Momenti di tensione questa mattina, in occasione di una serie di eventi organizzati dall’estrema destra, per ricordare i gerarchi fascisti fucilati sul lungolago di Dongo e Benito Mussolini, ucciso insieme a e Claretta Petacci di fronte ai cancelli di Villa Belmonte, a Giulino di Mezzegra, nel comasco. Una cinquantina di manifestanti si è data appuntamento intorno alle 8.30 in piazza Paracchini a Dongo per la commemorazione fascista e, contemporaneamente, circa duecento tra esponenti di Anpi, Cgil e gruppi antifascisti è intervenuto rispondendo con slogan, canti e battimani durante l’evento. I manifestanti di destra hanno fatto più volte il saluto romano. A vigilare polizia, con agenti in assetto anti sommossa, che hanno disposto barriere e camionette per tenere separati i due schieramenti. “Il fatto che venga permessa una manifestazione del genere è una offesa agli italiani“, dice all’Adnkronos Guglielmo Invernizzi, presidente dell’Anpi provinciale di Como. La manifestazione, spiega, è stato autorizzata da questura e prefettura: “Da tempo abbiamo sollevato il problema -spiega- ma anche quest’anno, in questo senso, non si è cavato un ragno dal buco. proprio l’altroieri -avverte- abbiamo incontrato il prefetto, ma le risposte sono state che non è possibile proibire a priori una manifestazione per rispetto alla libertà di espressione, costituzionalmente garantita, e certamente non è possibile sapere se verranno commessi dei reati”. Il fatto, poi, è che “la forze dell’ordine possono presentare rapporto di denuncia per i fatti che violano la legge Mancino sull’apologia di fascismo, ma se la magistratura non le porta avanti, la prefettura non può fare nulla”. “Secondo loro, quindi, così come danno il permesso a noi di manifestare, anche loro hanno il diritto a ricevere lo stesso trattamento”. Ma “la Costituzione dice che il partito fascista non può essere costituito sotto nessuna forma”. E, soprattutto, “non può esserci una contrapposizione sullo stesso piano delle ragioni degli antifascisti e di quelle dei fascisti. Non possiamo accettare che ci considerino tali a quali a loro, sarebbe un’offesa all’Italia che ha fatto la resistenza e ha pagato con la vita la difesa di uno Stato libero”.