Sequenziata già ottobre e con mutazioni presenti in altre varianti la variante indiana (B.1.617) non è ancora definita “preoccupante”. Ad oggi è stata rilevata in almeno 17 Paesi in tutto il mondo, fra cui l’Italia, secondo quanto rivelato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel suo bollettino settimanale sulla pandemia. La variante di Sars Cov 2 che sta flagellando l’India è stata rilevata in oltre 1.200 sequenziamenti caricati sulla banca dati internazionale Gisaid. I Paesi dove è stata rilevata con più frequenza, India, Stati Uniti, Regno Unito e Singapore. Ma anche in Belgio, Svizzera, Grecia e Italia. B.1.617, che ha una serie di “sub-varianti” è stata classificata finora come mutazione “di interesse” ma non ancora “preoccupante”, che l’etichetterebbero come più pericolosa del virus originale in quanto più contagiosa, più letale o resistente ai vaccini. E proprio il co-fondatore di BioNTech Ugur Sahin si è detto fiducioso che il composto, sviluppato con la tecnica del Rna messaggero dalla sua azienda con Pfizer, funzioni. “Stiamo ancora testando la variante indiana, ma ha mutazioni che abbiamo già testato e contro le quali il nostro vaccino funziona, quindi sono fiducioso”, ha detto Sahin.
“La variante non è nuova. Per la prima volta è stata depositata dal registro che raccoglie i sequenziamenti del Sars-CoV-2 nell’ottobre del 2020. Poi è comparsa altrove ma – ha spiegato Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di Genetica molecolare del Cnr di Pavia in un’intervista al Corriere della Sera – non rappresenta una preoccupazione. Non sembra possedere le caratteristiche per scalzare i ceppi già circolanti. Anche quello identificato per la prima volta in Amazzonia nelle nostre regioni è rimasto in seconda linea”. Ma non solo: “Rispetto ai tre nuovi ceppi già comparsi (isolati in Inghilterra, Brasile, Sudafrica) ha una combinazione di cambiamenti nel genoma già presenti singolarmente negli altri e sempre nella stessa proteina, la spike, fondamentale per il virus”. Sull’efficacia dei vaccini Maga cita uno studio ancora revisionato: “In uno studio in preprint, vale a dire non ancora pubblicato su una rivista scientifica, un gruppo di ricercatori indiani dimostra l’efficacia del vaccino Covaxin, prodotto localmente, contro il nuovo virus. vaccini utilizzati in Ue e in Italia sono più efficaci del Covaxin quindi dovremmo sentirci tranquilli se la variante avesse il sopravvento”.
Intanto almeno 25 mila fedeli si sono immersi ieri nel Gange, ad Haridwar, per la giornata conclusiva del pellegrinaggio indù del Kumbha Mela nonostante gli inviti del premier Modi a partecipare “in modo virtuale“, e il ritiro dalla manifestazione da parte delle più autorevoli congregazioni indù. Oltre ai fedeli hanno partecipato al rito più di un migliaio di sadhu, i santoni dal corpo ricoperto di cenere.
Secondo le autorità locali sono state rispettate le precauzioni anti Covid sia nei camping dove i fedeli aspettavano l’alba per immergersi, sia durante il bagno. Il governo di Haridwar ha indetto il coprifuoco nella città a partire da questa sera fino al 3 maggio. Il mega pellegrinaggio che si è svolto nella città dall’inizio di marzo e al quale hanno partecipato milioni di persone è ritenuto uno dei principali motivi che hanno dato origine alla devastante ondata di Covid in corso nel subcontinente indiano. I due cittadini indiani risultati positivi nei giorni scorsi in Veneto e affetti dalla variante indiana del virus sono rientrati dal loro paese dopo avere partecipato al Khumba Mela.