La dieta è parte integrante della nostra vita: c’è chi è sempre a dieta e chi invece si mette a “stecchetto” solo quando vede la prova costume all’orizzonte. Il mondo del fitness, e quindi anche dei regimi alimentari più vari, nel biennio pandemico si è riorganizzato in modo tempestivo e rimane uno dei settori più floridi puntando sempre più su un marketing iper-aggressivo in fatto di diete, integratori e programmi di allenamento.
Il 6 maggio però si vuole lanciare un messaggio e fermare anche solo per 24 ore la frenetica, utopica e continua ricerca del fisico perfetto. Proprio per questo è stato indetto il “No Diet Day” il giorno senza dieta in cui si possono mangiare cibi gustosi e molto calorici.
Nato nel 1992 grazie a Mary Evans Young, ragazza inglese fondatrice dell’associazione Diet Breakers, vittima di bullismo a scuola a causa del suo peso – è uscita dopo anni dal tunnel dell’anoressia – in epoca dove la problematica bullismo non era ancora così sensibile e recepita dalla collettività.
Il 6 maggio infatti, dietro la rottura per un giorno della dieta, si promuove l’accettazione del proprio corpo in tutte le forme e diversità, soprattutto quelle con qualche chilo in più che oggi prende il nome di body positive. La giornata internazionale senza dieta promuove e invita all’adozione di uno stile di vita sano, affidandosi a dei medici professionisti e prendendo coscienza del fatto che le diete drastiche e fai da te sono spesso dannose per l’organismo, insostenibili nel lungo periodo e non producono effetti soddisfacenti.
Ultima ma assolutamente non per ordine di importanza, il No Diet Day ricorda tutte le vittime causate da patologie legate a un’alimentazione scorretta e tutte quelle purtroppo rimaste sotto i ferri nel tentativo di rimuovere una grande massa grassa che ne comprometteva la deambulazione e l’ordinaria vita sociale in mezzo alla collettività.
Come viene spiegato egregiamente all’interno del documentario Fed Up – uscito nel 2014 ad opera della regista Stephanie Soechtig sulle menzogne dell’industria alimentare – le persone nate dopo il 1980 hanno aspettative di vita inferiori ai propri genitori; ma soprattutto il 2014 è stato l’anno in cui per la prima volta nella storia dell’uomo sono morte più persone per patologie legate ad un’alimentazione scorretta che di fame.
Un dato talmente allarmante che ha portato all’istituzione di giornate come quella del “No Diet Day” che, nello specifico, ha due compiti: uno psicologico di accettazione e l’altro biologico di spiegazione su quali e quanti cibi introdurre nella propria dieta e quali effetti hanno nel nostro corpo. Perché la salute e il benessere o meno di una persona non è e soprattutto non deve essere assolutamente solo ciò che riflette lo specchio.