Undici minuti e 40 secondi. Da una parte la voce alterata di Fedez che ha capito che qualcuno nell’organizzazione del Concertone vuole cambiare, limare, smussare il suo intervento sul ddl Zan e sulla Lega. Dall’altra prima Lillo – tra i conduttori dell’evento, che sostiene il rapper – e poi il capo-progetto Massimo Cinque, la vicedirettrice di Rai3 Ilaria Capitani, il discografico Massimo Bonelli, tra gli organizzatori della manifestazione dei sindacati. E’ la versione integrale e non tagliata della conversazione che risponde ai dubbi sollevati dalla Rai rispetto al comportamento degli autori e dei dirigenti dell’azienda. Quasi 12 minuti di telefonata in cui nessuno si vuole prendere la responsabilità della decisione, tra imbarazzi, balbuzie, ricerca delle parole giuste. In questa versione audio – nella quale Fedez è all’altro capo del telefono – si sente ancora il passaggio in cui Cinque spiega cosa (secondo lui) è “servizio pubblico“, chiede a Fedez “di adeguarsi a un sistema” e di eliminare “tutte le citazioni con nomi e cognomi” perché “non c’è una controparte“. Anzi “tutto deve essere contestualizzato” e “questo non è il contesto corretto“. Più chiaramente: “Un contesto diverso da una tribuna politica non è corretto” secondo il capo-progetto. In pratica denunciare le frasi aberranti di esponenti politici ed eletti sugli omosessuali è possibile solo nelle trasmissioni politiche.
La verità comincia a venire a galla quando qualcuno dice: “Noi vogliamo evitare che la cosa diventi questa, che il tema diventi questo“. Paradossalmente il tema ha avuto una eco ancora maggiore. “Voi state andando nella direzione opposta – dice a quel punto Fedez – voi nel servizio pubblico avete il potere di censurare chi volete…”. Il nervosismo dei vari interlocutori di Fedez diventa palpabile quando il rapper parla di “censura“, termine contro il quale si imbizzarriscono tutti. “La Rai non ha alcuna censura da fare” precisa Capitani, vice di Di Mare a Rai3. “Quindi mi ha appena detto: puoi salire sul palco e puoi dire quello che vuoi”. E Capitani interviene subito: “No, no, no, no, non ho detto questo”. Solo che “è inopportuno il contesto“. L’intervento della giornalista e funzionaria è molto breve, il telefono passa di mano in mano e nessuno vuole prendersi in carico la richiesta di edulcorare il testo del discorso di Fedez. Vengono citate più volte Cgil, Cisl e Uil, ma nessuno dei sindacati parla al telefono. “Siamo in difficoltà” confessa Bonelli, il più prostrato di tutti. “E’ un problema di opportunità“. Alla fine della telefonata però resta il mistero: un problema di opportunità per chi visto che nessuno ha rivendicato la scelta di chiamare Fedez per fargli cambiare il testo?