Un’era è finita, il dominio bianconero è spezzato: dopo nove campionati di fila la Juventus ha passato la mano. All’Inter. È andata come tutti, in fondo, immaginavano che andasse. Perché c’è stato un momento in cui il Napoli di Sarri è stato davvero vicino a battere la Juve (c’era praticamente riuscito, se non fosse stato per il famoso arbitraggio di Orsato), c’è stato un anno, il primo, di testa a testa col Milan, un paio di parentesi di qualche mese in cui persino Lazio e Roma hanno sognato di vincere lo scudetto. Però in tutti questi anni si è sempre pensato che sarebbe stata l’Inter a detronizzare i bianconeri, per ambizione, per i mezzi a disposizione, per tradizione. Ed alla fine è successo. Con la vittoria di sabato a Crotone e lo stop odierno dell’Atalanta, l’Inter è campione d’Italia 2020/2021. Addirittura con quattro giornate d’anticipo.

Sembra una vittoria scontata: i rivali lontanissimi, il campionato virtualmente chiuso da settimane. Nessuna festa sfrenata, per l’assenza di tifosi che ha tolto un po’ d’anima al campionato, ma anche perché questo titolo era annunciato. L’Inter ha aspettato 11 anni, in cui è passata da figuracce umilianti e per una rifondazione totale, poi ha rivinto quasi in scioltezza. La profezia però non si è avverata da sola. Per riuscirci ci sono voluti i soldi dei cinesi, oggi tanto bistrattati, alle prese con i diktat della madrepatria e la crisi di liquidità che mettono in dubbio la loro permanenza a Milano (e persino il futuro del club), ma a cui va riconosciuto di aver ricostruito l’Inter quasi da zero. Sono stati decisivi la forza del gruppo e la debolezza delle avversarie, due elementi che hanno caratterizzato l’intera stagione. Hanno contato i gol di Romelu Lukaku, il top player che ha spostato gli equilibri in casa nerazzurro, uomo simbolo se ce n’è uno di questo trionfo. Più di tutto il resto, però, ha fatto la differenza Antonio Conte.

Il 19esimo scudetto della storia nerazzurra è soprattutto il suo scudetto. Lo si è già detto nel corso della stagione, quando vittoria dopo vittoria l’Inter si avvicinava all’obiettivo. Ma persino da prima, due anni fa, quando Conte fu ingaggiato da Suning e Marotta. È stato preso per questo e non ha tradito le attese. Ha costruito la sua Inter, un’Inter finalmente da titolo. Ci ha messo due stagioni, un tempo tutto sommato ragionevole, nonostante qualcuno avesse storto la bocca l’anno scorso, quando i nerazzurri si erano scoperti non ancora pronti per vincere. E poi di nuovo a dicembre, dopo la brutta eliminazione ai gironi di Champions: qualcuno invocava addirittura le dimissioni. Ma erano solo incidenti nel percorso di un allenatore che, almeno in campionato (in Europa è un’altra storia) è garanzia di successo. È con lui e grazie a lui che l’Inter è riuscita prima a colmare il gap e poi proprio a staccare la Juventus. Il resto lo ha fatto proprio la Juve, che è letteralmente implosa per colpa delle sue scelte tattiche e societarie.

Doveva essere la sfida finale tra le due grandi rivali, con il Milan sorprendente terzo incomodo, ma alla fine il campionato è stato una cavalcata nerazzurra. Con tre partite simbolo. Lo 0-0 contro lo Shakthar Donetsk, il momento più difficile, che però è servito come presa di coscienza e soprattutto ha sgombrato il calendario dagli impegni di coppa che la rosa non riusciva a reggere. La vittoria contro la Juventus, la prima in un big match, che ha dato al gruppo la consapevolezza di potercela fare. E poi la punizione di Eriksen nel derby di Coppa Italia contro il Milan, che ha demolito le certezze dei rossoneri (di lì in poi sono letteralmente crollati) e al contempo ha cambiato la stagione del danese. Con lui nel cuore del gioco si è vista un’altra squadra, in grado di centrare il filotto di 11 successi di fila che ha scavato il distacco decisivo in classifica.

Insomma, nello scudetto dell’Inter non ci sono segreti. Mentre i nerazzurri crescevano, gli avversari calavano, fino praticamente a scomparire. Oggi l’Inter è la squadra migliore della Serie A. Forse non la più bella, senza dubbio la più solida, la più continua, semplicemente la più forte. E infatti ha vinto. Da oggi sono loro i campioni d’Italia. Non ci sarà stato pathos per l’assenza di rivali e tifosi, ma dopo 11 anni è comunque un’impresa.

Twitter: @lVendemiale

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