In nove mesi, da quando il progetto ha preso vita, sono stati consegnati 90mila pacchi di cibo e prodotti di igiene a quasi 3mila famiglie, oltre 11mila persone in tutta Italia. A quanto emerge dal report dell'associazione umanitaria, metà dei beneficiari ha visto il proprio reddito azzerato, per quasi un terzo invece si è dimezzato
Metà dei beneficiari degli aiuti ha visto il proprio reddito azzerato, per quasi un terzo invece si è dimezzato. Questi i risultati dell’indagine di Emergency che segue la nascita del progetto “Nessuno Escluso” per la distribuzione alimentare gratuita a chi, dopo la pandemia, si è ritrovato in gravi difficoltà economiche. In nove mesi, da quando il progetto ha preso vita, sono stati consegnati 90mila pacchi di cibo e prodotti di igiene a quasi 3mila famiglie, oltre 11mila persone in tutta Italia.
Il rapporto di Emergency fa emergere una situazione preoccupante: a Milano, la città dove è nato il progetto “Nessuno Escluso”, dei 1600 nuclei familiari aiutati dall’associazione umanitaria, il 45% ha visto il proprio reddito azzerarsi e il 32% l’ha invece dimezzato durante la pandemia. Più della metà delle famiglie prese in considerazione è composta da 4 o più persone di cui almeno un minorenne (74%), mentre una famiglia su 10 è monogenitoriale. Un terzo delle famiglie non riesce più a pagare l’affitto, mentre più del 60% teme di non riuscire a pagarlo nei mesi futuri. L’80%, inoltre, si rivolge al centralino perché non riceve aiuti economici istituzionali come reddito di cittadinanza, bonus o sussidi di vario genere.
Secondo il rapporto dell’associazione, infatti, le persone che hanno avuto bisogno di aiuto attraverso Nessuno Escluso appartengono a una fascia di cittadini che spesso non sono in possesso dei requisiti formali per accedere a sostegni pubblici. Diversi nuclei familiari prima dell’emergenza riuscivano a sostenersi, pagavano un affitto o un mutuo, mentre adesso non sono più in grado. Nei casi più gravi hanno anche scelto di lasciare la loro abitazione per trasferirsi da amici o familiari. Molte sono le persone sole, le colf o badanti che hanno perso il lavoro, giovani impiegati in settori lavorativi bloccati, lavoratori in cassa integrazione, professionisti con partita Iva, lavoratori precari o in nero. Italiani e stranieri. Tutte persone che prima della pandemia erano in grado di provvedere decentemente alle spese principali.
I volontari del progetto Nessuno Escluso a Milano hanno spiegato le difficoltà che una persona può avere a richiedere aiuto. “Una persona che non ha mai chiesto aiuto non ha idea di chi contattare. Per questo, in un momento di difficoltà, si affida a chi gli è più vicino, come il comitato di quartiere o la piccola associazione. È stato grazie a questa rete informale ma capillare sul territorio che siamo stati in grado di entrare in contatto con chi si trovava in stato di bisogno e di agire tempestivamente”.