dei lavoratori non conta nulla. Non fermeremo la nostra lotta per i diritti”

next