Aprile si conferma il numero con il maggior numero di vittime: in 29 giorni sono già oltre 76 mila. E mentre una commissione d'inchiesta indaga sulla mala gestione della pandemia da parte del governo Bolsonaro il presidente dice: "Per dare l'esempio lascerò che tutti i brasiliani facciano il vaccino prima di me"
La linea del governo centrale è sempre stata quella di fare prevalere l’economia sulla salute, evitando lockdown e scoraggiando restrizioni e chiusure. Ma ora il Brasile, dove la pandemia negli ultimi mesi ha innescato anche fortissime carenze di materiale sanitario negli ospedali, ha superato le 400mila vittime di Covid-19 dall’inizio della crisi, il secondo numero più alto al mondo dopo gli Stati Uniti. Una fotografia drammatica, aggravata dal fatto che tra marzo e aprile, in soli 36 giorni, si sono registrati 100mila morti. E nel giorno in cui il Paese ha bloccato il vaccino russo Sputnik, il presidente Jair Bolsonaro, contrariamente a quanto fatto dai capi di Stato di tutto il mondo, ha spiegato che “per dare il buon esempio” si vaccinerà “per ultimo”. Prosegue intanto a rilento la campagna vaccinale, con il 14% della popolazione che ha ricevuto la prima dose e il 7% anche la seconda. In questa settimana, almeno 18 dei 27 Stati hanno dovuto sospendere i richiami previsti per mancanza di vaccini CoronaVac, prodotti a San Paolo in collaborazione con il colosso farmaceutico cinese Sinovac. Intanto una commissione d’inchiesta, istituita a seguito di una sentenza della Corte suprema brasiliana, sta indagando sulla mala gestione della pandemia nel Paese da parte di Bolsonaro e del suo governo.
Morti e contagi – A metà giornata, il totale delle vittime ha toccato quota 400.021 a fronte di 14.541.806 casi confermati. Le prime 100mila vittime sono state registrate in Brasile quasi cinque mesi, 149 giorni, dopo il primo caso mortale. Da 100 a 200 mila si è passati in altri cinque mesi, 152 giorni per la precisione. Ma per passare a 300 mila vittime sono bastati 76 giorni, una cifra che si è dimezzata per toccare quota 400 mila. Aprile si conferma il numero con il maggior numero di vittime: in 29 giorni sono già oltre 76 mila. Mentre a marzo, il secondo mese con più morti dall’inizio della pandemia, sono state 66.868 in 31 giorni. La media più alta di vittime si concentra tra il 9 marzo e il 25 aprile, data in cui la tendenza di casi mortali è in calo. Grazie soprattutto alle misure di contenimento messe in atto da numerosi governatori in contrasto con le indicazioni del presidente Jair Bolsonaro, che sostiene la riapertura totale delle attività produttive e commerciali.
Bolsonaro: “Sarà l’ultimo a vaccinarmi” – “Quando l’ultimo (brasiliano) avrà preso il vaccino, lo prenderò anche io. Sono il capo dello Stato, il mio esempio è questo: lasciare che lo prendano tutti prima di me. Sono stato sempre l’ultimo a mangiare anche quando ero in caserma, e anche oggi devo dare l’esempio”, ha dichiarato Bolsonaro, capitano dell’esercito in congedo. Le sue dichiarazioni arrivano dopo che la Commissione parlamentare d’inchiesta (Cpi), costituita al Congresso per indagare su presunte omissioni del suo governo nella gestione della pandemia, lo ha criticato sostenendo che dava il “cattivo esempio” al resto della popolazione. Bolsonaro dovrebbe essere “il primo a vaccinarsi, non facendolo dà il cattivo esempio e indebolisce la campagna di vaccinazione“, ha detto il vicepresidente della Cpi, Randolfe Rodrigues. Intanto, parlamentari della maggioranza stanno promuovendo un’azione alla Corte suprema per rimuovere dal posto di relatore della Cpi il senatore di opposizione Renan Calheiros, alleato dell’ex presidente della Repubblica, Luiz Inacio Lula da Silva.