Per Matteo Salvini è “assolutamente normale” che Matteo Renzi, il 23 dicembre scorso, abbia incontrato in un autogrill l’agente dei servizi Marco Mancini, come rivelato da Report nell’ultima puntata su Rai3. “Io di esponenti dei servizi segreti ne ho incontrati a decine, non in autogrill, ma per parlare di immigrazione, sicurezza nazionale, di aziende, di made in Italy”, ha detto il segretario del Carroccio, liquidando in poche battute le polemiche esplose in queste ore. Gli agenti si possono incontrare “in un autogrill o in ufficio, non mi sembra niente di particolare. Io quando li ho incontrati, e li incontrerò di nuovo, parlo di sicurezza nazionale, non di politica“. Salvini non chiarisce se questi vertici siano stati organizzati quando lui era ministro o capo del partito, così come Renzi in trasmissione non ha voluto spiegare i motivi di quel faccia a faccia con il dirigente del Dis (l’agenzia che coordina i servizi interni ed esterni) durato 40 minuti. Un asse che rinsalda i punti di contatto tra i due nelle ultime settimane, dalla battaglia comune nel governo Draghi sul coprifuoco all’accelerazione nel calendarizzare le riaperture del Paese. E che avviene proprio mentre in Parlamento è in corso il braccio di ferro tra Fratelli d’Italia e la maggioranza sul Copasir (il Comitato parlamentare che esercita il controllo sull’operato dei servizi segreti italiani), la cui presidenza è in mano alla Lega ma per legge spetta alle opposizioni.

I colloqui tra alti vertici dei servizi e politica, insomma, per Renzi e Salvini sono la normalità. Anche se avvengono in contesti non istituzionali o nel pieno di discussioni governative che riguardano la gestione stessa dell’intelligence. Proprio come è accaduto a dicembre scorso, quando il leader di Italia viva ha visto Mancini in un autogrill a Fiano Romano, alle porte di Roma. Tutto mentre da settimane Giuseppe Conte era bersagliato per non aver ceduto la delega ai Servizi. Renzi spiega così il contesto di quel colloquio: “Dovevo incontrarlo al Senato, me n’ero dimenticato. Doveva portarmi i babbi, un dolce romagnolo. O lei vorrebbe dirmi che Mancini è il grande ispiratore della mia battaglia per l’autorità delegata?”, chiede al giornalista di Report. Poi passa all’attacco della trasmissione: “Sarebbe interessante sapere chi vi ha dato” il video dell’autogrill. “Strano che ci fosse lì qualcuno a riprendere”, insinua. Ma Giorgio Mottola, autore del servizio, fa notare che fino a quel momento, durante l’intervista, non aveva ancora menzionato foto e video chiedendosi come Renzi facesse a sapere della registrazione. Insinuazioni che fanno il paio con l’interrogazione parlamentare presentata dal deputato di Iv Luciano Nobili per sapere se la Rai abbia pagato per conto della trasmissione una “presunta fattura da 45mila euro ad una società lussemburghese per confezionare servizi contro Renzi. Accuse a cui il curatore di Report Sigfrido Ranucci ha già risposto punto per punto.

La dinamica dell’incontro tra Renzi e Mancini, quindi, per Salvini non solleva alcun quesito. La sua difesa si innesta in un momento molto delicato per la maggioranza, con centinaia di nomine nelle partecipate di Stato (a partire dalla Rai) su cui i partiti dovranno trovare un accordo. Il nodo più urgente, però, è quello del Copasir, sempre a tema servizi, con Fdi che reclama (per ora senza esito) la presidenza occupata dal leghista Raffaele Volpi. “Per legge e precedenti il Copasir presieduto da un esponente di maggioranza andrebbe sciolto“, è tornato a ripetere in queste ore il deputato di Forza Italia Elio Vito, dimissionario del Comitato. “Mi sono dimesso, ho chiesto incontro a Presidenti Casellati e Fico, 51 costituzionalisti hanno scritto ma continua a riunirsi così e dovrebbe occuparsi di tante cose…In tale situazione, il governo non può certo pensare a nomine nel comparto Intelligence perché per legge deve ‘informare preventivamente’ il presidente del Copasir, che però non è dell’opposizione, come pure prevede la legge. Occorre altro perché qualcuno intervenga?”, scrive su Twitter, sottolineando che presto il governo dovrà occuparsi anche di un valzer di nomine ai vertici delle forze di sicurezza. Pochi giorni fa è intervenuto nuovamente alla Camera anche il capogruppo di Fdi Francesco Lollobrigida: “Ha perfettamente ragione il collega Vito che coraggiosamente si è dimesso dal Copasir, in segno di ferma protesta contro la violazione di una legge, e ora sottolinea la gravità dell’ipotesi che si proceda a nomine nei Servizi segreti con l’organismo di controllo in mano alla maggioranza. Per legge, infatti, il Governo deve consultare il Presidente del Copasir su una serie di nomine, proprio a garanzia degli equilibri democratici“.

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L’incontro Renzi-Mancini a Report: dai ‘babbi’ al vecchio giro dei Servizi. E il leader di Iv non spiega di cosa ha parlato con l’agente segreto

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