Acciuffata finalmente la soglia delle 500mila vaccinazioni al giorno con la Lombardia che dopo mesi di errori, ritardi e disguidi corre, si può pensare a un possibile calendario che riguardino le fasce meno anziane della popolazione. Fermo restando che ci sono ancora anziani non vaccinati, la prospettiva riguarda la fascia intermedia e l’inizio della campagna massiva, come ipotizza il Corriere della Sera, a partire da metà maggio. Un traguardo ambizioso visto che secondo il report settimanale sulle vaccinazioni in Italia, il 41,5% della fascia 70-79 è in attesa di ricevere la prima dose, il 58,4% ne ha ricevuta almeno una e l’8,5% ha fatto anche il richiamo. Mentre tra gli over 80, il 15,3% è in attesa della prima dose, l’84,6% ne ha ricevuta almeno una e il 63,4% il ha fatto anche il richiamo. Certo è che con gli arrivi puntuali dei vaccini, le prenotazioni gestite in maniera razionale, sono state 2.776.686 milioni le dosi di vaccino somministrate nell’ultima settimana in Italia. Il totale, a venerdì, era 19.606.500 milioni. Con la quota 20 milioni a un soffio.
A metà maggio all’Italia dovrebbero essere consegnate circa 17 milioni di fiale, a giugno altre 30. Tra queste ci sono 7 milioni di dosi del vaccino di Oxford-Astrazeneca che viene raccomandato agli over 60 per i rari casi di trombosi avvenuti dopo le somministrazioni e di cui ora si conosco sintomi ed è stata messa appunto la terapia. Ieri Gianni Rezza, direttore della prevenzione del ministero della Salute, ha confermato che “nulla è cambiato”: i richiami verranno effettuati col Vaxzevria, anche per gli under 60. Il professor Andreas Greinacher dell’università di Greifswald, che ha scoperto la trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino (VITT) nelle persone che hanno ricevuto i vaccini di AstraZeneca, in una conferenza stampa internazionale, ieri ha spiegato che “non ci sono studi sull’efficacia di un richiamo con un altro vaccino” aggiungendo però di aspettarsi una buona risposta immunologica, come aveva spiegato a ilfattoquotidiano.it anche Sergio Abrignani, immunologo del Cts. Per quanto riguarda invece i richiami con AstraZeneca per chi ha già ricevuto una dose dello stesso vaccino, il professore tedesco spiega che “non ci sono prove che con la seconda dose il rischio sia minore o maggiore“, sottolineando inoltre come tutti i casi di reazione autoimmune finora identificati “hanno avuto la reazione avversa dopo la prima dose”.
Una volta immunizzati la gran parte degli over 65 si potrebbe aprire quella “fase in parallelo” pensata dal commissario Figliuolo che, in una intervista a Repubblica, dice: “Coperti gli over 65 la mia idea, ancora non condivisa con chi prenderà la decisione finale, è di dire a tutti quelli che hanno più di 30 anni: andate e vaccinatevi”. Senza contare che resta la campagna di vaccinazione aziendale. “Abbiamo censito 730 punti vaccinali aziendali – ha detto il commissario -. Speriamo di arrivare a fine maggio all’obiettivo». Mentre sulle dosi: “Non posso dire che domani riusciremo a fare un milione di vaccini, ma intanto sono sicuro che la macchina possa salire molto più su dei 500 mila”.
Vaccinati gli over 60 rimasti, la categoria 50-59 anni con patologie, prenderà l’avvio la copertura della fascia 55-59 anni di cui molte regioni stanno aprendo in questi giorni le prenotazioni. Le adesioni per la fascia 50-54 anni potrebbero essere aperte poco prima del 20 maggio, in Veneto, Piemonte e Lombardia. A fine maggio si potrebbero aprire le prenotazioni per la fascia 45-49 anni che quindi potranno verosimilmente vaccinati a partire dal 20 giugno. Poi gli altri come la fascia 40-44 anni a luglio entro le prime due settimane.
“Vorrei che si dicesse: chi ha più di 30 anni si presenta e si vaccina. Poi decideremo le modalità con le Regioni, anche per evitare le resse che abbiamo visto” ha spiegato il generale. Il commissario straordinario ha anche dichiarato che per l’estate si sta pensando “di utilizzare strutture presso centri montani o estivi, che potrebbero dare un appeal a quel tipo di utenti. Tutti siamo stati giovani – ha detto – e sappiamo che i giovani a volte si sentono onnipotenti e pensano: ‘Tanto non lo prendo’. Ma così possono colpire congiunti più anziani. Saremo proattivi, vedremo come strutturare questo piano, ma lo faremo”. E per le vaccinazioni dei più giovani non esclude la possibilità delle scuole: “Stiamo iniziando a pensare anche a idee di questo tipo“.