L'ex avvaocato esterno dell'Eni, già condannato per corruzioni in atti giudiziari, è anche il personaggio centrale dell’indagine sulla presunta loggia Ungheria su cui sono al lavoro quattro procure e che ha scatenato una bufera sul Csm
Le indagini su Piero Amara, ex avvocato esterno dell’Eni, al centro di una complicata rete composta da depistaggi, ricatti e tangenti, già condannato per corruzione in atti giudiziria e da qualche giorno protagonista del caso dei verbali aprocrifi in cui parla di una presunta loggia chiamata Ungheria, sembrano non finire mai. O quasi. A Perugia sono state chiuse le indagini per concorso in millantato credito e traffico di influenze illecite che coinvolge anche l’altro legale Giuseppe Calafiore, per 30mila euro all’ex funzionario dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna Loreto Francesco Sarcina come presunto prezzo della mediazione illecita dell’ex agente dei Servizi verso pubblici ufficiali. Amara è il personaggio centrale dell’indagine sulla presunta loggia Ungheria. Inchiesta alla quale non è comunque legato il fascicolo dal quale è scaturito l’avviso di conclusione indagini.
L’avviso di conclusione indagini è stato notificato dalla procura di Perugia ritenendo che dall’indagine emergano elementi che, allo stato, escludono di dare corso alla richiesta di archiviazione. Il provvedimento è stato notificato dal procuratore capo Raffaele Cantone e dai sostituti Gemma Miliani e Mario Formisano. Gli stessi magistrati titolari dell’inchiesta che coinvolge l’ex consigliere del Csm Luca Palamara e che, sembra, si stiano occupando anche del troncone perugino relativo all’inchiesta sulla presunta loggia Ungheria.
Dall’avviso di conclusione indagini emerge che Sarcina sfruttando e vantando relazioni, esistenti e asserite, con pubblici ufficiali si faceva consegnare da amara e Calafiore complessivamente 30mila euro come prezzo della propria mediazione illecita verso pubblici ufficiali e per remunerarli. L’ex funzionario dell’Aisi aveva assicurato ai due legali – sempre in base alla ricostruzione accusatoria – di potersi avvalere di personale dell’Agenzia e di appartenenti alla polizia giudiziaria per reperire informazioni sulle indagini in corso nei loro confronti presso le procure di Roma e di Messina. Inoltre parte di tale somma sarebbe servita – sempre secondo l’accusa – per remunerare i magistrati in servizio presso la procura della Capitale co-assegnatari di un procedimento nell’ambito del quale Amara e Calafiore erano sottoposti a indagini e rispetto ai quali Sarcina millantava credito. Il coinvolgimento come persone offese dei pm romani ha quindi portato la competenza alla procura di Perugia.
Intanto il primo dei verbali di Amara resi davanti all’aggiunta Laura Pedio e al pm Paolo Storari – che ha consegnato quei verbali segreti all’allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo lamentando una lentezza nell’agire, sono stati pubblicati da La Verità. Quei verbali erano già arrivati al Fatto Quotidiano – lo scorso autunno – e poi al Domani e La Repubblica, inviati stando alla procura di Roma che indaga, da Marcella Contrafatto, impiegata del Csm nella segreteria dell’allora consigliere Davigo, ora indagata per calunnia, che nei giorni scorsi è stata perquisita a casa e in ufficio. I verbali sono stati trovati nella sua abitazione. L’indagata, come suo diritto, si è avvalsa della facoltà di non rispondere e quindi gli inquirenti dovranno sentire gli altri personaggi di questa vicenda al momento oscura. Certo è che Amara ha raccontato dell’esistenza di presunta loggia della quale farebbero parte magistrati, politici e alti esponenti delle istituzioni.
Tra gli obiettivi della associazione Ungheria anche quella di condizionare le nomine in magistratura. Settantaquattro i nomi – alcuni dei quali – oggi sono comparsi su diversi quotidiani. Tutti hanno smentito categoricamente la presunta appartenza. Intanto a Milano il procutarore Francesco Greco e l’aggiunta Pedio, titolare dell’inchiesta sulla presunta loggia, stanno completando una relazione in cui ricostruiscono genesi e fasi dell’inchiestae quali atti investigativi – si parla di un centinaio – sono stati anche in collaborazione con la procura di Perugia, competente per territorio perché la loggi avrebbe avuto sede a Roma e perché i magistrati citati sono perlopiù romani, che ha ricevuto gli atti a settembre scorso. Al momento sono quattro le procure interessate al caso – Milano (dove sono state rese le dichiarazioni), Roma (per rivelazione di segreto), Perugia (per associazione segreta e calunnia) e Brescia che sta valutando l’apertura di un fascicolo. Quest’ultima è competente per i reati commessi o subiti da magistrati in servizio a Milano.
La ministra della Giustizia Marta Cartabia, intanto, segue con attenzione gli sviluppi della vicenda dei verbali di Piero Amara, che ha investito il Csm e su cui sono al lavoro anche più procure.