Da Letta a Di Maio e Zan, il centrosinistra si è schierato in difesa del rapper dopo il suo discorso contro la Lega dal palco del concertone. E il sindacato Usigrai denuncia: "Ecco il sistema che vige in Rai da sempre". Salvini cambia ancora posizione: dopo le minacce preventive di ieri, oggi parla di "polemica interna alla sinistra" e dice: "Aspettiamo che qualcuno paghi e si dimetta"
Le parole di Fedez contro la Lega al Concertone del Primo maggio e la pubblicazione della telefonata nella quale i vertici Rai chiedono al cantante di “adeguarsi al sistema” hanno provocato un terremoto a viale Mazzini e aperto l’ennesimo fronte politico dentro la maggioranza. Le forze di centrosinsitra, Pd-M5s-Leu, si sono infatti schierate in difesa del rapper che ha pubblicamente attaccato l’ostruzionismo del Carroccio contro la legge sull’omotransfobia, mentre il sindacato interno Usigrai ha messo sotto accusa “la partitocrazia” dell’azienda pubblica. Il primo a ringraziare il cantante ieri sera è stato il deputato Pd che ha dato il nome al disegno di legge contro l’omotransfobia Alessandro Zan: “Ora il Senato abbia lo stesso coraggio”, ha scritto su Twitter.
Questa mattina, sempre su Twitter, è intervenuto l’ex presidente del Consiglio e leader M5s Giuseppe Conte: ” Io sto con Fedez. Nessuna censura”, ha scritto rilanciando una foto del rapper. Poco prima aveva parlato il segretario Pd Enrico Letta: “Ci aspettiamo parole chiare dalla Rai, di scuse e di chiarimento”, ospite su Radio 24, al ‘Caffe della Domenica’ di Maria Latella. “Poi voglio ringraziare Fedez, le sue parole forti che condividiamo in pieno, rendono possibile rompere un tabù, cioè che non si può parlare di diritti perché siamo in pandemia. Occuparsi di pandemia non vuol dire che non si possono fare battaglie per i diritti, Ius soli, come ddl Zan”. Per Michele Bordo invece, deputato Pd in commissione Vigilanza, servono “le dimissioni dei vertici Rai coinvolti nella vicenda“.
Intanto sul fronte del centrodestra, Matteo Salvini nel giro di poche ore ha fatto varie giravolte sulla sua posizione. Dopo che ieri è stato il primo a far partire le minacce preventive, ancora prima che Fedez salisse sul palco (“No ai comizi di sinistra con i soldi degli italiani“, ha twittato), oggi ha cercato di prendere le distanze dalla polemica: “E’ una polemica tutta interna alla sinistra. Artista di sinistra, ‘censori’ di sinistra. Viva la musica e la libertà. Aspettiamo che qualcuno paghi e si dimetta. P.s. L’interlocutrice Rai registrata da Fedez era portavoce di Veltroni, sindaco Pd di Roma”. Il riferimento è alla vicedirettrice di Rai3 Ilaria Capitani che partecipa alla telefonata, poi diffusa da Fedez: la dirigente è stata infatti ex caporedattrice e conduttrice del Tg2, ma anche conduttrice a Cominciamo bene su Rai3 e portavoce dell’ex sindaco dem della Capitale.
Chi ha messo sotto accusa la lottizzazione della tv pubblica e il controllo dei partiti è stato il sindacato dei giornalisti Rai Usigrai: “Nella Rai Servizio Pubblico non può esistere alcun “sistema” cui adeguarsi”, hanno scritto in una nota. “Nella Rai Servizio Pubblico ci si deve adeguare esclusivamente ai valori del Contratto di Servizio, quindi a quelli della Costituzione. Detto questo, vedere i partiti che si accapigliano sulla vicenda Fedez è il trionfo dell’ipocrisia. Perché noi un “sistema” in Rai lo denunciamo da anni: ed è esattamente quello della partitocrazia, che – a partiti alterni – occupa il Servizio Pubblico. Come del resto accadrà ancora una volta nelle prossime settimane con il rinnovo del CdA. Lasciate libera la Rai, lasciate libere le idee, lasciate libere l’informazione e l’arte. Gli unici limiti che si possono legittimamente porre sono quelli imposti dalle leggi e dalla nostra Costituzione”. Nel pomeriggio è arrivata la nota dell’amministratore delegato Salini che si è scusato “se qualcuno ha parlato di sistema” e ha garantito di aver “avviato verifiche interne”.
Di Maio: “Censura inaccettabile”. Patuanelli: “Serve una vera legge sul conflitto di interessi e la riforma della Rai” – In sostegno del cantante si è espresso anche il ministro degli Esteri M5s Luigi Di Maio: “La musica è libertà, trasmette emozioni e ci aiuta a comprendere, analizzare, maturare. Penso che il rispetto sia la cosa più importante e stia alla base di tutto, significa saper accettare le critiche e le idee diverse dalle nostre. E un Paese democratico non può accettare alcuna forma di censura. Conosco Fedez da tempo, oltre ad essere un cantante di grande talento è una persona che in tutto quello che fa ci mette sempre il cuore. Ogni artista deve avere la possibilità di esibirsi liberamente, esprimendo le proprie idee e mostrando la propria arte. La musica è qualcosa di profondo che molto spesso ci permette di capire e affrontare problematiche legate alle persone e alla nostra società”. Mentre il deputato Riccardo Fraccaro ha chiesto un cambio radicale: “Se questo è il sistema è il momento di cambiare il sistema”. Il ministro dell’Agricoltura M5s Stefano Patuanelli: è andato oltre, facendo “un esame di coscienza”: “Il M5s è entrato nelle istituzioni con alcuni grandi obiettivi, molti siamo riusciti a raggiungerli, altri purtroppo sono ancora un miraggio. Uno su tutti: una vera legge sul conflitto d’interessi e una profonda, forse drastica, riforma del sistema dell’informazione italiano, a partire dalla Rai. Abbiamo il dovere di ridimensionare il potere della politica, che ancora oggi controlla e influenza le più importanti aziende editoriali del Paese”.
Per Sinistra italiana ha parlato Nicola Fratoianni: “Parole di una semplice verità quelle di #Fedez sul palco del #concertone: inutile che ora la Lega si agiti, fra loro ci sono i campioni dell’#omofobia e dell’odio. C’è voluto il coraggio di un giovane artista per smontare la loro ipocrisia. Grazie @Fedez”, ha scritto su Twitter. E il capogruppo di Leu in commissione Vigilanza Rai Federico Fornaro ha ribadito: “Grazie Fedez, tentativo censura preventiva Rai semplicemente inaccettabile”.
Le critiche del centrodestra: dal cappellino Nike ai presunti attacchi alla famiglia secondo Pillon e Coghe – Condanne invece sono arrivate dal centrodestra, da sempre contrario alla legge contro l’omotransfobia. Se Matteo Salvini ha parlato ieri sera su Facebook, invitando (di nuovo) Fedez a prendere un caffè per parlare di diritti e ha ribadito che il ddl Zan “non serve”, oggi a parlare è stata Fratelli d’Italia. “Dal palco in diretta Rai3, mentre pubblicizza indirettamente la Nike indossando un cappello logato, il politico-cantante insulta, con tanto di nomi e cognomi, rappresentanti del mondo associativo pro Life, la cui ‘colpa’ è quella di criticare il ddl Zan e l’introduzione del reato di omontrasfobia”, ha detto la senatrice di Fratelli d’Italia, Isabella Rauti. In realtà Fedez, dal palco, ha elencato una serie di dichiarazioni pubbliche del Carroccio contro la comunità Lgbt.
Ha protestato anche il vicepresidente di Pro vita e Famiglia Onlus Jacopo Coghe, citato proprio da Fedez nel suo discorso: “Davanti al televisore, a casa con la mia famiglia, mi sono imbattuto nel pistolotto di Fedez e ad un certo punto mi sono sentito citato e deriso senza possibilità di contraddittorio. Ma un cantante può porre in essere questi attacchi personali, senza possibilità di contraddittorio?”, ha scritto in una nota. “Nelle sue parole ho percepito una violenza inaudita, tutto questo pagato con i nostri soldi, perché si tratta di servizio pubblico. La Rai non può farsi megafono di una singola voce. È vergognoso oltre che non rispettoso delle regole”. Mentre il senatore leghista Simone Pillon, principale oppositore del ddl Zan e che più volte si è scontrato con Fedez, ha protestato su Facebook: “Federico in arte Fedez”, ha scritto, “ieri sera ha nuovamente attaccato me, i colleghi e la Lega usando il palco del 1° maggio e i soldi del canone Rai che tutti paghiamo per fare un comizio politico a senso unico, senza contraddittorio. Quando vorrà un confronto anziché continuare coi soliloqui di parte e di partito, sa come trovarmi”. E ha concluso: “Pregherò volentieri anche per lui”.
Rai3 insiste nel negare la censura, ma la registrazione della chiamata smentisce la ricostruzione – Intanto la direzione di Rai3, nonostante la telefonata registrata e pubblicata da Fedez, insiste nel dire che non si è trattato di censura preventiva. “La direzione di Rai 3 conferma di non aver mai chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al concerto del primo maggio – richiesta invece avanzata dalla società che organizza il concerto – e di non aver mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista”, hanno scritto in una nota. “In riferimento al video pubblicato sul suo profilo Twitter da Fedez notiamo che l’intervento relativo alla vicedirettrice di Rai 3 Ilaria Capitani (l’unica persona dell’azienda Rai tra quelle che intervengono nella conversazione pubblicata da Fedez) non corrisponde integralmente a quanto riportato, essendo stati operati dei tagli’. ‘Le parole realmente dette – si legge ancora nella nota – sono: “Mi scusi Fedez, sono Ilaria Capitani, vicedirettrice di Rai 3, la Rai non ha proprio alcuna censura da fare. Nel senso che la Rai fa un acquisto di diritti e ripresa, quindi la Rai non è responsabile né della sua presenza, ci mancherebbe altro, né di quello che lei dirà”. “Ci tengo a sottolinearle che la Rai non ha assolutamente una censura, ok? Non è questo. Dopodiché io ritengo inopportuno il contesto, ma questa è una cosa sua’”. La telefonata però, si conclude con Fedez che a quel punto chiede se è possibile per lui lo stesso fare quella cosa “ritenuta da loro inopportuna”. E dall’altra parte del telefono rispondono: “Siamo in difficoltà, non lo sappiamo”. La vicedirettrice invece resta in silenzio.
Arcigay ringrazia Fedez: “Vorremmo sapere cosa è inopportuno per il servizio pubblico” – Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay ha diffuso una nota per ringraziare il rapper per la sua presa di posizione e si è rivolto alla Rai: “Il discorso di Fedez ha squarciato un velo: vorremmo sapere cosa è inopportuno per il servizio pubblico di radiotelevisione italiana. Noi o il consigliere leghista che ci vuole nel forno? Noi o tutta quella classe politica che ci dileggia, ci offende, e alle quale spalancate le porte dei vostri salotti? Quanti portavoce delle associazioni lgbtq+, quelli che parti consistenti della comunità hanno delegato a parlare per loro, si possono ascoltare nei format di informazione Rai? Al contrario, a quante bestialità, in termini di linguaggio e di concezione del mondo, i programmi Rai hanno scelto di fare da megafono e da palcoscenico? Anche di questo velo squarciato voglio dire grazie, di cuore, a Fedez”.