L’aula del Senato ha confermato la fiducia al governo sul decreto Sostegni, con 207 voti favorevoli, 28 contrari e 5 astensioni. Un mese e mezzo dopo il via libera del Consiglio dei ministri, il testo dovrà ora essere approvato dalla Camera entro la scadenza del 21 maggio: a Montecitorio l’esame è previsto per lunedì 17 e anche in questo caso il governo porrà la fiducia. Palazzo Mdama ha quindi dato il suo sì al maxi-emendamento che recepiva le modifiche apportare al provvedimento in commissione Bilancio e Finanze. Nell’Aula e in commissione, però, è stata un’altra giornata di tensioni interne alla maggioranza, con il Movimento 5 stelle che è arrivato a minacciare “una seria riflessione su quello che sarà il voto alla fiducia”. Il motivo? Con le valutazioni della Ragioneria dello Stato è sparito dal decreto il cosiddetto superbonus per le aziende. “Quello che è stato fatto in commissione non lo possiamo accettare” ma il M5s “non ritrae la mano”, quindi “da domani il superbonus delle aziende lo ripresenteremo per il decreto sostegni 2“, ha detto Ettore Licheri, capogruppo dei Cinquestelle al Senato, intervenendo in Aula.
Alla fine il M5s ha votato la fiducia, ottenendo però “garanzie importanti da parte del governo perché questo tema non venga accantonato“. Il senatore del M5s Primo Di Nicola, invece, ha deciso di astenersi. Come annunciato già da settimane, in aula a Palazzo Madama ha spiegato la ragione del mancato sì con “il solito condono“, che provoca” per la prima volta anche un danno alle casse pubbliche, almeno 700 milioni di euro”. Dunque, “i partiti si ingraziano gli evasori per ottenerne i voti”, ma “vincete lanciando un messaggio devastante di ingiustizia al Paese, che tanto prima o poi arriva il condono”, ha detto Di Nicola. Il riferimento è alla cancellazione delle vecchie cartelle fino al 2010, con un reddito Irpef che non superi i 30mila euro: un provvedimento che lo stesso premier Mario Draghi ha definito “un condono”.
LA GIORNATA
I lavori sono stati sospesi più volte, per cercare appunto una mediazione: il M5s infatti ha preteso che il ministro dell’Economia, Daniele Franco, si impegnasse a far rientrare la cessione del credito di imposta nell’acquisto dei beni strumentali relativamente al Piano Transizione 4.0 (il superbonus per le aziende) tra le misure del decreto Sostegni bis. La misura, voluta dal M5s, è condivisa da tutti i partiti di maggioranza: nessuno però vuole rinviare il voto a venerdì. “Le nostre imprese hanno necessità di liquidità“, ma “abbiamo constatato che tra la serata di ieri e la mattinata di oggi, l’emendamento che concerneva la cedibilità dei crediti di imposta delle imprese nella vendita dei beni strumentali nell’ambito del piano Transizione 4.0, ha incontrato il parere contrario della Ragioneria dello Stato”, ha detto in Aula il capogruppo M5S Licheri. Venerdì “inizieremo un tavolo perché quell’emendamento inizi un percorso che lo porti al decreto Sostegni 2″ e “abbiamo avuto garanzie importanti da parte del governo perché questo tema non venga accantonato“.
Il M5s alla fine voterà quindi la fiducia, come ha confermato lo stesso Licheri, ma ripresenterà l’emendamento sulle cessione del credito del superbonus imprese nel decreto sostegni 2. Restano invece gli strascichi di un altro scontro tra le forze che sostengono il governo Draghi. Togliere il superbonus “è una decisione incomprensibile e immotivata”, ha detto ancora il capogruppo M5s. Fonti di Italia Viva, parlando alle agenzie, replicano: “Ci sono alcuni partiti di maggioranza, i grillini in primis, che si comportano come le ‘vedove di Conte‘ ed ogni giorno minacciano di non votare la fiducia o ricattano Draghi su questo o su quel provvedimento: oggi è il Dl Sostegni, domani ci sarà un altro motivo per alzare un muro senza confrontarsi nel merito delle questioni”.
Le divisioni interne alla maggioranza alimentano anche le proteste di Fratelli d’Italia, che nel pomeriggio ha abbandonato la commissione Bilancio: “Li abbiamo lasciati arrovellarsi su un emendamento cassato dalla Ragioneria di Stato e questo spiega il ritardo nei lavori”, ha detto il senatore di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, alla ripresa dell’Aula. “Questa maggioranza, nonostante il suo consenso quasi bulgaro, ancora si arrovella su un emendamento e non trova la quadra, lasciando noi bloccati da oltre un’ora con continui rimandi”. Fratelli d’Italia aveva anche minacciato di occupare i banchi del governo se l’esame nell’aula del Senato non fosse ripreso alle ore 17.
La Ragioneria dello Stato ha chiesto lo stralcio del superbonus per le aziende ritenendo che la norma abbia “potenziali rilevanti effetti sulla finanza pubblica“. “Gli effetti finanziari – viene spiegato – potrebbero essere particolarmente significativi per quei crediti che, come industria 4.0, prevedono una fruizione in quote annuali, perché l’impatto sul deficit sarebbe anticipato interamente al primo anno di utilizzo, indipendentemente dall’effettivo utilizzo in compensazione”. Anche alla luce di questo, spiega la Ragioneria, “non è possibile, allo stato, assentire proposte di estensione della cedibilità ad altre tipologie di crediti“.
Politica
Sostegni, via libera al Senato con la fiducia. Tolto il superbonus per aziende, protesta M5s: “Lo ripresentiamo nel decreto bis”
Il provvedimento ha ottenuto il primo ok a Palazzo Madama con 207 voti favorevoli, 28 contrari e 5 astensioni. Il via libera definitivo alla Camera deve arrivare entro il 21 maggio. Altra giornata di tensioni interne alla maggioranza, con i 5 stelle che hanno minacciato "una riflessione su quello che sarà il voto alla fiducia". Poi hanno ottenuto "garanzie" che il superbonus sarà inserito nel prossimo dl. Ora sono i renziani a parlare di veti: "Vedove di Conte". Di Nicola tra gli astenuti, come annunciato, per il "solito condono"
L’aula del Senato ha confermato la fiducia al governo sul decreto Sostegni, con 207 voti favorevoli, 28 contrari e 5 astensioni. Un mese e mezzo dopo il via libera del Consiglio dei ministri, il testo dovrà ora essere approvato dalla Camera entro la scadenza del 21 maggio: a Montecitorio l’esame è previsto per lunedì 17 e anche in questo caso il governo porrà la fiducia. Palazzo Mdama ha quindi dato il suo sì al maxi-emendamento che recepiva le modifiche apportare al provvedimento in commissione Bilancio e Finanze. Nell’Aula e in commissione, però, è stata un’altra giornata di tensioni interne alla maggioranza, con il Movimento 5 stelle che è arrivato a minacciare “una seria riflessione su quello che sarà il voto alla fiducia”. Il motivo? Con le valutazioni della Ragioneria dello Stato è sparito dal decreto il cosiddetto superbonus per le aziende. “Quello che è stato fatto in commissione non lo possiamo accettare” ma il M5s “non ritrae la mano”, quindi “da domani il superbonus delle aziende lo ripresenteremo per il decreto sostegni 2“, ha detto Ettore Licheri, capogruppo dei Cinquestelle al Senato, intervenendo in Aula.
Alla fine il M5s ha votato la fiducia, ottenendo però “garanzie importanti da parte del governo perché questo tema non venga accantonato“. Il senatore del M5s Primo Di Nicola, invece, ha deciso di astenersi. Come annunciato già da settimane, in aula a Palazzo Madama ha spiegato la ragione del mancato sì con “il solito condono“, che provoca” per la prima volta anche un danno alle casse pubbliche, almeno 700 milioni di euro”. Dunque, “i partiti si ingraziano gli evasori per ottenerne i voti”, ma “vincete lanciando un messaggio devastante di ingiustizia al Paese, che tanto prima o poi arriva il condono”, ha detto Di Nicola. Il riferimento è alla cancellazione delle vecchie cartelle fino al 2010, con un reddito Irpef che non superi i 30mila euro: un provvedimento che lo stesso premier Mario Draghi ha definito “un condono”.
LA GIORNATA
I lavori sono stati sospesi più volte, per cercare appunto una mediazione: il M5s infatti ha preteso che il ministro dell’Economia, Daniele Franco, si impegnasse a far rientrare la cessione del credito di imposta nell’acquisto dei beni strumentali relativamente al Piano Transizione 4.0 (il superbonus per le aziende) tra le misure del decreto Sostegni bis. La misura, voluta dal M5s, è condivisa da tutti i partiti di maggioranza: nessuno però vuole rinviare il voto a venerdì. “Le nostre imprese hanno necessità di liquidità“, ma “abbiamo constatato che tra la serata di ieri e la mattinata di oggi, l’emendamento che concerneva la cedibilità dei crediti di imposta delle imprese nella vendita dei beni strumentali nell’ambito del piano Transizione 4.0, ha incontrato il parere contrario della Ragioneria dello Stato”, ha detto in Aula il capogruppo M5S Licheri. Venerdì “inizieremo un tavolo perché quell’emendamento inizi un percorso che lo porti al decreto Sostegni 2″ e “abbiamo avuto garanzie importanti da parte del governo perché questo tema non venga accantonato“.
Il M5s alla fine voterà quindi la fiducia, come ha confermato lo stesso Licheri, ma ripresenterà l’emendamento sulle cessione del credito del superbonus imprese nel decreto sostegni 2. Restano invece gli strascichi di un altro scontro tra le forze che sostengono il governo Draghi. Togliere il superbonus “è una decisione incomprensibile e immotivata”, ha detto ancora il capogruppo M5s. Fonti di Italia Viva, parlando alle agenzie, replicano: “Ci sono alcuni partiti di maggioranza, i grillini in primis, che si comportano come le ‘vedove di Conte‘ ed ogni giorno minacciano di non votare la fiducia o ricattano Draghi su questo o su quel provvedimento: oggi è il Dl Sostegni, domani ci sarà un altro motivo per alzare un muro senza confrontarsi nel merito delle questioni”.
Le divisioni interne alla maggioranza alimentano anche le proteste di Fratelli d’Italia, che nel pomeriggio ha abbandonato la commissione Bilancio: “Li abbiamo lasciati arrovellarsi su un emendamento cassato dalla Ragioneria di Stato e questo spiega il ritardo nei lavori”, ha detto il senatore di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, alla ripresa dell’Aula. “Questa maggioranza, nonostante il suo consenso quasi bulgaro, ancora si arrovella su un emendamento e non trova la quadra, lasciando noi bloccati da oltre un’ora con continui rimandi”. Fratelli d’Italia aveva anche minacciato di occupare i banchi del governo se l’esame nell’aula del Senato non fosse ripreso alle ore 17.
La Ragioneria dello Stato ha chiesto lo stralcio del superbonus per le aziende ritenendo che la norma abbia “potenziali rilevanti effetti sulla finanza pubblica“. “Gli effetti finanziari – viene spiegato – potrebbero essere particolarmente significativi per quei crediti che, come industria 4.0, prevedono una fruizione in quote annuali, perché l’impatto sul deficit sarebbe anticipato interamente al primo anno di utilizzo, indipendentemente dall’effettivo utilizzo in compensazione”. Anche alla luce di questo, spiega la Ragioneria, “non è possibile, allo stato, assentire proposte di estensione della cedibilità ad altre tipologie di crediti“.
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Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.