Gli anni di piombo come la jihad. Il paragone è del ministro della Giustizia francese secondo il quale gli ex terroristi italiani arrestati a Parigi, per i quali sta per essere avviata la procedura di estradizione, sarebbero come i terroristi islamici che hanno colpito la Francia.
Eric Dupond-Moretti, lo ha detto intervenendo ai microfoni dell’emittente France Inter: “Avremmo accettato che uno degli autori del Bataclan andasse a vivere 40 anni in Italia? – ha ribattuto il ministro ai suoi interlocutori – Questi hanno le mani sporche di sangue. Non ho remore”.
Dupond-Moretti, sempre alla radio, ha raccontato un “aneddoto” che, afferma, gli è stato riportato dalla sua omologa italiana, Marta Cartabia, a proposito degli ex terroristi italiani in Francia. “Un commissario di polizia fu ucciso in uno studio medico, con 5 proiettili, davanti a suo figlio, un bambino di 5 anni. Questo bambino è diventato un uomo e un giorno è venuto a Parigi ad assistere a una partita. È la ministra della Giustizia italiana che me l’ha raccontato: sapete chi c’era alla partita, a qualche metro da lui? L’assassino di suo padre”.
I 7 arrestati e gli altri 2 che si erano costituiti sono tornati tutti in libertà in 24 ore con diverse restrizioni, tra cui il divieto di lasciare il territorio francese. Da mercoledì 5 maggio inizieranno i processi davanti alla Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello di Parigi, che dovrà entrare nel merito, caso per caso, della richiesta di estradizione dell’Italia nei loro confronti. Resta introvabile il solo Maurizio Di Marzio, evidentemente in attesa di prescrizione che per lui scatterà il 10 maggio.
Il giorno degli arresti l’Eliseo aveva spiegato che con l’operazione Ombre Rosse si chiude definitivamente il dossier degli anni di piombo e della controversa dottrina Mitterrand, servita a proteggere chi fuggì dall’Italia per non scontare condanne.