L’appello dell’attore e doppiatore Luca Ward, ospite di #SpinOff su FqMagazine.it per presentare la sua biografia Il talento di essere nessuno (Sperling&Kupfer), è perentorio
“I corridoi sanitari devono rimanere aperti sempre, anche in tempi di pandemia”. L’appello dell’attore e doppiatore Luca Ward, ospite di #SpinOff su FqMagazine.it per presentare la sua biografia Il talento di essere nessuno (Sperling&Kupfer), è perentorio. Ward è tornato a parlare della sindrome di Marfan che ha colpito la figlia Luna: “La ricerca per le malattie rare non si muove. Noi siamo invisibili, non ci siamo. La ricerca deve essere per tutti. Pensate in quanto tempo sono arrivati i vaccini: in pochi mesi perché è arrivato denaro a pioggia. I laboratori si sono messi in moto, si è eliminata la burocrazia. Insomma, bisogna spendere di più per la ricerca e dobbiamo farlo anche noi. Non dobbiamo accusare solo i governi. Possiamo fare una donazione anche noi direttamente agli ospedali”. Ward è poi tornato ai complicatissimi primi mesi di lockdown dove improvvisamente la cura e l’assistenza per la figlia si è dovuta bloccare perché sono state chiuse le frontiere tra Italia e Francia.
“Sono stati mesi di difficoltà per continuare le cure che in Italia non si trovavano. Per questo mi sono fatto portatore, anzi ho usato la mia notorietà per portare alla luce un problema: a marzo 2020 ci hanno impedito di andare a Lione dove solo lì in Europa fanno i busti correttivi per la piegatura della colonna che sono antirotativi. Questo perché nonostante le eccellenze che abbiamo in Italia non li produciamo. I francesi però ci hanno sbattuto le porte in faccia chiudendo le frontiere e di fatto hanno aggravato molte di queste malattie. Mia figlia è peggiorata in cinque mesi di quasi 38 gradi in più di curvatura e oramai non c’è più niente da fare, serve solo l’intervento”. Ward ha concluso: “Ora, voglio che questa cosa non accada più. Ci dicono che arriveranno altre pandemie. Bene, teneteci chiusi dentro casa, abbattete Schengen, fate quello che vi pare, ma i corridoi sanitari non li dovete toccare. Né se ti chiami Macron o se ti chiami Merkel. Nella carta europea del malato c’è scritto che i corridoi sanitari devono rimanere aperti”.