Cinema

David di Donatello 2021, a Monica Bellucci il premio speciale per la carriera

Quanti anni sono mai passati dalla passeggiata nel paesino siculo in Malena di Tornatore? Inutile, se Bellucci ha avuto una dote, anzi una vera e propria intuizione in trent’anni di carriera cinematografica è stata quella dell’eclettismo

Di una signora non si dice mai l’età. E Monica Bellucci, David di Donatello 2021 speciale alla carriera, un’età vera e propria non l’ha mai avuta. Sembra ieri che scende dal treno – di… schiena – esibendo una parlantina umbro marchigiana ne I Mitici (1994) di Carlo Vanzina. Sembra l’altro giorno quando si ritrova per terra violentata in un lurido sottopasso di Irreversible (2002). O ancora: quanti anni sono mai passati dalla passeggiata nel paesino siculo in Malena di Tornatore? Inutile, se Bellucci ha avuto una dote, anzi una vera e propria intuizione in trent’anni di carriera cinematografica è stata quella dell’eclettismo.

Niente tinelli familiari o tragiche idiosincrasie borghesi nei personaggi interpretati dalla ex modella di Città di Castello, prima calendari Pirelli e sfilate Dolce&Gabbana, poi finita nel tentacolare mondo del cinema anni nNovanta. Sul grande schermo mette in scena la sua prorompente bellezza è un po’ ci gioca. E dopo aver conosciuto Vincent Cassel sul set di Dobermann nel 1997, e dopo averlo sposato due anni dopo a Montecarlo, inizia una carriera internazionale che tocca anche la vetta Hollywoodiana: Under suspicion con Gene Hackman (remake discutibile di Guardato a vista, ma Monica c’è) e i due Matrix dei Wachowski. Nel mezzo la acciuffa Gabriele Muccino per la vecchia compagna di scuola che fa perdere la testa a Fabrizio Bentivoglio padre di famiglia in Ricordati di me. Ora però Monica non si ferma più.

La Francia la adora e le dà forse anche più respiro nello spettro di parti da interpretare oltre che a farla madrina del sancta sanctorum Festival di Cannes. Salto in avanti allora tra il 2015 e il 2016: prima lo 007 di Sam Mendes poi la Milky Road di Kusturica dove mette insieme tradizionale lorenismo e dinamicità performativa inesausta. Bellucci diventa icona italiana ben oltre i film interpretati. Attrice popolare, elegante e spiritosa, mariti dimenticati, separazioni complesse, figli che crescono (a Parigi) e chissà se un giorno sbucheranno anche nuovi amori, il David per la Bellucci è un bel premio che arriva in un momento forse di riflessione, forse di pausa – era coprotagonista nel candidato all’Oscar come film straniero 2021, The Man who sold his skin– ma mai di tramonto per una star.