La misura, voluta da oltre 50 associazioni, professori universitari e soggetti della società civile, punta a orientare i flussi di prodotti locali verso il consumo territoriale. Tra gli obiettivi l'aumento della quota di cibo locale nelle mense, il finanziamento a Gruppi di acquisto solidale, il potenziamento delle filiere corte favorendo l’accesso dei produttori agricoli del territorio ai 127 mercati rionali. Il direttore di Terra! Ciconte: "Risultato storico"
L’Assemblea capitolina ha approvato la delibera sulla food policy per una politica del cibo mirata ad orientare i flussi di prodotti locali verso il consumo territoriale. L’atto votato all’unanimità in consiglio comunale, è stato fortemente voluto da oltre 50 associazioni, professori universitari e soggetti della società civile che nel 2019 si sono riuniti nel Consiglio del Cibo per elaborare l’ambiziosa proposta di dotare il Comune di Roma di un piano strategico sull’agricoltura e l’alimentazione. Reti e associazioni che hanno dovuto fare qualche pressione all’assemblea capitolina per la votazione della delibera visto che l’atto, dopo essere stato approvato dalle commissioni congiunte di Ambiente e Commercio di Roma Capitale, per circa un anno è rimasto nel cassetto.
“Dotare Roma, il Comune agricolo più grande d’Italia, di una food policy significa garantire ai cittadini l’accesso a un cibo più sano ed ecologico. Ma significa anche – sottolinea la sindaca Virginia Raggi – puntare sull’agricoltura locale, favorendo chi produce tali risorse, soprattutto durante questo periodo di crisi. Sono sicura che ora Roma Capitale potrà beneficiare, per la prima volta, di una vera e propria politica del cibo volta alla sostenibilità e alla riduzione degli sprechi”.
“Per Roma – spiega Fabio Ciconte, direttore di Terra!, fra le associazioni promotrici della food policy – è un risultato importante, storico oserei dire. Un traguardo raggiunto con un processo nato dal basso e accolto ora dalla politica in un atto ufficiale. Si tratta di un caso unico in Italia e forse nel mondo: di solito le strategie alimentari nascono per impulso delle istituzioni, mentre qui è accaduto l’opposto. Questa delibera metterà a confronto finalmente le reti della società civile con la politica per dare vita ad un processo di pianificazione del settore agricolo e alimentare che speriamo sarà davvero partecipato”.
Dal confronto tra società civile e politica gli obiettivi principali che Terra!, Slow Food, cooperativa agricola Coraggio e altre associazioni auspicano sono numerosi e importanti. Bisognerà potenziare la quota di prodotti locali nelle mense scolastiche e sostenere con risorse e programmi pubblici le esperienze di economia solidale come i Gruppi di acquisto solidale, le piattaforme di distribuzione alternativa e i mercati contadini. Roma Capitale inoltre, secondo il Consiglio del Cibo, dovrà mettere a bando le terre pubbliche abbandonate per agevolare l’ingresso nel mercato di giovani agricoltori, fermando la speculazione edilizia e azzerando il consumo di suolo. Infine sarà necessario potenziare le filiere corte favorendo l’accesso dei produttori agricoli del territorio ai 127 mercati rionali della Capitale, visto che al momento sono presenti in questo circuito solo un centinaio di coltivatori diretti. Un obiettivo ambizioso che ora, conclude Ciconte, “potremo realizzare rafforzando i legami tra campagna e città, fra produzione e consumo, tra cibo e salute”.