Più flessibilità in uscita, a partire dai 62 anni di età o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, inoltre interventi per i giovani e le donne. È la proposta presentata dai sindacati Cgil, Cisl e Uil e della piattaforma unitaria in previsione del superamento di Quota 100 e per evitare il rischio di ritorno alla riforma Fornero. I segretari generali Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri vogliono portarla al tavolo che il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha detto di esser pronto ad aprire con le parti sociali, in parallelo a quello sulla riforma degli ammortizzatori sociali. Per il segretario della Cgil Landini una “vera riforma” del sistema pensionistico “non è più rinviabile”, perché, ha aggiunto Luigi Sbarra (Cisl), “pensare che dopo la fine di Quota 100 sia possibile tornare senza colpo ferire al modello Monti-Fornero con un salto anagrafico che per molti sarebbe di 5 anni significa non essere sintonizzati sulla realtà del Paese, sulla vita reale delle persone”.

“Occorre ragionare subito di una flessibilità” nell’accesso alla pensione “a partire da 62 anni età. Un traguardo assolutamente sostenibile sotto il profilo finanziario”, ha sottolineato il segretario generale della Cisl aprendo l’iniziativa unitaria con Cgil e Uil per “cambiare le pensioni adesso”. Tra le proposte dei sindacati, anche la possibilità di uscire con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Sbarra ha rimarcato l’attenzione su giovani, donne, su chi svolge lavori gravosi e chi ha carriere discontinue e ha avvertito sulla necessità di evitare “nuovi esodati“. Inoltre, ha detto, “per noi non sono accettabili penalizzazioni sulla parte retributiva” dell’assegno pensionistico. “La previdenza e le pensioni devono diventare leve di speranza e questa è la sensibilità che vorremmo portare al confronto con il Governo”, ha sottolineato Sbarra.

Per i giovani “la nostra idea di una ‘pensione contributiva di garanzia‘ che tenga conto dei periodi di lavoro e di periodi che potremmo definire ‘qualificanti’: formazione, periodi di cura, disoccupazione involontaria. E’ necessario e non più rinviabile, allora, disegnare un modello che riesca a garantire una pensione dignitosa anche a chi ha carriere di lavoro discontinue“. Sul tema delle donne, Sbarra ha sottolineato che “sono state le vittime delle riforme previdenziali degli ultimi tempi. Per questo in piattaforma chiediamo la proroga dell’Opzione donna“. Il segretario generale della Cisl ha sostenuto che “sarebbe necessario almeno un ulteriore intervento dedicato alle donne con figli: il riconoscimento di 12 mesi per figlio per anticipare l’età della pensione oppure a scelta della lavoratrice incrementare il coefficiente di calcolo della pensione. Anche la valorizzazione dei lavori di cura a fini pensionistici è un tema che vogliamo affrontare”.

L’incremento dei requisiti pensionistici con la legge Fornero è stato “scioccante per chi svolge lavori gravosi e usuranti. Per questo – ha proseguito – chiediamo che sia allargata la platea di accesso dell’Ape sociale e semplificate le procedure di verifica”. Per Sbarra “esiste poi il delicato aspetto della tutela del potere di acquisto delle pensioni che per il sindacato non è un optional. Sostenere il reddito dei pensionati con la rivalutazione e l’ampliamento della platea per la quattordicesima è necessario. Così come è necessario ridurre l’imposizione fiscale oltre che sui lavoratori dipendenti, anche sui pensionati”. Infine sulla previdenza complementare, “occorre un nuovo semestre di silenzio-assenso, accompagnato da una forte campagna di informazione a sostegno delle adesioni al secondo pilastro previdenziale”.

Il tema delle pensioni “non è più rinviabile. La riforma Monti-Fornero compie 10 anni e rende evidente la necessità di intervenire. Più che una riforma è stato un taglio chiesto dall’Europa”, con un intervento “drastico”. Ora serve “una vera riforma del sistema pensionistico”, ha spiegato il segretario generale della Cgil, Landini. “Riforme a pezzettini non esistono. Al governo chiediamo di aprire un confronto per una riforma complessiva del sistema pensionistico. Ci aspettiamo si apra questo confronto a 360 gradi, è evidente che chiediamo di avere risposte e se non ci saranno o dovessero essere negative, dobbiamo anche valutare unitariamente quali iniziative mettiamo in campo per sostenere le proposte e farle vivere nel Paese”, ha detto Landini.

“Un sistema puramente contributivo non esiste al mondo se non in Cina. Un sistema contributivo che riconosca discontinuità e differenze tra lavori più e meno gravosi non può essere puramente contributivo, ma prevedere elementi di solidarietà. Per quanto ci riguarda è evidente che qualsiasi sistema pensionistico deve avere un impianto di questa natura e un’idea in cui la creazione di nuovo lavoro, stabile, sicuro e con diritti, è la condizione per reggerlo“, ha spiegato ancora Landini. Questo vuol dire che al governo “stiamo chiedendo di fare una riforma fiscale per combattere l’evasione e aumentare le entrate, stiamo chiedendo di rendere esigibile l’applicazione dei contratti nazionali di lavoro, di combattere il lavoro nero, di avviare investimenti che creino nuovo lavoro e diano prospettive ai giovani”, ha continuato Landini. “Allo stesso tempo – ha aggiunto – diciamo anche che vogliamo modificare la riforma Fornero, anche perché l’età media con cui un giovane oggi rischia di andare in pensione è di 70 anni“.

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