Cinema

David di Donatello, Gabriele Muccino lascia la giuria. L’addio in un tweet furioso

Non mi riconosco nei criteri di selezione che da anni contraddistinguono quello che era un tempo il premio più ambito dopo l’Oscar. Non mi presenterò più nelle categorie di Miglior Regia e Miglior Sceneggiatura, in futuro”

di Davide Turrini

E alla fine Gabriele Muccino se n’è andato, sbattendo la porta. Il tweet è di poche ore fa e annuncia che lui con l’Accademia dei David di Donatello non avrà più nulla a che fare. Ovvero: Muccino regista e sceneggiatore non si presenterà più in gara e visto che c’è il regista de L’Ultimo bacio si alza pure dalla sedia di giurato per designare i vincitori. “Sono uscito dalla giuria dei David di Donatello. Non mi riconosco nei criteri di selezione che da anni contraddistinguono quello che era un tempo il premio più ambito dopo l’Oscar. Non mi presenterò più nelle categorie di Miglior Regia e Miglior Sceneggiatura, in futuro”, ha scritto il 53enne regista romano ricevendo parecchi commenti eufemisticamente ironici e diverse centinaia di “like” e retweet.

Muccino aveva inaugurato l’acceso confronto con l’Accademia dei David quando sempre su Twitter il 28 marzo scorso stava probabilmente visionando film per poi esprimere il suo voto: “Sto provando a guardare da stamattina Favolacce. Non lo sono ancora riuscito a finire. Sarò poco intelligente o cinefilo per comprenderne la grandezza? (Eppur sono di quelli che quando vedono Dogman, chiamano il regista per ricoprirlo di complimenti)”. Favolacce, l’ultimo film dei Fratelli D’Innocenzo con le nomination sia per la miglior regia che per il miglior film, è uno dei favoriti ai David di Donatello 2021, la cui premiazione si svolgerà martedì 11 maggio (FQMagazine commenterà in diretta con numerosi ospiti la serata dei David mercoledì 12 maggio sulle nostre pagine Facebook e Youtube).

Il 3 aprile, pochi giorni dopo, Muccino era di nuovo tornato sull’argomento prima minacciando di uscire dall’Accademia dei David “come giurato e non presentare mai più in futuro i miei film in gara”, perché “non lo si può più considerare come fu il premio più prestigioso del cinema italiano nel mondo”. Secondo il regista di Ricordati di me il problema stava nel binomio arte-spettatori che secondo Muccino (r)esisteva almeno fino agli anni ottanta: “Come crediamo di riportare il pubblico italiano a tifare per il nostro cinema se i titoli in gara sono sconosciuti ai molti, e peraltro nemmeno tra i più amati? Lo scollamento sarà sempre più marcato e disastroso per l’intera industria del cinema e della sua filiera”. Muccino però salutava rispettosamente la presidente e direttore dei David, Piera Detassis “che sta cercando di risolvere con tutta se stessa gli enormi problemi ereditati da anni di clientelismo in cui addirittura i defunti votavano. Viva allora il cinema italiano, quello vivo”. Infine, dopo un circa un mese, a pochi giorni dalla premiazione ufficiale ecco Muccino rassegnare le sue dimissioni. Domanda: avrà mica saputo che il David per il Miglior Film andrà a Favolacce?

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