Dalle indagini è emerso che Iaccarino, eletto con Forza Italia, in cambio di denaro, avrebbe favorito l'imprenditore indagato nella liquidazione di una somma di denaro che vantava nei confronti del Comune di Foggia per la fornitura di prodotti fitosanitari necessari per l’attività dell’azienda agricola comunale Masseria Giardino
Corruzione, tentata induzione indebita e peculato. Sono le accuse mosse a vario titolo dalla procura di Foggia all’ex presidente del Consiglio comunale del capoluogo dauno Leonardo Iaccarino, già finito nella bufera Capodanno per aver sparato con una pistola dal balcone di casa, e a un altro consigliere, Antonio Capotosto, eletto con l’Udc e sostenitore della maggioranza del sindaco Franco Landella. Iaccarino è stato portato in carcere, Capotosto è invece ai domiciliari. Il prefetto Raffaele Grassi ha disposto la sospensione per entrambi dalla loro carica pubblica. L’inchiesta vede coinvolto anche l’imprenditore Francesco Landini, al quale è stata applicata la misura cautelare dell’obbligo di firma. Indagato anche un ex dipendente comunale. A quanto si apprende, potrebbero esserci altri indagati.
Dalle indagini è emerso che Iaccarino, in cambio di denaro, avrebbe favorito l’imprenditore indagato nella liquidazione di una somma di denaro che vantava nei confronti del Comune di Foggia per la fornitura di prodotti fitosanitari necessari per l’attività dell’azienda agricola comunale Masseria Giardino. Sempre Iaccarino è inoltre ritenuto responsabile dalla procura guidata da Ludovico Vaccaro anche di una serie di peculati, essendosi in più occasioni, nell’arco di poco più di tre mesi, appropriato di denaro di cui aveva la disponibilità per ragioni del suo ufficio, e avrebbe destinato all’acquisto di beni per sé stesso. “Noi continuano con l’attività di indagine sperando che ci sia collaborazione da parte delle delle persone che saranno ascoltate in questi uffici”, ha spiegato Vaccaro.
Secondo l’accusa, Iaccarino e l’ex dipendete avrebbero intascato rispettivamente 5mila e 4mila euro da Landini per influenzare gli uffici comunali affinché liquidassero in tempi rapidi una fattura da 26mila euro emessa da un parente (non indagato) dello stesso Landini per una fornitura. La liquidazione fu imputata in una determinazione di spesa del giugno del 2019 che autorizzava gli acquisti di fitofarmaci solo fino a 6 mila e 800 euro. Oltre ai soldi i due avrebbero anche ricevuto la promessa di fornitura di 2mila litri di gasolio.
Del reato di tentata di induzione indebita sono accusati invece sempre l’ex presidente del consiglio comunale e Capotosto che – secondo l’accusa – avrebbero tentato di indurre il presidente di una cooperativa sociale di servizi a pagare 20mila euro per il riconoscimento di un debito fuori bilancio. Iaccarino risponde anche di una serie di episodi di peculato perché avrebbe trattenuto per sé e poi donato ad amici e parenti materiale e soldi che gli spettavano per la sua carica di presidente del consiglio. Si parla di gel igienizzanti e termoscanner, di 850 euro per addobbi natalizi e 500 euro per l’acquisto materiale informatico.
Iaccarino è stato presidente dell’assemblea municipale di Foggia fino allo scorso febbraio. Lo scorso gennaio un suo video girato la notte di San Silvestro lo riprendeva mentre, armato di una pistola, sparava a salve dal balcone urlando: “Non è una barzelletta”. Subito dopo le polemiche e le critiche ricevute a seguito del video pubblicato, aveva annunciato le sue dimissioni. Poi le aveva ritirate ma il Consiglio comunale lo ha sfiduciato ai primi di febbraio rimuovendolo dalla carica.
L’uomo, di professione vigile del fuoco, eletto due anni fa nelle fila di Forza Italia, era poi diventato indipendente. Capotosto è stato anche lui eletto con la maggioranza che sostiene il sindaco di Landella. Dallo scorso 9 marzo, inoltre, nel Comune di Foggia si è insediata la Commissione di accesso inviata dal Viminale per accettare eventuali pressioni da parte della mafia foggiana nell’attività amministrativa.