Gli scampoli dei sussidi statali non riescono a risollevare il mercato, che anche il mese scorso registra una pesante battuta d'arresto. Simile a quella dell'intero quadrimestre, pari a -16,9%
Il paragone tra i dati delle immatricolazioni di aprile 2021 e quelle dello stesso periodo di un anno fa non ha ragione d’esistere: la pandemia allora appena scoppiata aveva costretto il paese a un regime di lockdown durissimo, che nei dati di vendita delle auto si era tradotto in appena 4.295 unità. Mettere a confronto, però, i numeri di questo aprile con quelli dell’ultimo anno di vera “normalità”, cioè del 2019, è comunque impietoso: -17,1% il calo che il mercato dell’auto ha registrato lo scorso mese rispetto allo stesso periodo di due anni fa, mentre appena inferiore quello sul quadrimestre, -16,9%.
Secondo il l’istituto di ricerca Promotor, che conduce studi specializzati sul settore automotive, in realtà il peggio dovrebbe ancora arrivare. Questo perché, seppur già rappresentativi di una forte debolezza del mercato, i numeri di aprile 2021 e del primo quadrimestre sarebbero comunque “forti” degli incentivi statali (250 milioni di euro) che il governo ha stanziato a partire dal 1 gennaio di quest’anno, per l’acquisto di veicoli con emissioni di CO2 comprese tra 61 e 135 g/km.
Gli incentivi richiesti, ed esauriti già dallo scorso 8 aprile, riuscirebbero a sostenere la domanda fino a metà maggio: dopodiché, “per il mercato dell’auto si aprirà una crisi ben più severa di quella del primo quadrimestre di quest’anno” spiega l’analisi di Promotor, “che potrebbe portare il 2021 a chiudere il suo consuntivo anche molto al di sotto del risultato catastrofico del 2020 in cui, con 1.381.646 auto vendute, si ritornò ai livelli di 50 anni fa, cioè degli anni ’70 del secolo scorso”.
A fronte di questa previsione drammatica Promotor e, da settimane ormai, anche le associazioni di settore chiedono al governo il rifinanziamento degli incentivi per l’acquisto di veicoli con emissioni di fascia 61-135 g/km di CO2. Anche Michele Crisci, presidente di UNRAE, definisce “urgente il rifinanziamento degli incentivi per le vetture della fascia 61-135 g/km di CO2 che finora, sempre nell’ottica della sostenibilità, hanno dato il contributo più rilevante”; nel comunicato di UNRAE, ancora Crisci attacca il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) approvato dal governo la scorsa settimana, perché “sembra aver trascurato il settore dell’auto, uno dei principali mercati d’Europa per volumi che rappresenta pure una componente importante della transizione ecologica del Paese”, insistendo sull’importanza di trovare al più presto soluzioni normative “per rendere strutturali gli Ecobonus per le vetture ‘green’ con emissioni fino a 60 g/km CO2”.
I dati di aprile 2021 raccolti da UNRAE rivelano che, per quanto riguarda le alimentazioni, continua la riduzione – rispetto ancora ai numeri del 2019 – delle quote di mercato di benzina (22,8%) e diesel (31,9%), mentre salgono quelle di ibrido (28,7%) ed elettriche (3,3%); quanto agli utilizzatori, calano i privati (-8,1% di immatricolazioni).