L'INTERVISTA - Immunizzare i più giovani significa anche "ridurre il rischio di emergenza di nuove e più pericolose varianti selezionate appunto dai vaccini. Per ottenere questo scopo dobbiamo vaccinare quante più persone possibile il più presto possibile, e questo deve comprendere anche i ragazzi"
Non più lockdown, né coprifuoco e forse un inizio di vera normalità. Il prossimo futuro, tra alcuni mesi naturalmente, potrebbe essere così se ci saranno abbastanza persone vaccinate. E se tra queste ci saranno anche i più giovani, meno suscettibili tranne rari casi alla malattia grave scatenata da Covid 19, ma considerati comunque veicoli di Sars Cov 2, l’obiettivo potrebbe essere centrato. Ne è convinto Guido Silvestri, professore ordinario e direttore del dipartimento di Patologia Generale e Medicina di Laboratorio alla Emory University di Atlanta (Usa), editor di Journal of Virology, la più citata rivista di virologia, ed autore di 256 pubblicazioni scientifiche, considerato uno dei massimi esperti nel campo di un virus atroce come quello dell’Hiv, a cui abbiamo chiesto una riflessione sull’arrivo – previa autorizzazione di Ema – del vaccino Biontech-Pfizer per la fascia 12-15 anni.
“Credo che si andrà verso la fine del Covid come malattia abbastanza severa da costringere a misure come lockdown, coprifuoco, etc. Questo dovrebbe accadere – spiega lo scienziato a ilfattoquotidiano.it – già nei prossimi mesi in tutti i paesi Occidentali, come è già successo in Israele e come sta succedendo negli Usa e nel Regno Unito“. Silvestri è così convinto della necessità di vaccinare la popolazione più giovane da aver festeggiato con un post su Facebook, il 25 marzo, l’iniezione di Pfizer per la figlia adolescente. Oggi il colosso Usa Pfizer e la società di biotecnologie tedesca Biontech hanno presentato la richiesta di autorizzazione all’Agenzia europea del farmaco (Ema). E la richiesta è già al vaglio della Food and drug administration. E sulla “elegante” tecnologia dell’Rna messaggero il professore fa una previsione sul futuro di questi vaccini: “Molti, tra cui il sottoscritto, pensano che verranno testati per altre malattie, tra cui anche la infezione da Hiv”.
Pfizer-Biontech hanno annunciato che a giugno il vaccino sarà disponibile per la fascia 12-15 anni. Può spiegare perché è una buona notizia?
Si tratta di un’ottima notizia in quanto il nostro obiettivo, attraverso la campagna di vaccinazione, deve essere non solo quello di ridurre la mortalità da Covid-19, risultato che si raggiunge vaccinando le persone anziane e fragili, ma anche quello di ridurre al massimo la circolazione del virus tra la popolazione, onde ridurre il rischio di emergenza di nuove e più pericolose varianti selezionate appunto dai vaccini. Per ottenere questo scopo dobbiamo vaccinare quante più persone possibile il più presto possibile, e questo deve comprendere anche i ragazzi.
Il trial di sperimentazione ha riguardato 2260 adolescenti. Si tratta di una coorte abbastanza ampia per garantire i dati di efficacia e sicurezza?
Direi proprio di sì. E non sono il solo a pensarla in questo modo nel nostro ambiente. Teniamo presente che il trial ha mostrato una efficacia del 100% nel proteggere dal Covid a fronte di nessun effetto avverso di tipo severo. Cosa vogliamo di più da un vaccino?
C’è chi solleva la questione del basso rischio di malattia grave nella fascia della popolazione più giovane a fronte del rischio di eventi avversi. Qual è il suo commento?
È vero che i giovani sono a basso rischio di sviluppare il Covid severo, ma parliamo di rischio basso, non di assenza di rischio. Ma soprattutto valgono le considerazioni fatte prima sull’importanza di ridurre al massimo la circolazione di Sars Cov2 tra la popolazione.
Quale prospettiva possiamo intravedere rispetto alla pandemia quando anche gli under 16 saranno vaccinati?
Credo che si andrà verso la fine del Covid come malattia abbastanza severa da costringere a misure come lockdown, coprifuoco, etc. Questo dovrebbe accadere già nei prossimi mesi in tutti i paesi Occidentali, come è già successo in Israele e come sta succedendo negli Usa e nel Regno Unito. Qui però sarà importante riuscire a vaccinare l’intera popolazione mondiale e non solo quella dei paesi ricchi, non solo per elementari motivi etici, ma anche per evitare che una prolungata circolazione virale in presenza di ampie fette di popolazione vaccinata possa selezionare varianti ad alta resistenza.
L’immunologo Anthony Fauci alcune settimane fa ha spiegato che all’inizio del prossimo anno scolastico in Usa potrebbero essere vaccinati anche i bambini che iniziano la scuola elementare cioè dai 6 anni in poi. Pensa che sia necessario vaccinare anche i bambini così piccoli e se sì perché?
Sono assolutamente d’accordo. Il principio di ridurre la circolazione del virus significa che si dovrà vaccinare tutti i bambini in età scolare.
Anche l’azienda Moderna ha annunciato test per le fasce più giovani della popolazione. Sa a che punto è?
Credo che Moderna stia seguendo le orme di Pfizer ma con qualche settimana di ritardo. E tutto lascia presagire che i risultati vadano nella stessa direzione, considerando che i due vaccini sono molto simili, sia in termini di efficacia che di sicurezza.
I vaccini a Rna messaggero hanno dimostrato di essere particolarmente efficaci. In futuro saranno utilizzati solo questi?
Credo di sì. Il principio della vaccinazione a Rna è noto da anni per la sua eleganza, e dopo aver risolto alcuni problemi tecnici, tipo quello della purificazione, quello dell’incapsulamento e quello della stabilità, questi vaccini hanno avuto uno strabiliante battesimo di fuoco durante il quale ci stanno facendo vincere la guerra contro il Covid. Molti, tra cui il sottoscritto, pensano che verranno testati per altre malattie, tra cui anche la infezione da Hiv.
C’è chi sostiene che i vaccini a vettore virale, Astrazeneca e Janssen (Johnson&Johnson), godano di “cattiva pubblicità” perché meno costosi. Cosa ne pensa?
I vaccini a vettore virale un po’ meno efficaci di quelli a Rna, soprattutto a livello di prevenzione dell’infezione lieve, un po’ più rischiosi, con questo rischio basso ma non assente di indurre fenomeni trombotici centrali, ed un po’ più difficili da modificare per neutralizzare in modo ottimale le varianti. Nel caso di AstraZeneca ci sono stati anche degli errori commessi durante il trial clinico di fase-3 che hanno creato un po’ di pubblicità negativa. In termini assoluti sono dei buonissimi vaccini, che io consiglio comunque di fare, ma le vere Ferrari della campagna vaccinale sono i vaccini a Rna.
Una riflessione finale?
In Italia bisogna accelerare la campagna di vaccinazione, si va ancora troppo piano, mentre si continua a chiedere sacrifici enormi ai cittadini in termini di lockdown, coprifuoco, chiusura di scuole ed altre attività, e così via. Bisogna smettere questa diatriba tra chiusuristi ed aperturisti, ed invece dobbiamo inchiodare i politici alla loro vera responsabilità, che è quella di vaccinare, vaccinare, vaccinare.