Sul posto sono subito state inviate un'ambulanza e un'automedica, ma i medici non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. L'episodio è avvenuto intorno alle 10 del mattino in un cantiere di via Canoca a Pagazzano, nella bassa Bergamasca. I sindacati: "Ancora una volta registriamo come il settore dell’edilizia sia il comparto più esposto e rischioso. Si muore ancora come 50 anni fa, anche sui cantieri. E' inaccettabile"
Un operaio di 46 anni è morto mentre stava lavorando in un cantiere a Pagazzano, nella Bassa bergamasca. L’uomo è rimasto schiacciato da una lastra di cemento armato che è caduta dall’alto. Sul posto sono subito state inviate un’ambulanza e un’automedica, ma i medici non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. L’episodio è avvenuto intorno alle 10 del mattino in un cantiere di via Canoca. La vittima si chiamava Maurizio Gritti, aveva 46 anni (tra due giorni ne avrebbe compiuti 47) e abitava a Calcinate: lascia la moglie e due figli. L’uomo è morto sul colpo, schiacciato mentre stava lavorando per posizionare una lastra di cemento armato detta in termine tecnico ‘bocca di lupo’. Il manufatto si sarebbe però staccato dalla gru che lo stava sollevando, colpendolo. “E’ caduto e lo ha schiacciato sul colpo” ha raccontato al TgR Lombardia lo zio che si trovava con lui nel cantiere dove sono in costruzione alcune villette a schiera. Il corpo è stato composto nella camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo al termine dei rilievi di Ats Bergamo.
La morte di Gritti ha causato una dura presa di posizione dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, che hanno annunciato uno sciopero del settore edile per due ore nella giornata di mercoledì 12 maggio, a livello provinciale bergamasco. È previsto anche un presidio dalle 16 alle 17 davanti alla Prefettura di Bergamo. “Al Prefetto chiederemo di intervenire presso il Governo perché venga riattivato subito il Tavolo della Salute e della Sicurezza costituito presso il ministero del Lavoro”, dichiarano Luciana Fratus della Fillea-Cgil, Simone Alloni della Filca-Cisl e Giuseppe Mancin della Feneal-Uil di Bergamo. “Lo diciamo da anni, basta, è inaccettabile che un lavoratore muoia in questo modo – proseguono i sindacati -. Ancora una volta registriamo come il settore dell’edilizia sia il comparto più esposto e rischioso. Si muore ancora come 50 anni fa, anche sui cantieri: per cadute dall’alto, schiacciamento e movimentazione dei materiali sono le principali cause di infortunio. La positiva ripresa produttiva del settore dell’edilizia anche nella nostra provincia non può corrispondere, tragicamente, a un aumento degli infortuni o alla mancata attenzione al tema della sicurezza nei cantieri”.