Quattro anni e otto mesi per Alberto Di Rubba, quattro anni per Andrea Manzoni. Sono queste le richieste di condanna avanzate dal procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi nei confronti dei due revisori contabili della Lega in Parlamento. Di Rubba e Manzoni sono imputati nel processo abbreviato – nell’udienza che si svolge a porte chiuse e consente lo sconto di un terzo della pena – , davanti al gup Guido Salvini, per il caso della compravendita del capannone di Cormano, acquistato dalla Lombardia Film Commission, con la quale sarebbero stati drenati 800mila euro di fondi pubblici. Nel processo, filone dell’inchiesta milanese che sta scavando anche su presunti fondi neri per il Carroccio, i due sono accusati di peculato, turbativa e reati fiscali.
Per Di Rubba è stata formulata la richiesta di pena più alta, 4 anni e 8 mesi, in quanto “incaricato di pubblico servizio” perché in quel periodo era presidente di Lombardia film commission. Sia lui che Manzoni (chiesti 4 anni) sono ai domiciliari dallo scorso settembre, mentre l’imprenditore Francesco Barachetti, ritenuto dai pm vicino alla Lega e che si occupò sulla carta della ristrutturazione dell’immobile, è a processo con rito ordinario davanti alla settima penale. I due contabili, come detto, sono imputati per peculato e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente (i reati fiscali sono stati stralciati e non sono nelle imputazioni del processo). Tre persone, invece, tra cui il commercialista Michele Scillieri e il presunto prestanome Luca Sostegni, hanno già patteggiato. In aula, intanto, sono intervenute per le richieste danni le parti civili Comune di Milano e Lombardia Film Commission, partecipata da Comune e Regione Lombardia. Poi parola alla difesa col legale Piermaria Corso. La sentenza arriverà in altra data, non oggi.
Il bando per la ricerca della nuova sede per Lombardia film commission, secondo le indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, venne creato ‘ad hoc’ sulle caratteristiche di quel capannone che poi venne venduto, tra il 2017 e il 2018, al prezzo gonfiato di 800mila euro (Lfc aveva ottenuto un finanziamento regionale da 1 milione) da Andromeda srl, amministrata di fatto da Scillieri, alla fondazione. Compravendita attraverso la quale ci sarebbe stata la restituzione, “di una consistente porzione della provvista al presidente Di Rubba e ai suoi sodali” con complessi passaggi di denaro ricostruiti nelle indagini. Intanto, resta aperto il filone di indagine su presunti fondi neri raccolti dai professionisti per il Carroccio, scaturito anche dalle dichiarazioni di Scillieri che ha parlato di soldi “retrocessi” al partito. Filone che si intreccia con l’inchiesta genovese sui 49 milioni di euro spariti. Manzoni, con Sostegni e altri, è pure indagato per bancarotta in un’altra tranche di indagine sul crac della New Quien.
La Lombardia Film Commission, fondazione partecipata dalla Regione e dal Comune di Milano, ha chiesto un risarcimento danni da circa 1,7 milioni di euro. La fondazione è parte civile, rappresentata dall’avvocato Andrea Puccio. Il Comune, parte civile col legale Marco Dal Toso, ha chiesto un risarcimento danni da 117 mila euro. La richiesta di condanna per gli imputati al risarcimento per circa 1,7 milioni di euro riguarda “danni patrimoniali e non patrimoniali”. “L’importo – spiega l’avvocato Andrea Puccio – è stato così determinato in ragione delle somme indebitamente sottratte alla Fondazione dagli imputati e dai loro concorrenti, nonché del clamore mediatico suscitato dalla vicenda”. Nel pomeriggio parlerà l’avvocato Piermaria Corso per chiedere l’assoluzione dei due professionisti.