“Quanto accade oggi in India è una terribile anteprima del futuro del Nepal se non riusciremo a contenere l’ultima ondata del covid che sta mietendo sempre più vite”. Netra Prasad Timsina, responsabile della Croce Rossa del Nepal, lancia l’allarme sulla situazione pandemica nel Paese, che potrebbe essere travolto dal coronavirus quanto l’India, da settimane alle prese con una pesante e inedita crisi sanitaria. Un mese fa, riferisce un reportage della Cnn, in questo paese della regione dell’Himalaya con 31 milioni di abitanti vi erano 100 casi di coronavirus al giorno. Oggi sono 8.605, con oltre il 44% dei tamponi positivi, il che fa ritenere che molti contagi non vengano registrati. L’epidemia dilaga nelle città e ha raggiunto anche il campo base dell’Everest.
Il sistema sanitario è ancora più fragile che in India ed è già vicino al collasso: i posti in terapia intensiva sono 1.595 e vi sono solo 480 respiratori. Quanto ai medici sono 0.7 ogni 100mila abitanti (in India sono 0,9) e lunedì il governo ha dovuto richiamare in servizio i pensionati. La vaccinazione va a rilento; a fine aprile il 7% della popolazione aveva ricevuto almeno una dose, contro il 10% dell’India.
La situazione del Nepal è strettamente legata a quella indiana. Fino a pochi giorni fa si poteva liberamente passare il confine. Molti lo facevano quotidianamente per affari, tanti hindu nepalesi hanno partecipato al bagno rituale nel Gange della festa del Kumbh Mela che in India ha moltiplicato i contagi, alcuni indiani si sono rifugiati in Nepal per sfuggire all’epidemia. Fra chi si è ammalato al ritorno dall’India, vi sono anche gli ex sovrani, re Gyanendra Shah e la regina Komal Shah, ora ricoverati in ospedale. Intanto migliaia di nepalesi si sono ammassati in aprile a Kathmandu per la festa religiosa di Pahan Charhe e a Bhaktapur per le cerimonie di Bisket Jatra.
Il premier nepalese K. P. Sharma Oli ha sostenuto a lungo i benefici dei gargarismi con una mistura di foglie di guava per difendersi dal coronavirus. Ma il 29 aprile ha dovuto imporre un lockdown di due settimane nella capitale e il giorno dopo il ministero della Sanità ha ammesso che non vi erano quasi più posti liberi in ospedale. Il 3 maggio è stato annunciato lo stop a tutti voli aerei, interni ed esterni.
Sono stati chiusi 22 dei 35 valichi con l’India e imposto test del covid per chi entra nel paese. L’esercito sta costruendo strutture sanitarie e per la quarantena vicino al confine. Intanto nella città di frontiera di Nepalgunj, la situazione dei contagi è già “critica”, avverte Dipak Shrestha, responsabile locale per l’Unicef. E vi sono timori che il contagio si sia diffuso attraverso i tanti nepalesi che hanno raggiunto i villaggi di origine prima dell’entrata in vigore del lockdown a Kathmandu.