Dopo mesi di lotte l'azienda ufficializza la chiusura al tavolo col Mise. Fiom, Fim e Uilm: "Scelta incomprensibile, hanno registrato incrementi nei ricavi a doppia cifra e miglioramento dei margini"
La Whirlpool conferma la chiusura dello stabilimento di Napoli. I 400 lavoratori ora in cassa integrazione saranno licenziati il primo luglio, quando scadrà il blocco dei licenziamenti. Dopo un braccio di ferro durato mesi la multinazionale americana ha ribadito la sua posizione al tavolo col Ministero dello sviluppo economico. “Non vogliamo creare false aspettative – spiegano i rappresentanti aziendali -, non abbiamo intenzione di far ripartire la produzione di lavatrici a Napoli né nessun altra produzione”. I sindacati hanno scritto al governo chiedendo “l’intervento del presidente del Consiglio Mario Draghi, che deve richiamare la proprietà americana alle sue responsabilità, impedendo alla multinazionale di smantellare gli stabilimenti italiani. Fim-Fiom-Uilm si riuniranno in coordinamento nazionale martedì 4 maggio per decidere le iniziative di lotta a sostegno della vertenza”.
L’azienda durante la videoconferenza al Mise ha confermato la chiusura dello stabilimento campano nonostante la viceministra Alessandra Todde, che ha convocato questo e gli ultimi due tavoli, si fosse impegnata a presentare un piano entro marzo, il cui iter è stato bloccato dalla crisi di governo. L’ultimo incontro si era tenuto a fine dicembre e la viceministra aveva ottenuto che l’azienda anticipasse il pagamento della cassa integrazione agli operai. Anche il ministro Giancarlo Giorgetti si era esposto sulla questione della multinazionale americana, promettendo “serietà, impegno e responsabilità alle rappresentanze dei lavoratori Whirlpool”, indicando “politiche economiche di rilancio insieme con il ridisegno di un piano di ammortizzatori sociali” da fare insieme con il Ministro del Lavoro. Nel mentre, la mobilitazione dei lavoratori Whirlpool non si è mai fermata: dopo la manifestazione sotto il Mise il 18 febbraio scorso, i sindacati hanno promosso un’assemblea aperta il 9 aprile a piazza Plebiscito a Napoli.
I sindacati Fiom-Fim-Uilm intanto attaccano la multinazionale americana, che nel primo trimestre ha visto crescere i ricavi in Ue. “Whirlpool ha presentato i risultati del primo trimestre in Europa, riferendo una crescita a doppia cifra dei ricavi – si legge in un comunicato -, il rafforzamento della posizione nei Paesi chiave e un significativo miglioramento della marginalità anno su anno per il terzo trimestre consecutivo. A fronte di questa dichiarazione è sempre più incomprensibile la scelta dell’azienda di lasciare il sito di Napoli. È necessario comprendere le prospettive industriali del gruppo in Italia vista la scadenza del piano al 31 dicembre prossimo. Per questa ragione abbiamo richiesto l’immediata convocazione del tavolo in cui venga illustrata la strategia industriale del gruppo per il nostro Paese”.