“Dobbiamo provare che la democrazia funziona ancora, che il nostro governo funziona ancora”. Nel suo primo discorso al Congresso da quando è presidente, Joe Biden ha delineato un piano di potente intervento del governo federale nelle vite degli americani: per migliorarne le condizioni di vita; per raddrizzare diseguaglianze ormai inaccettabili, per redistribuire la ricchezza. Invocando apertamente l’eredità di Franklin D. Roosevelt, Biden ha parlato di un programma da 1.800 miliardi di dollari che accompagnerà quello già annunciato sulle infrastrutture. Al centro della nuova proposta, l’asilo per i più piccoli, i congedi lavorativi pagati, l’allargamento della sanità, il college pubblico gratuito. “Per vincere la competizione futura, dobbiamo fare investimenti straordinari sulle nostre famiglie, sui nostri bambini”, ha detto Biden. La visione si richiama ai grandi progetti che nel passato hanno ripensato l’America: dal New Deal rooseveltiano alla Great Society di Lyndon Johnson. Ma si tratta di scommessa rischiosa, incerta: Biden ha infatti una maggioranza molto risicata al Congresso.
“È bello essere di nuovo qui”, ha detto Biden, salutando i deputati e i senatori che l’attendevano. Non si è trattato di un Discorso sullo Stato dell’Unione, perché i presidenti USA nel primo anno del loro mandato non hanno il tempo materiale per farlo. È stato, piuttosto, un “discorso di indirizzo”, che ha schizzato alcune delle idee e dei progetti per il futuro. Ad ascoltare Biden, solo 200 dei 1600 dignitari (tra deputati, senatori, membri dell’esercito, del giudiziario, delle agenzie del governo) che tradizionalmente presenziano a eventi del genere. La pandemia ancora diffusa e le preoccupazioni per la sicurezza, dopo l’attacco del 6 gennaio, hanno consigliato una drastica riduzione dei presenti. A rappresentare i nove giudici della Corte Suprema c’era solo il presidente, John Roberts. In rappresentanza dell’amministrazione due ministri: il segretario di stato Antony Blinken e capo del Pentagono Loyd Austin III. Per l’esercito, il chairman del Joint Chiefs of Staff, Mark Milley.
Sospesa anche la pratica di avere ospiti che illustrano le misure presentate nel corso del discorso. Jill Biden, la First Lady, aveva comunque degli ospiti collegati in remoto: un’adolescente transgender, un Dreamer, un attivista anti-armi. Per la prima volta nella storia, un presidente americano ha parlato al Congresso con, sullo sfondo, due donne. La vice-presidente Kamala Harris e la speaker della Camera Nancy Pelosi. “Era ora”, ha detto Biden, riferendosi alla nomina di Harris. La sala, che appariva vuota rispetto alle immagini di folla assiepata del passato, ha suggerito a Biden un approccio più intimo. In certi momenti il presidente ha abbassato la voce, fino solo a sussurrare. Non diversamente dal passato, anche questa volta l’accoglienza è stata rigorosamente “di parte”: i democratici si sono alzati di frequente per applaudirlo; i repubblicani, tranne qualche eccezione, sono rimasti ostinatamente seduti e a braccia conserte.
“Dopo 100 giorni, posso annunciare alla Nazione: l’America guarda di nuovo al futuro”. Biden ha iniziato il suo discorso con una previsione ottimistica sul futuro della pandemia. Se pure il coronavirus ha ucciso oltre 570mila persone negli Stati Uniti, devastato l’economia e svelato terribili diseguaglianze, la crisi pare ora sotto controllo. Il piano di vaccinazioni prosegue veloce, le prime restrizioni possono essere allentate (nelle scorse ore le autorità sanitarie hanno annunciato che le persone vaccinate possono restare senza mascherina all’aperto). La promessa che Biden aveva fatto di riportare l’America alla “normalità” entro il 4 di luglio, il Giorno dell’Indipendenza, è stata quindi rispettata. “Sappiamo tutti che la vita può colpirci duramente – ha detto Biden -. Ma noi, in America, non ci facciamo mai, mai, mai buttare giù”.
Dopo la sentenza sul caso di George Floyd, mesi di manifestazioni, una rabbia diffusa nella comunità afro-americana per le continue violenze della polizia nelle strade d’America (l’ultima comunità nera in subbuglio è quella di Elizabeth City, in North Carolina, dove un altro nero, Andrew Brown, è stato ucciso dagli agenti), non poteva mancare nel discorso di Biden un riferimento forte alla giustizia razziale. Pur riconoscendo che “la grande maggioranza di coloro che indossano un distintivo servono le nostre comunità con onore”, il presidente ha detto che è anche necessario “ricostruire la fiducia tra chi si occupa della sicurezza e le persone che essi servono, estirpando il razzismo sistemico dal nostro sistema giudiziario e mettendo in atto una riforma della polizia nel nome di George Floyd”. Biden ha quindi chiesto che democratici e repubblicani si mettano d’accordo su una riforma della polizia, che soprattutto privi i Dipartimenti delle armi da guerra di cui ora fanno uso per le strade delle città americane. Una richiesta che probabilmente cadrà nel vuoto, considerata la ferma opposizione repubblicana a qualsiasi riforma che tocchi i poteri degli agenti.
Nel discorso ci sono stati riferimenti alle questioni politiche più urgenti del momento. Biden ha rilanciato il suo progetto di una legge comprensiva sull’immigrazione (si tratta della questione politica per lui più difficile, quella su cui le sue politiche non sono cambiate, rispetto agli anni di Donald Trump, e su cui si trova soggetto a forti pressioni sia da parte dei progressisti che da parte dei repubblicani). Alle persone transgender, “soprattutto per i più giovani, che sono così coraggiosi”, Biden ha voluto lanciare un messaggio: “avete il presidente dalla vostra parte”. Scarsi invece gli accenni alla politica estera, con una nuova rivendicazione della necessità del ritiro all’Afghanistan e la promessa di alternare severità dell’azione, richiamo ai diritti e offerta di collaborazione per quei Paesi che rappresentano una sfida diretta all’America e al suo spirito: Russia, Cina, Corea del Nord, Iran.
È stato però, come si diceva, il capitolo domestico, dell’economia, dei diritti sociali, del lavoro, a costituire il centro e la vera ragione del discorso. Per 43 volte Biden ha usato la parola “jobs”, lavoro, nel suo discorso, in un appello alla middle e alla working class che ha ricordato l’antica tradizione populistica dei democratici americani. “Quando penso ai cambiamenti climatici, penso al lavoro”, ha detto Biden. Tutto, ha spiegato il presidente, “migliorare la rete idrica, costruire autostrade, migliorare le scelte sanitarie per i più piccoli e per le famiglie”, tutto significa nuove possibilità di lavoro per gli americani. L’“American Families Plan” del valore di 1800 miliardi di dollari, che Biden ha presentato ieri sera, andrà dunque ad aggiungersi al già approvato ”American Rescue Plan” da 1900 miliardi, che ha ridato slancio a un’economia devastata dal coronavirus, e al già proposto “American Jobs Plan” da 2300 miliardi che punta invece a migliorare il tessuto infrastrutturale del Paese.
Si tratta di un piano di investimenti a livello federale che non ha probabilmente eguali nella storia americana e che riporta in auge l’idea che il governo non è “il problema” (come voleva Ronald Reagan), ma è il modo per risolvere i problemi, per far ripartire l’economia, per ri-orientare ricchezza e opportunità quando le diseguaglianze diventano troppo nette. Il “piano per le famiglie” di Biden prevede investimenti da 1000 miliardi di dollari e incentivi fiscali da 800 miliardi. L’idea è quella di rendere universale e gratuito il prekindergarten per i bambini di 3 e 4 anni; pagare i congedi parentali e per motivi di salute; aumentare l’assistenza sanitaria per i minori; allargare i benefici dell’ “Affordable Care Act”, la riforma sanitaria di Barack Obama, soprattutto nelle aree abitate dalle minoranze; offrire il college pubblico gratuito; estendere, fino a renderla definitiva, la child tax credit, un incentivo fiscale per le famiglie con figli. Per pagare questo complesso di riforme, Biden pensa ad aumentare la income tax per l’1 per cento della popolazione più ricca (dal 37 al 39,6 per cento) e far salire le imposte anche sui capital gain per chi guadagna più di un milione di dollari all’anno.
La reazione dei repubblicani alle proposte di Biden è già arrivata ed è di totale chiusura. “Dietro la faccia così familiare del presidente Biden, c’è quella mai così radicale mostrata dai democratici di Washington”, ha detto il leader repubblicano del Senato Mitch McConnell. Se dunque la battaglia al Congresso è scontata, e se incerto è il destino della legge, sicuramente forte è il tentativo di ripensare il ruolo dello Stato, del pubblico, in funzione di una maggiore giustizia sociale. Joe Biden, che si proponeva come un presidente “di transizione”, punta a diventare, pur tra tutti i dubbi, i rischi, le difficoltà forse insormontabili, un presidente “di trasformazione”.