“Ho sempre taciuto, finora. E, forse, ho sbagliato”. Dopo settimane di voci, indiscrezioni, ipotesi più o meno fantasiose sulla sua vita privata, dalla rottura con Can Yaman al matrimonio con lo stesso, fino all’attribuzione di diversi nuovi flirt, Diletta Leotta ha deciso di dire la sua in un lungo post su Instagram, interrompendo un lungo periodo di silenzio. “Mi illudevo – scrive la conduttrice – che prima o poi la buona informazione avrebbe avuto la meglio sul giornalismo-spazzatura. Perciò ho subito la quotidiana goccia di gossip-veleno; i fotografi sotto casa e in scooter dietro ogni mio spostamento; i droni fuori le finestre. Ma ora mi sono un po’ stancata”.
“Lo dico perché, leggendo le falsità acchiappa-click sui giornali che mi vengono riservate quotidianamente, chiunque può pensare che io sia una mangiauomini, una donna incapace di amare. Ed è inaccettabile. Non mi si venga a raccontare, infatti, che è il prezzo da pagare al successo. O che me la sono cercata e me la cerco per via del trucco, delle forme, degli abiti indossati, delle foto postate. Tutte scelte che rientrano nella sfera della libertà individuale, no? E la libertà individuale, nel rispetto e considerazione dell’altro, va rispettata, no? Io non offendo e non giudico nessuno”, sottolinea.
Quando ai ‘nuovi amori’ che le attribuiscono ad ogni piè sospinto, Diletta aggiunge: “Spiegatemi perché, poi, una donna non può avere amici, ma sempre e solo amanti. Perché se incontro due volte un ragazzo simpatico per un aperitivo si parla subito di nuovo amore? Perché se faccio uno spot con un calciatore si insinua per mesi che siamo una coppia segreta? Perché se frequento un attore, bellissimo, e siamo felici (scrive con un chiaro riferimento a Can Yaman, ndr.), deve essere per forza una storia inventata? E perchè se, nel rispetto del lockdown, rinuncio a un meraviglioso viaggio all’estero si parla di crisi fra noi?”
“Io – prosegue – ho sopportato tutto, fin qui, imparando a riderci sopra, talvolta. Ma rifletto sul fatto che nessuna celebrità, talent, personaggio pubblico, chiamatelo come volete, di sesso maschile è oggetto di morbosa attenzione giornalistica nella sfera privata come lo è una donna del cinema e della tv. Posso dire – chiede – che mi sono stufata? Anche per rispetto ai lettori ingannati da giornalisti male informati. E per amore delle persone che mi sono accanto e che spesso vengono ferite per via delle falsità sul mio conto. E anche per amore di mia nonna, che a ottant’anni crede, sbagliando, a tutto quello che scrivono i giornali. Stop. Sono andata anche oltre i tempi supplementari. E me ne scuso. Ma, come dicono a Roma, ‘Quanno ce vò ce vò!”, conclude.
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