“Faccia fiera di chi sa che qualche ora dopo suo marito avrebbe reso fiera (quasi) tutta Italia con il suo discorso e coraggio”, ha commentato su Instagram Chiara Ferragni, in riferimento al marito Fedez che si è ritrovato nell’occhio del ciclone per il suo discorso al Concertone del Primo Maggio sull’ostruzionismo della Lega e degli antiabortisti al ddl Zan, la legge contro l’omotransfobia, e sul rilancio del tema delle riforme necessarie per tutelare i lavoratori fragili dello spettacolo. Dunque c‘è anche lo zampino di Chiara Ferragni e della sua esperienza americana a marcare la linea politica-sociale del rapper.
L’imprenditrice ha vissuto per cinque anni in America facendo da spola tra Milano e Los Angeles. Chiara Ferragni aveva anche comprato una villa come quartier generale per le sue attività, poi venduta per dedicarsi al figlio Leone e alla famiglia in Italia. Decisa, risoluta, stratega e al passo coi tempi Chiara Ferragni è entrata in contatto con molti degli artisti americani e influencer. Da loro ha imparato sicuramente una cosa: schierarsi è d’obbligo, oltre che un dovere. Sono diversi infatti gli esempi di grandi artisti che negli Usa, nel corso degli anni hanno deciso di metterci la faccia sulla politica e i temi più caldi dai diritti civili alla lotta contro le armi.
Il Black Lives Matter, dopo la morte di George Floyd, ha acceso gli animi e l’appoggio di star come Taylor Swift, Chris Brown, Shakira, Beyoncè, Christina Aguilera, Britney Spears, Katy Perry e molti altri. Da sempre in prima linea per le battaglie sociali e politiche, Madonna recentemente è tornata a far sentire la sua voce su un tema a lei molto caro: il controllo delle armi. In particolare la star ha citato l’ispanico Adam Toledo, il 13enne colpito da un agente di polizia con uno sparo in pieno petto. Nel video diffuso dalle autorità, si vede il giovane che alza la mani e viene poi viene colpito. L’altra vittima citata da Madonna è il 20enne Daunte Wright, un ragazzo nero di 20 anni, che è stato ucciso da una poliziotta in Minnesota. L’artista ha prima pubblicato sui social un video in cui attacca manifesti sulle pareti con scritto “Wake Up America” (Svegliati America, ndr) e “Gun Control Now” (Subito controllo delle armi, ndr) con il commento: “Avete sentito di questo nuovo vaccino per l’America? Aiuterà a salvare vite, si chiama controllo sulle armi”.
Negli anni scorsi ci sono stati diversi casi che hanno visto intrecciarsi le star americane e la politica. È il caso di Bruce Springsteen, una delle pedine vincenti della rielezione di Obama. L’artista ha suonato in diversi comizi elettorali nel 2012: “Per me il Presidente Obama è la scelta migliore perché vede gli Stati Uniti come un posto in cui tutti vivono insieme, uniti”, aveva dichiarato. Il Boss ha poi concesso quest’anno la sua “My Hometown” (pubblicata nell’album “Born in the U.S.A.” del 1984) per un video della campagna elettorale del candidato democratico alla Casa Bianca Joe Biden alle recenti elezioni. Il presidente americano durante la sua campagna elettorale è stato appoggiato apertamente contro Trump da tutto l’establishment dello Spettacolo con Lady Gaga, Garth Brooks e Jennifer Lopez orgogliosi di cantare alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente.
Quindi le parole di Fedez che in Italia sono sembrate poco rispettose ad alcuni funzionari del Concertone in realtà in America sarebbero prassi e all’ordine del giorno. Chiara Ferragni con la sua esperienza ha quindi in qualche modo anche consigliato saggiamente al marito di non retrocedere e di esporsi nelle battaglie in cui credono a difesa dei più deboli. I Ferragnez sono ricchi, vivono sotto i riflettori dei social, fanno operazioni benefiche alla luce del sole e non rinunciano in un Paese libero a dire la loro sui temi cruciali del momento. E gli altri che fanno? Sono diversi gli artisti che hanno espresso solidarietà a Fedez. Tra questi ci sono Ornella Vanoni (Non ho parole da aggiungere a quello che ha detto Fedez. Più d’accordo di così non si può essere!”), Emma Marrone (“Do tutto il mio sostegno a Fedez! Lo stesso che avrei voluto ricevere io tutte le volte che in questi anni mi sono esposta mettendoci la faccia e mi è stato detto dai politici pensa a cantare”), Levante (“Good job boy”), Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale (“Sono fiero di quello che ha detto Federico su un palco che per me è casa e che ha senso di esistere per trasmettere dei messaggi”), Gaia (Sono commossa ed emozionata, un grazie non basterebbe! Ci vuole coraggio ad amare, ci vuole coraggio ad essere sinceri, ci vuole coraggio per cambiare il corso degli eventi”), Ermal Meta (“Fedez ha risposto una volta per tutte all’affermazione ‘pensa a cantare’, che ogni cantante in Italia si è sentito dire almeno una volta, come se non servisse a nient’altro. Grazie per le tue parole. Hai fatto una cosa grande stasera”), Michele Bravi (“Grazie per le tue parole. Hai fatto una cosa grande stasera Fedez”) e Vasco Rossi che ha scritto: “Mi è piaciuto molto l’intervento di Fedez al concerto del 1 Maggio! Bravo! Questo è BUON servizio pubblico!”. C’è anche chi è rimasto in silenzio ed è restato a guardare. Ma questa è un’altra storia non americana ma più provinciale e italiana.