“Andiamo in onda per senso di responsabilità”. Maurizio Mannoni è tornato a lamentarsi in diretta in seguito all’ennesimo ritardo di “Cartabianca”. Ieri sera, 27 aprile, Bianca Berlinguer ha ceduto la linea al collega di “Linea Notte” con dieci minuti di ritardo. Un gesto imperdonabile per il giornalista. “Andiamo in onda con un ingiustificabile ritardo, oltretutto per vedere i giochini di Art Attack. Non capisco chi possa aver autorizzato questo sforamento e noi non siamo assolutamente d’accordo. Andiamo in onda per senso di responsabilità”, è lo sfogo, durissimo, a cui i telespettatori hanno assistito in nottata.
I “giochini di Art Attack” a cui Mannoni fa riferimento sono nient’altro che le pillole divulgative di Valerio Rossi Albertini. Nella puntata del 27 aprile il fisico aveva mostrato una simulazione di come oggetti e superfici possono essere contaminati dal Covid. Uno spazio di cui si poteva fare a meno, secondo il giornalista. Stavolta, però, anche Bianca Berlinguer è stata vittima di un ritardo altrui: quello del premier Draghi. Infatti ieri sera il palinsesto di Rai3 è stato rivoluzionato per dare spazio alla presentazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approdato al Senato con Mario Draghi. Un appuntamento che ha fatto slittare l’inizio di “CartaBianca” di una manciata di minuti.
Tuttavia, la diatriba tra Maurizio Mannoni e Bianca Berlinguer parte da lontano. Bisogna tornare all’aprile del 2017 per trovare il primo sfogo del giornalista contro la sua ex direttrice. Ma perché il conduttore di “Linea Notte” se la prende così tanto? È tutta una questione di costi. Era il 20 ottobre del 2008 quando ha debuttato il programma della notte di Rai3. Gli accordi presi allora erano imprescindibili: il programma doveva andare in onda a mezzanotte stecchite, e ci doveva essere una puntualità assoluta sull’orario. Il motivo è legato al costi: “Ogni volta che il programma dà la linea alle redazioni regionali dopo la mezzanotte e un quarto, scattano le maggiorazioni notturne per pagare il personale di tutte le redazioni in ogni regione d’Italia. Costi decisamente elevati per l’azienda pubblica e quindi da evitare”, scrive Tvblog.