Martedì Francia e Germania hanno presentato insieme, in una conferenza stampa congiunta, i loro piani nazionali di ripresa e resilienza. Una scelta che è stata interpretata come messaggio sulla forza dello storico asse Parigi-Berlino, nonostante la ritrovata forza dell’Italia grazie alla figura di Mario Draghi. Mercoledì però, in segno di unità – almeno di facciata – tra Europa del Nord e del Sud a sostegno del Next generation Eu, il parterre si è allargato: alle 8 del mattino i ministri dell’Economia dei due Paesi hanno partecipato a una diretta video di 14 minuti insieme a quelli di Italia e Spagna. Ognuno ha presentato in breve i contenuti del Recovery plan nazionale, ha annunciato l’invio alla Ue entro la fine di questa settimana e ha invitato gli altri 23 Stati membri ad accelerare nelle ratifiche – necessarie per consentire la raccolta dei fondi sui mercati da parte della Commissione – e nella stesura dei loro piani. Subito dopo però Berlino ha inviato il suo piano a Bruxelles insieme alla Grecia (il Portogallo l’aveva fatto la scorsa settimana), anticipando dunque i colleghi che lo faranno nei prossimi giorni.
Il ministro tedesco Olaf Scholz ha chiesto ufficialmente “a tutti gli stati membri dell’Ue di ratificare le decisioni sulle risorse il prima possibile“. Gli Stati e la Commissione “hanno davanti un duro lavoro per una rapida implementazione” del Next Generation Eu che può aprire “una nuova era per l’Europa, un’era di solidarietà, sostenibilità e successo”, ha detto, parlando di “una occasione storica”. Il Next generation rappresenta “un forte simbolo di unità” e apre “una nuova era per l’Europa, fatta di solidarietà, sostenibilità e successo”. Il piano tedesco, ha detto Scholz, destina il 90% delle risorse alla transizione energetica e trasformazione digitale e punta molto sui Progetti di interesse comune nelle aree di idrogeno, microelettronica e data processing. Berlino prevede misure per un importo complessivo di 27,9 miliardi di euro, oltre 2 miliardi in più rispetto ai 25,6 miliardi previsti dal Recovery (l’importo aggiuntivo sarà coperto dalla Germania).
“Chiediamo alla Commissione di valutare senza ritardi i Piani” in arrivo dai vari Paesi, “in modo che il Consiglio possa approvarli al massimo a luglio. Questo permetterà alle risorse di fluire prima della fine dell’estate“, ha chiesto a sua volta il francese Bruno Le Maire. “Abbiamo tutte le carte per avere successo. Possiamo essere ottimisti sul nostro futuro. Abbiamo nelle nostre mani la possibilità di migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini. Abbiamo nelle nostre mani la possibilità di disegnare il ventunesimo secolo insieme agli Stati Uniti e alla Cina”. Il piano francese, che si inserisce nel piano France Relance presentato a settembre, prevede di utilizzare il 50% dei fondi per interventi a favore della transizione energetica e il 25% verso quella digitale.
L’Italia “finalizzerà il Pnrr entro questo fine settimana”, ha ribadito il ministro dell’Economia Daniele Franco dopo aver riassunto i contenuti del piano italiano. “Le riforme non saranno un implementazione del piano ma saranno anche le fondamenta per un sistema più efficace nel futuro. L’implementazione del Pnrr e del piano complementare contribuiranno a un paese più innovativo e digitalizzato, aperto a giovani e donne, orientato alla sostenibilità ambientale, e geograficamente inclusivo”.
L’obiettivo indicato dalla ministra dell’Economia spagnola, Nadia Calvino, è fare della Spagna “uno dei motori” della ripresa europea. Madrid punta a 140 miliardi di investimenti pubblici entro il 2026, ha spiegato. Il 40% delle risorse andranno alla transizione ecologica e il 30% a quella digitale.