Una donna di 55 anni è morta soffocata dopo essere rimasta incastrata nel contenitore sotto al suo suo letto. È stata la figlia a trovarla riversa senza vita nel vano contenitore del letto, quello in cui di solito si ripone la biancheria: per lei non c’era ormai più nulla da fare. È il tragico incidente domestico avvenuto lunedì 3 maggio a Venezia: il corpo era riverso nel vano accessibile dopo aver alzato la rete che regge il materasso. Sull’accaduto indagano i Carabinieri di Venezia: la Procura ha aperto un’inchiesta per ricostruire la dinamica e dei fatti e chiarire le circostanze che hanno portato alla morte della 55enne.
Cronaca
Venezia, donna di 55 anni muore soffocata nel vano contenitore del suo letto
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- 12:13 - Camera: l'Aula di Montecitorio compie 106 anni
Roma, 20 nov. (Adnkronos) - Compleanno per l'Aula di Montecitorio. Oggi compie infatti 106 anni il nuovo emiciclo progettato e realizzato dall'architetto palermitano Ernesto Basile, dopo dieci anni di lavoro. Il 20 novembre del 1918 l'Assemblea della Camera dei deputati si riuniva per la prima volta nella nuova struttura e l'inaugurazione seguiva di pochi giorni la fine della prima guerra mondiale.
- 11:53 - **Mo: atteso oggi discorso leader Hezbollah**
Beirut, 20 nov. (Adnkronos) - E' atteso per oggi un discorso del leader di Hezbollah, Naim Qassem. Lo fa sapere il Partito di Dio in una nota, dopo che ieri il gruppo aveva annunciato un intervento di Qassem poi rinviato "a data da destinarsi".
- 11:23 - Cop29, Azerbaigian e Kazakistan consapevoli dell'urgenza della transizione
Roma, 20 nov. (Adnkronos) - Cresce la consapevolezza dell'importanza della transizione energetica e dei benefici che questa può portare all'ambiente, all'economia e alla società e cresce anche nei Paesi con economia a base fossile, come l'Azerbaigian e il Kazakistan. Tanto che il 64% degli intervistati azeri (più di Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e India) e il 53% in Kazakistan (più di Italia, Regno Unito, Stati Uniti e della stessa Cina) ritiene la transizione energetica cruciale per combattere il cambiamento climatico. E' quanto emerge dalla ricerca di Fondazione Maire - Ets, la Fondazione del gruppo Maire, società italiana di tecnologia e ingegneria, che lancia a Cop29 la seconda edizione dello studio condotto in collaborazione con Ipsos dal titolo 'Climate goals: winning the challenge of climate goals through the creation of skills and competences worldwide. Addendum 1: focus Azerbaijan - Kazakhstan'.
L'edizione 2024 aggiunge Azerbaigian e Kazakistan, portando il panel totale a 12 Paesi (Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Turchia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Cile, Cina, India, Azerbaigian, Kazakistan) con 2000 interviste rivolte a un campione di popolazione altamente istruita e agli opinion leader. La ricerca, sponsorizzata da Nextchem e Tecnimont, società del gruppo Maire, mostra che la comunità internazionale è sempre più consapevole del fatto che la transizione energetica richiede nuove competenze per creare opportunità di business e di lavoro. In generale, lo studio rileva che gli intervistati credono nel valore a lungo termine e nell'impatto positivo della transizione energetica, nonostante le sfide e i costi percepiti a breve termine. I Paesi che si trovano ad affrontare una sfida importante nella transizione verso un'economia sostenibile, basata su soluzioni rinnovabili e circolari, sono quelli che avranno bisogno di maggiori investimenti nella formazione e nello sviluppo di competenze nei prossimi anni.
In Azerbaigian, il 55% degli intervistati considera la transizione energetica una priorità, rispetto al 39% degli intervistati in Kazakistan, il che indica una crescente consapevolezza delle questioni ambientali e delle potenziali opportunità economiche che offrono, suggerendo un terreno fertile per future iniziative 'green'. Più nel dettaglio, in Azerbaigian (96%) e in Kazakistan (93%) gli intervistati hanno sentito parlare della transizione energetica: il 43% in Azerbaigian (più alto della Cina) e il 29% in Kazakistan (il tasso più basso dei 12 Paesi) ne ha 'molta familiarità'. Il 39% in Kazakistan e il 55% in Azerbaigian hanno dichiarato che la transizione energetica è una priorità, in linea con i paesi europei (e quasi uguale all'Italia), dietro a India, Turchia e Cina (65-70%).
Nel breve periodo, poi, i costi supereranno i benefici per il 57% degli intervistati in Kazakistan e per il 31% in Azerbaigian (in linea con la Turchia). Sul fronte delle competenze, la formazione e l'aggiornamento sono fondamentali sia in Kazakistan che in Azerbaigian per oltre l'80% degli intervistati, più che in India (71%), Usa e Arabia Saudita (75%). Il 62% degli intervistati in Azerbaigian e il 58% in Kazakistan ritiene necessario accrescere l’abilità di risoluzione dei problemi mentre gli intervistati del Kazakistan hanno dichiarato che la soft skill più richiesta è il pensiero critico (68%) e che la presenza di professionisti qualificati per la transizione energetica dovrebbe essere aumentata (82%).
Stando allo studio, il processo di transizione energetica richiede una sostanziale riqualificazione della forza lavoro sia in Azerbaigian che in Kazakistan. Il diffuso riconoscimento di questa esigenza, si manifesta con la necessità di una formazione superiore quanto ai temi legati alla transizione energetica. Le competenze richieste vanno dalle conoscenze tecniche alle cosidette soft skill. In Kazakistan, con le sue vaste risorse naturali e le infrastrutture energetiche esistenti, l'attenzione è rivolta soprattutto all'analisi e alla valutazione dell'impatto ambientale. In Azerbaigian, dove l'enfasi sulla diversificazione del settore energetico è sempre maggiore, lo sviluppo di competenze in materia di energia solare, eolica e altre fonti rinnovabili è fondamentale per la transizione del Paese verso un mix energetico più sostenibile. In Azerbaigian, il problem solving è considerato una priorità, poiché la transizione presenta diverse sfide che richiedono soluzioni innovative. In Kazakistan, le capacità di pensiero critico sono considerate essenziali per analizzare dati complessi, valutare approcci alternativi e prendere decisioni informate.
Per Fabrizio Di Amato, presidente di Fondazione Maire e del gruppo Maire, "i risultati di questo studio su Azerbaigian e Kazakistan dimostrano che la transizione energetica è possibile in tutte le geografie con un approccio graduale, al quale contribuiscono tutte le soluzioni tecnologiche disponibili, tra cui anche il gas decarbonizzato. Spero che l’impegno della nostra Fondazione acceleri l’adozione di politiche pubbliche per implementare la formazione di competenze indispensabili a sostenere questo cambio di paradigma”.
- 11:23 - Cop29, Azerbaigian e Kazakistan consapevoli dell'urgenza della transizione
Roma, 20 nov. (Adnkronos) - Cresce la consapevolezza dell'importanza della transizione energetica e dei benefici che questa può portare all'ambiente, all'economia e alla società e cresce anche nei Paesi con economia a base fossile, come l'Azerbaigian e il Kazakistan. Tanto che il 64% degli intervistati azeri (più di Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e India) e il 53% in Kazakistan (più di Italia, Regno Unito, Stati Uniti e della stessa Cina) ritiene la transizione energetica cruciale per combattere il cambiamento climatico. E' quanto emerge dalla ricerca di Fondazione Maire - Ets, la Fondazione del gruppo Maire, società italiana di tecnologia e ingegneria, che lancia a Cop29 la seconda edizione dello studio condotto in collaborazione con Ipsos dal titolo 'Climate goals: winning the challenge of climate goals through the creation of skills and competences worldwide. Addendum 1: focus Azerbaijan - Kazakhstan'.
L'edizione 2024 aggiunge Azerbaigian e Kazakistan, portando il panel totale a 12 Paesi (Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Turchia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Cile, Cina, India, Azerbaigian, Kazakistan) con 2000 interviste rivolte a un campione di popolazione altamente istruita e agli opinion leader. La ricerca, sponsorizzata da Nextchem e Tecnimont, società del gruppo Maire, mostra che la comunità internazionale è sempre più consapevole del fatto che la transizione energetica richiede nuove competenze per creare opportunità di business e di lavoro. In generale, lo studio rileva che gli intervistati credono nel valore a lungo termine e nell'impatto positivo della transizione energetica, nonostante le sfide e i costi percepiti a breve termine. I Paesi che si trovano ad affrontare una sfida importante nella transizione verso un'economia sostenibile, basata su soluzioni rinnovabili e circolari, sono quelli che avranno bisogno di maggiori investimenti nella formazione e nello sviluppo di competenze nei prossimi anni.
In Azerbaigian, il 55% degli intervistati considera la transizione energetica una priorità, rispetto al 39% degli intervistati in Kazakistan, il che indica una crescente consapevolezza delle questioni ambientali e delle potenziali opportunità economiche che offrono, suggerendo un terreno fertile per future iniziative 'green'. Più nel dettaglio, in Azerbaigian (96%) e in Kazakistan (93%) gli intervistati hanno sentito parlare della transizione energetica: il 43% in Azerbaigian (più alto della Cina) e il 29% in Kazakistan (il tasso più basso dei 12 Paesi) ne ha 'molta familiarità'. Il 39% in Kazakistan e il 55% in Azerbaigian hanno dichiarato che la transizione energetica è una priorità, in linea con i paesi europei (e quasi uguale all'Italia), dietro a India, Turchia e Cina (65-70%).
Nel breve periodo, poi, i costi supereranno i benefici per il 57% degli intervistati in Kazakistan e per il 31% in Azerbaigian (in linea con la Turchia). Sul fronte delle competenze, la formazione e l'aggiornamento sono fondamentali sia in Kazakistan che in Azerbaigian per oltre l'80% degli intervistati, più che in India (71%), Usa e Arabia Saudita (75%). Il 62% degli intervistati in Azerbaigian e il 58% in Kazakistan ritiene necessario accrescere l’abilità di risoluzione dei problemi mentre gli intervistati del Kazakistan hanno dichiarato che la soft skill più richiesta è il pensiero critico (68%) e che la presenza di professionisti qualificati per la transizione energetica dovrebbe essere aumentata (82%).
Stando allo studio, il processo di transizione energetica richiede una sostanziale riqualificazione della forza lavoro sia in Azerbaigian che in Kazakistan. Il diffuso riconoscimento di questa esigenza, si manifesta con la necessità di una formazione superiore quanto ai temi legati alla transizione energetica. Le competenze richieste vanno dalle conoscenze tecniche alle cosidette soft skill. In Kazakistan, con le sue vaste risorse naturali e le infrastrutture energetiche esistenti, l'attenzione è rivolta soprattutto all'analisi e alla valutazione dell'impatto ambientale. In Azerbaigian, dove l'enfasi sulla diversificazione del settore energetico è sempre maggiore, lo sviluppo di competenze in materia di energia solare, eolica e altre fonti rinnovabili è fondamentale per la transizione del Paese verso un mix energetico più sostenibile. In Azerbaigian, il problem solving è considerato una priorità, poiché la transizione presenta diverse sfide che richiedono soluzioni innovative. In Kazakistan, le capacità di pensiero critico sono considerate essenziali per analizzare dati complessi, valutare approcci alternativi e prendere decisioni informate.
Per Fabrizio Di Amato, presidente di Fondazione Maire e del gruppo Maire, "i risultati di questo studio su Azerbaigian e Kazakistan dimostrano che la transizione energetica è possibile in tutte le geografie con un approccio graduale, al quale contribuiscono tutte le soluzioni tecnologiche disponibili, tra cui anche il gas decarbonizzato. Spero che l’impegno della nostra Fondazione acceleri l’adozione di politiche pubbliche per implementare la formazione di competenze indispensabili a sostenere questo cambio di paradigma”.
- 11:10 - Pozzolini (Leo Pharma): "Ricerca e partnership per cura eczema cronico mani"
Roma, 20 nov. (Adnkronos Salute) - “L'eczema cronico delle mani è una patologia invalidante, non solamente da un punto di vista prettamente clinico, ma anche per l'impatto psicologico che può avere”. Così Paolo Pozzolini, Vice President and General Manager LEO Pharma Italia, all’Adnkronos Salute, spiega come “la ricerca e, chiaramente, la partnership con altre aziende ha portato a una soluzione terapeutica “che vorremmo portare sul mercato in tempi brevi. Delgocitinib è il primo trattamento topico specificamente indicato per pazienti adulti affetti da eczema cronico delle mani, da moderato a grave, per i quali i corticosteroidi topici sono inadeguati o inappropriati. Si tratta di una cura “innovativa per soddisfare quel bisogno che è ancora così insoddisfatto” perché la malattia, “che interessa la pelle delle mani, non impatta solo sulla vita professionale. Interessando parti del corpo chiaramente visibili” può compromettere anche le “relazioni sociali”.
Da sempre “Leo Pharma è impegnata in dermatologia - ricorda Pozzolini - È un'azienda presente da 12 anni nel nostro Paese, ma ha 108 anni di storia spesi in quest'area della medicina, le patologie dermatologiche”. Oltre che nell’eczema cronico delle mani, “siamo impegnati nella cura della psoriasi, nella dermatite atopica e cerchiamo sempre delle soluzioni che possano essere innovative, il primo di una nuova classe di farmaci ad esempio, oppure che possano soddisfare i bisogni” dei pazienti “che ancora non hanno trovato soluzioni ottimali”. A tale proposito, l’azienda è impegnata “anche per cercare delle partnership” per la ricerca su “malattie rare” e vogliamo essere i partner di riferimento per i dermatologi. - “Lo siamo stati nel passato, lo siamo attualmente e lo saremo nel futuro - conclude - per questa specialità medica”.
- 11:09 - Dermatologo Stingeni: "Delgocitinib una svolta in eczema cronico delle mani"
Roma, 20 nov. (Adnkronos Salute) - La maggiore comprensione dei meccanismi all’origine dell’eczema cronico delle mani “ha portato allo sviluppo di farmaci che vanno a bloccare il meccanismo infiammatorio e tutte le modulazioni che ci sono alla base di questi processi” patologici. “Mi riferisco, in modo particolare, a quelli che agiscono sul JAK-STAT, un meccanismo di traduzione del segnale infiammatorio, come delgocitinib, che alla fine di settembre è stato approvato dall'Ema, Agenzia europea dei medicinali”. Così Luca Stingeni, Professore Ordinario di Dermatologia all'Università di Perugia e Direttore Struttura Complessa di Dermatologia del dipartimento di Medicina e chirurgia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, all’Adnkronos Salute spiega che questa “è una terapia che segnerà un'importante svolta nel trattamento dei pazienti affetti da eczema cronico delle mani perché questo farmaco per uso topico veicolato sotto forma di crema va a bloccare molti dei meccanismi che portano poi alla produzione delle molecole infiammatorie responsabili dirette del danno a livello cutaneo”.
L'eczema cronico delle mani “è una patologia non trasmissibile da persona a persona, non è quindi contagiosa - chiarisce lo specialista - Si può definire una malattia infiammatoria della cute con una specifica localizzazione alle mani, anche se, per definizione, possono essere coinvolti anche i polsi”. Certo, “la prima forma di terapia è la prevenzione, ma è importantissimo, quando questa non si riesce ad attuare, avere a disposizione una nuova terapia che consentirà ai pazienti affetti da eczema cronico delle mani di migliorare notevolmente la qualità di vita, oltre ad apportare, chiaramente, un beneficio tangibile sulle lesioni che caratterizzano queste patologia localizzata nelle mani. Fino a poco tempo fa - osserva Stingeni - avevamo a disposizione un numero estremamente limitato di approcci terapeutici che, nelle forme lievi e moderate, consistevano quasi esclusivamente sull'impiego di prodotti per uso topico a base di corticosteroidi a media o bassa potenza per le forme lievi e moderate l’impiego di quelli ad alta potenza per le forme gravi e un unico farmaco per somministrazione orale - che ha avuto l'approvazione ormai molti anni fa - che tuttavia ha un profilo di sicurezza per il paziente decisamente impegnativo, gravato da una serie di eventi avversi tra i quali sicuramente la teratogenicità”.
La nuova molecola, delgocitinib, è un pan-JAK inibitore (ovvero inibitore di JAK1, JAK2, JAK3 e TYK-2) “agisce su tanti meccanismi che portano alla formazione delle citochine pro-infiammatorie e su diversi aspetti della nostra immunità - precisa l’esperto - Questo è il motivo per cui il farmaco, negli studi di fase 3 condotti a 16 settimane (recentemente pubblicati su Lancet), ma anche nello studio di più lunga durata a 32 settimane hanno dimostrato il raggiungimento di tutti gli obiettivi primari”.
L’eczema delle mani si compone di “quadri clinici differenziati - rimarca Stingeni - Una parte importante dei pazienti con eczema delle mani, stimanti in circa due terzi, è affetta da eczema cronico delle mani. È una patologia che viene così definita quando dura più di 3 mesi consecutivi oppure quando ci sono più di 2 recidive della sintomatologia in un anno. Si differenzia così dalla forma acuta che ha una durata inferiore a 3 mesi consecutivi. Normalmente sono 4 le cause dell'eczema cronico delle mani. Distinguiamo 2 forme di dermatiti da contatto, cioè causate dal contatto con sostanze esterne nell’ambiente professionale e non, che sono la forma irritativa e la forma allergica della dermatite da contatto. Una terza forma si chiama protein-contact dermatitis è la quarta è la dermatite atopica delle mani”.
Questa patologia “ha settori di pazienti in cui la frequenza è sicuramente maggiore rispetto alla popolazione generale - sottolinea Stingeni - Secondo stime abbastanza recenti ottenute da studi condotti su ampie casistiche, la prevalenza nel corso della vita può arrivare a circa il 15% della popolazione generale, con una prevalenza ad un anno pari al 9%. Nell'ambito di questi valori generali di prevalenza esistono delle popolazioni sicuramente maggiormente predisposte all'eczema cronico delle mani. Un esempio per tutti sono i cosiddetti lavoratori impiegati nelle professioni umide come gli operatori sanitari - medici, infermieri, ausiliari - ma anche le casalinghe e i metalmeccanici. Negli operatori sanitari, la prevalenza a un anno e la prevalenza durante il corso della vita, arrivano rispettivamente al 13% e a oltre il 30%, quindi aumentano notevolmente in presenza di alcuni fattori di rischio legati molto spesso al tipo di professione che viene svolta e alla possibilità che la cute delle mani possa essere esposta a dei fattori esogeni dannosi che vanno a ledere l'integrità della barriera cutanea. La qualità di vita dei pazienti è profondamente alterata sia nelle loro attività professionali ma anche nella gestione della loro vita privata, affettiva, familiare e, ancora prima dell'inizio delle attività lavorative - conclude - nella scelta della futura professione.
- 11:01 - Imprese, premio speciale Repower Innovazione e Turismo, per valorizzare territori e patrimoni
Ostuni, 20 nov. (Adnkronos/Labitalia) - Il 19 novembre, presso la nuova sede Casa Flash Art di Ostuni, si è tenuto un workshop sul rapporto tra turismo e innovazione. Un‘occasione di confronto tra stakeholder nazionali e regionali che rappresentano istituzioni, mondo accademico, start up e imprenditoria di riferimento di un settore, quello turistico, sempre più contaminato dall’innovazione a 360°. (GUARDA LA FOTOGALLERY)
La giornata ha favorito il confronto tra voci autorevoli con l’obiettivo di elaborare un paper in cui raccogliere analisi e prospettive per un settore ed una regione sempre più al centro del Sistema Paese. Questo documento verrà poi fatto circolare per stimolare il dibattito nazionale. Repower in questo contesto, insieme al Premio 2031, vuole offrire un contributo mettendo in contatto punti di vista diversi, ponendosi come abilitatore di un confronto costruttivo che arricchisca sia i partecipanti sia chi leggerà questa analisi, che sarà pubblica e disponibile.
I lavori sono stati organizzati dividendo i partecipanti in quattro tavoli di lavoro, con altrettanti topic leader, che hanno approfondito una declinazione specifica del rapporto tra Innovazione e Turismo: infrastrutture e territorio, AI&Tech, creatività, sostenibilità.
Turismo e innovazione sono, infatti, le parole chiave che definiscono la VII edizione del Premio speciale Repower, che quest’anno si presenta in una veste completamente rinnovata. Nella Sala dei Sindaci del Comune di Ostuni, le cinque start up finaliste del Premio hanno presentato i propri progetti, scelti tra centinaia di candidature perché in grado di introdurre al meglio l’innovazione a supporto del turismo sostenibile, una leva imprescindibile per valorizzare i territori del nostro Paese e il loro patrimonio culturale da un punto di vista sociale, economico oltre che ambientale.
Tra i topic leader che hanno coordinato i lavori, Edoardo Colombo - esperto di trasformazione digitale nel turismo e tra i promotori di Turismi.Ai, associazione no profit che promuove l’uso dell’intelligenza artificiale nel settore turistico – ha stimolato il confronto sul ruolo dell’AI nel settore turistico, anche in relazione al problema dell’overtourism e alle modalità con cui affrontarlo. Pier Luigi Sacco – professore Ordinario di Economia della Cultura presso l’Università Iulm Milano con delega rettorale anche all’innovazione – ha coordinato il tavolo Infrastrutture e Territorio, dedicato all’equilibrio tra vocazione turistica e gli investimenti strategici per il Paese. Giorgio Ciron - direttore di InnovUp, la principale associazione dell’ecosistema italiano dell’innovazione e, secondo Forbes, tra i 100 italiani under 30 leader del futuro – ha seguito il tavolo Sostenibilità, con l’obiettivo di individuare gli interventi imprescindibili per rafforzare l’offerta turistica pugliese e come valorizzarli perché diventino una leva di business. Il quarto tavolo è stato curato da Cristiano Seganfreddo – presidente del Premio 2031 – e Fabio Severino – economista e sociologo – che hanno approfondito il macro-tema della creatività e della cultura in relazione al turismo. Dalle riflessioni dei tavoli verrà poi pubblicato una sintesi che raccoglierà le idee e le analisi delle principali connessioni tra innovazione e turismo, per stimolare il dibatto a livello nazionale.
Le cinque startup provenienti da tutta Italia che si contenderanno il Premio sono ArtCentrica, Bestie bite, Gaia, Shareboat e Smartrek. Durante l’evento serale, ogni startup ha avuto a disposizione 5 minuti per esporre la propria idea, con ulteriori 5 minuti dedicati a un confronto diretto con la giuria. I progetti rientrano in specifiche categorie quali ad esempio la definizione di percorsi turistici innovativi, di politiche per la gestione dell’overtourism e la valorizzazione del patrimonio territoriale. L’IA gioca un ruolo chiave nelle proposte selezionate in questa edizione, coerentemente con gli sviluppi tecnologici dell’ultimo anno.
La startup vincitrice avrà accesso a un programma di business networking e mentoring per 6 mesi, durante i quali verrà accelerata per supportarne la crescita e l’implementazione delle strategie di business. Inoltre, Repower proporrà assistenza nello sviluppo precompetitivo delle tecnologie e nella protezione della proprietà intellettuale, fornirà consulenza per la definizione del modello di business e garantirà alle start up di presentare il proprio progetto a potenziali investitori e partner corporate, oltre al supporto nelle digital PR e consulenza legale.
La giuria chiamata a valutare i progetti è composta da esperti del mondo del turismo, dell’innovazione, amministratori locali, accademici, stakeholder, imprenditori. Nel dettaglio, i giudici della VII edizione sono: Fabio Severino, economista della cultura e del turismo, Giorgio Ciron, direttore di InnovUp, Pierluigi Sacco, professore di Economia Biocomportamentale Università di Chieti-Pescara, Mara Maggiore, Agenzia regionale del turismo osservatorio turistico regionale, Maria Cristina Rizzo, presidente Fondazione Le Costantine, Vanessa Coppola, presidente Giovani Imprenditori Cna Puglia, Marina Lalli, presidente nazionale di Federturismo Confindustria, Mikaela Bandini, ideatrice della piattaforma Can’t Forget Italy e Nicola Maffei, assessore al Turismo del Comune di Ostuni, oltre al già citato Edoardo Colombo.
Tra gli elementi di continuità con le precedenti edizioni, la proclamazione della start up vincitrice del Premio Speciale Repower, che verrà comunicata il prossimo 19 dicembre in occasione della finale nazionale della quattordicesima edizione del Premio 2031, il riconoscimento più significativo a livello europeo per il mondo dell’innovazione, promosso dal Presidente Cristiano Seganfreddo.
“Abbiamo deciso - spiega Fabio Bocchiola, amministratore delegato di Repower Italia - di presentare quest’edizione del Premio in maniera differente rispetto alle precedenti, pur conservando i principi che rappresentano lo spirito di questo appuntamento: le molteplici connessioni tra sostenibilità e innovazione e la volontà di dare supporto alle migliori idee in grado di contribuire al processo di transizione verso un mondo più sostenibile. Abbiamo scelto di avvicinarci ai territori, creando un confronto tra start up e settore turistico, un mercato chiave per il sistema paese, che grazie all’innovazione può liberare molto potenziale, rinnovandosi in una logica di valorizzazione dell’inestimabile patrimonio storico paesaggistico che racchiude l’Italia. I progetti presentati rappresentano una tappa di avvicinamento verso questa presa di coscienza. Siamo orgogliosi di poter contribuire a nostra volta sostenendo una start up vicina ai valori di Repower, così come fatto nelle ultime 6 edizioni del Premio”.
“È entusiasmante - commenta Cristiano Seganfreddo, presidente 2031 - vedere come Repower stia diventando, anno dopo anno, un catalizzatore di innovazione attiva. Una collaborazione fondamentale per 2031, il premio incubatore più importante in Italia, che nasce dalla condivisione di valori e di attenzione al cambiamento e sostegno alla comunità delle startup italiane. Repower ha intrapreso quest’anno una strategia originale che coniuga innovazione e territori, con una particolare attenzione al turismo come leva per lo sviluppo locale. Ostuni e la Puglia sono luoghi ideali per questo laboratorio. Ne è nato un vero e proprio think tank per un nuovo rinascimento italiano, alimentato dall’energia delle startup e da progetti che guardano al futuro rispettando le radici e l’immenso patrimonio ambientale, sociale e artistico”.
ArtCentrica, piattaforma online che trasforma l’apprendimento e l’insegnamento dell’arte e delle materie umanistiche tramite l’arte promuovendo un approccio interattivo e interdisciplinare, che permette agli utenti di esplorare dettagliatamente le opere, analizzarle e raccontarle in maniera innovativa. ArtCentrica è progettata per arricchire l’esperienza educativa di studenti e insegnanti, supportando lo sviluppo delle soft skills, come il pensiero critico e la creatività, attraverso contenuti coinvolgenti e personalizzabili.
Bestie bite, restaurant app per scoprire e recensire nuovi ristoranti, bar e hotel attraverso video recensioni immersive caricate direttamente dalla community di utenti. Gli utenti possono anche consigliare i ristoranti e invitare gli amici a unirsi alla community; è possibile, oltre che vedere con i propri occhi location e piatti, ricercare anche i contenuti preferiti, filtrando per dieta, cucina e occasione, utilizzando la mappa e la geolocalizzazione. L’app permette di caricare facilmente nuove recensioni video di esperienze fatte nella propria città o durante i viaggi degli utenti.
Gaia, l’intelligenza artificiale per le destinazioni turistiche, un assistente virtuale dotato di AI che aiuta i turisti del Garda Trentino a conoscere meglio il territorio attraverso informazioni sempre aggiornate. Gaia utilizza l’intelligenza del Large Language Model (LLM) della più recente versione di Chat GPT, ed è predisposta per lavorare anche con altri LLM, anche open source, per ridurre i costi e avere maggiori possibilità di personalizzazione. Il software di Gaia consente il controllo totale dell’AI al servizio della destinazione: il software trova le informazioni all’interno del suo database, costantemente aggiornato ed è in grado di riconoscere in tempi rapidi eventuali cluster di domande ed elaborarne le risposte.
Shareboat è una piattaforma web e app mobile pensata per facilitare la scoperta del mare, con la possibilità̀ di connettersi direttamente con i locals, un ponte tra chi possiede imbarcazioni e chi vuole vivere l'esperienza del mare creando un network di collaborazione locale. Una collaborazione che permette di sviluppare soluzioni e servizi che arricchiscono l’offerta turistica e stimolano l’economia locale. Shareboat è utile per connettere viaggiatori, armatori privati, imprese di turismo nautico, aziende private ed enti pubblici. Il boat-sharing contribuisce a ridurre le emissioni di CO2 e crea consapevolezza per un turismo sostenibile.
Smartrek, applicazione digitale turistica che usa l’intelligenza artificiale, è una guida virtuale e un ecosistema di servizi che combina il potere dell'IA con l'accesso in tempo reale ai dati forniti dalla segnaletica IoT, per creare un'esperienza personalizzata e ricca di informazioni per il turista generando impatto positivo per le comunità̀ locali e per l'ambiente. SmartTrek raccoglie e analizza i dati sull'attività̀ e le preferenze dei turisti, utilizzati per supportare la crescita sostenibile del territorio. Uno strumento partecipato dal territorio pensato per creare un'esperienza fluida, sicura e immersiva per il turista, attraverso la creazione di percorsi su misura, contenuti multimediali geolocalizzati e la possibilità di gestire emergenze in tempo reale.