"Qui qualcuno ha scambiato il comunismo per un serraglio dove ognuno si vanta dei propri pruriti sessuali.... sta genta epurata", ha scritto il docente di Chimica in un commento su Facebook. Il giovane, originario di Messina e studente di Sociologia a Bologna, ha deciso di denunciare anche per "dare un segnale forte alla città". A 17 anni aveva già subito violenze di natura omofoba su un pullman: "La cosa peggiore è stata vedere chiunque su quell’autobus (dall’autista all’ultimo passeggero) completamente indifferente"
“Qui qualcuno ha scambiato il comunismo per un serraglio dove ognuno si vanta dei propri pruriti sessuali…. sta genta epurata”. È solo uno dei commenti indirizzati su Facebook da un docente universitario di Messina a Davide Curcuruto, un 25enne originario della città e studente di Sociologia a Bologna. Tutto è partito quando il prof, che insegna Chimica, lo scorso 7 aprile ha condiviso sulla sua bacheca un post di Curcuruto sul catcalling, accompagnandolo da un commento eloquente: “E l’idiota della settimana è…”. Il post, pubblico sul social fino a domenica sera, manco a dirlo ha scatenato commenti omofobi e violenti contro il ragazzo. “Respirare lo stesso ossigeno di sta gente mi disturba profondamente”, scrive uno dei commentatori, a cui il docente della città dello Stretto non manca di mettere un like. “Frocio perso”, “al meridione conciato così vieni pestato a sangue”. D’altronde lui stesso ha scatenato e partecipato alla baraonda di messaggi contro il giovane: “Già l’immagine del profilo dice tutto… ‘scioperiamo dal genere’… quando non sai tenere per te la voglia di farti inchiappettare e devi per forza farlo sapere al mondo”, si legge in un altro commento di suo pugno.
Di fronte a tutto questo, Davide ha deciso di denunciare: “L’ho fatto anche per dare un forte segnale alla città”. Raggiunto al telefono, ha la voce serena: “Me ne sono accorto perché a un certo punto mi sono arrivati dei commenti da amici che avevamo in comune. Era capitato in passato che io e questo signore ci incontrassimo in riunioni politiche, da formazioni comuniste dalle quali io sono poi uscito: adesso sono un attivista di Liberazione Queer, a Messina. Appena ho letto mi sono subito confrontato con gli altri membri e poi sono andato in questura a Bologna per denunciare tutto e per chiedere anche protezione per quando tornerò a casa”. D’altronde motivi per temere per la sua incolumità li ha già avuti: “Quando avevo 17 anni, sull’autobus che porta da Messina a un paesino della costa, Villafranca, mi hanno aggredito. Dopo avermi minacciato di morte, mi presero di peso in quattro e cercarono di buttarmi fuori dall’autobus dicendo che mi sarei dovuto schiantare sullo strapiombo e morirci. Davanti a tutta quella violenza gratuita, che non riuscivo a comprendere, non sapevo come reagire. La cosa peggiore di tutte però è stata vedere chiunque su quell’autobus (dall’autista all’ultimo passeggero) completamente indifferente”.
Solo 17 anni. Appena ha potuto Davide è andato via: “Uno dei motivi di certo che mi ha spinto e non posso negare di essere andato via con rancore, essere un adolescente queer a Messina è stata una delle cose più complicate della mia vita, e finalmente ora riesco a dirlo senza risentimento. Ora che, essendo lontano, ho imparato di nuovo ad amare il posto che ho lasciato, Nel frattempo mi sono reso conto che se anche in forme diverse, l’omofobia si annida ovunque. Oggi ho una maggiore consapevolezza e ho voluto dare questo segnale forte alla mia città”. Lì cioè dove ancora minorenne ha vissuto un episodio di violenza tra quelli che potrebbe sanzionare la legge Zan: “Una legge che è solo l’inizio per un percorso sociale importante”, commenta lui. Davide adesso però si trova attaccato da un professore dell’università di quella stessa città da cui era andato via con rancore. “Quando ho visto il post ho pensato: e se lo rifacesse? – ha continuato -. Se lo rifacesse con uno più piccolo, con meno reti, esattamente come me 7 anni fa? Altre vite devastate? Per questo questa volta ho deciso di denunciare, perché oggi sono in una comunità, oggi al mio fianco ci sono Liberazione Queer+ e Arcigay Messina insieme ad altre realtà: non sono solo, mai più”.
“L’università di Messina da sempre si è mostrata aperta e tollerante”, tiene a sottolineare il presidente di Arcigay Messina, Rosario Duca. E il rettore, Salvatore Cuzzocrea, ha subito parlato di “inaccettabili comportamenti omofobi”. Cuzzocrea ha anche incontrato le associazioni e ha poi diramato una nota in cui annuncia provvedimenti: “Rosario Duca è stato ricevuto dal Rettore e dal Prorettore Vicario, ed è stato invitato ad inviare tutta la documentazione necessaria al fine di attivare le dovute procedure disciplinari”.