Confesso che quando ho saputo che il palazzo del Poligrafico in Piazza Verdi a Roma, dopo il trasferimento sulla Salaria degli impianti e del personale della Zecca, era stato affidato alla Cassa Depositi e Prestiti per la ristrutturazione e una diversa destinazione d’uso, ho avuto qualche perplessità perché le incursioni della CDP in svariati settori mi fanno pensare al dinamismo dell’IRI, presente nei più diversi settori dell’industria, dei servizi e delle infrastrutture (troppi nei suoi ultimi anni di vita) ma affidato ad una classe dirigente di primissimo piano, a partire dai fondatori Alberto Beneduce e Raffaele Mattioli. So troppo poco dei “capitani coraggiosi” della CDP, ma sono quanto meno perplesso da alcune delle loro più recenti imprese, e in particolare dal cospicuo investimento nei villaggi Valtur (in cattivissime acque).
L’incarico a CDP di rendere utilizzabili 14mila mq dell’edificio fu affidato dal sindaco Veltroni, al quale si deve – fra l’altro – il più disastroso piano regolatore dai tempi della grande speculazione degli anni Sessanta, con la conseguente nascita di interi quartieri periferici con una pessima situazione di trasporto pubblico. E un secondo affidamento di lavori la CDP lo ottenne da un altro “sindaco da cancellare”, Gianni Alemanno.
I lavori sono in corso (sia pure con lunghi periodi di sosta) da circa dieci anni, per la delizia dei residenti. Per un lungo periodo si disse che CDP – in collaborazione con un primario gruppo edile cinese – stava lavorando al progetto di un grande albergo a sette stelle, con tanto di piscina sul tetto, che avrebbe occupato 60 mila metri cubi, mentre il resto dello spazio avrebbe ospitato una serie di mini appartamenti, ovviamente dello stesso livello. Poi i lavori si fermarono perché – come si seppe dopo qualche tempo – il partner cinese, la World New China Land, aveva vissuto un drammatico momento di crisi.
Abbandonato dunque il progetto alberghiero/residenziale, certamente il più accettabile, i lavori ripresero – dopo un periodo di silenzio, e senza la possibilità, per i residenti, di sapere cosa stesse succedendo – e si videro di nuovo i camion che entravano e uscivano dal grande cantiere, mentre si rimettevano in moto le due colossali gru che sono diventate quasi un simbolo di piazza Verdi e delle sue sorti “magnifiche e progressive”.
Questa volta – ed è giusto darne atto – la CDP ha aperto un confronto abbastanza approfondito con il comitato formato dai residenti ed ha scoperto le carte: l’ex Poligrafico sarà destinato ad ospitare il personale dell’Enel (e forse anche di altri uffici pubblici e privati).
E qui si è riaccesa la polemica dei residenti per due ragioni: una di principio (in una fase in cui si tende a trasferire uffici ed impiegati in periferia, l’Enel inverte la tendenza spostandosi verso il centro); l’altra molto pratica, visto che l’Enel porterà nell’area di Piazza Verdi la bellezza – sembra di capire – di 4.000 impiegati, molti dei quali verranno al lavoro in macchina, in un quartiere in cui già da anni trovare un parcheggio è molto problematico. Tenendo conto che dopo anni di lavoro la CDP afferma di poter disporre, nel palazzo, solo di 300 posti macchina (presumibilmente per capi e capetti). E c’è anche un po’ di schizofrenia in un Enel che fino a pochi anni fa aveva la sua sede proprio in piazza Verdi, dove ora si è insediata l’Autorità Antitrust.
A questo punto – ho sostenuto in qualche incontro con il comitato dei residenti – è inutile prendersela con la CDP, che persegue i propri obiettivi aziendali. E’ invece necessario ed urgente, visto anche l’incombere delle elezioni per il nuovo (speriamo !) sindaco – “prendere di petto il Comune” – che fra l’altro, di recente, ha incredibilmente autorizzato la CDP a edificare due o tre nuovi piani sul lato posteriore del palazzo, danneggiando gravemente i residenti, soprattutto gli abitanti di via Boccherini, che si affacceranno su questa superfetazione e vedranno anche ridursi il valore dei loro appartamenti.
Al Comune va chiesto di realizzare in piazza Verdi un garage sotterraneo multipiano, riservato ai residenti. E di decidere rapidamente, così da avere portato a termine (o almeno a buon punto) i lavori nel settembre del 2022, quando i lavori del Poligrafico saranno ultimati. E se il Comune tarderà ad incontrare i residenti o li riceverà proforma, senza assumere impegni precisi, allora sarà necessario scendere in piazza e far sentire le proprie ragioni e la rabbia per questa storia senza fine.