La presidente della commissione Ue, intervenendo al convegno sullo Stato dell’Unione 2021 organizzato dall’Istituto Universitario Europeo di Firenze, ha parlato delle prime fasi dell'emergenza sanitaria e ha riconosciuto il ruolo dell'Italia nello smuovere gli Stati membri alla solidarietà. Mentre per il futuro ha aperto alla proposta del presidente Biden sulla deroga alla proprietà intellettuale per i vaccini
“Mi ricordo bene l’inizio della pandemia e l’appello dell’Italia all’Europa. Gli italiani chiesero la solidarietà ed il coordinamento dell’Europa. L’Italia aveva ragione. l’Europa doveva intervenire. E questo è quello che abbiamo fatto”. La presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, intervenendo al convegno sullo Stato dell’Unione 2021 organizzato dall’Istituto Universitario Europeo di Firenze, ha riconosciuto il ruolo del nostro Paese nella prima fase dell’emergenza sanitaria. E la necessità di intervenire a sostegno degli Stati membri per affrontare la congiuntura eccezionale. Parlando invece del futuro, la presidente ha risposto a distanza all’apertura del presidente Usa Joe Biden che nelle scorse ore si è detto disponibile alla liberalizzazione dei brevetti dei vaccini: “L’Ue è pronta a discutere qualsiasi proposta che affronti la crisi” del Covid “in modo efficace e pragmatico. Questo è il motivo per cui siamo pronti a discutere di come la proposta degli Stati Uniti per una deroga alla protezione della proprietà intellettuale” dei brevetti “per i vaccini Covid potrebbe aiutare a raggiungere tale obiettivo”. E secondo fonti Ue, riportate dall’agenzia Ansa, la deroga sarà discussa al summit informale dei leader Ue di Oporto, nel fine settimana.
La svolta di Biden sul libero accesso per tutti ai brevetti sui vaccini è un importante passo in avanti. Anche l’Europa deve fare la sua parte. Questa pandemia ci ha insegnato che si vince solo insieme.
— Roberto Speranza (@robersperanza) May 6, 2021
Von der Leyen in generale ha difeso la campagna di vaccinazione europea: “E’ un successo”, ha detto. “Quello che conta sono le ferme e crescenti consegne di vaccini agli europei e al mondo. Ad oggi 200 milioni di vaccini sono stati distribuiti nell’Ue. Sono abbastanza per vaccinare almeno la metà della popolazione adulta europea almeno una volta. Né Cina o Russia, si avvicinano minimamente”. E ha aggiunto: “Qualcuno potrebbe dire che Paesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito sono stati più veloci all’inizio” sulle vaccinazioni. “Ma io dico: l’Europa ha ottenuto” il suo successo, “rimanendo aperta al mondo. Mentre altri tengono per sé la produzione di vaccini, l’Europa è il principale esportatore di vaccini a livello mondiale. Finora, più di 200 milioni di dosi di vaccini prodotti in Europa sono state spedite nel resto del mondo. L’Europa esporta quasi la stessa quantità di vaccini che fornisce ai propri cittadini – ha detto -. Per essere chiari, l’Europa è l’unica regione democratica al mondo che esporta vaccini su larga scala”.
La presidente della commissione Ue ha quindi parlato dell’Italia e in particolare di Firenze e di una figura simbolica come Don Lorenzo Milani: “Non ci potrebbe essere città migliore” per l’incontro sullo Stato dell’Unione. Firenze è la città del Rinascimento, il posto dove tutto è iniziato” dopo il Medioevo. “E da Firenze si è diffuso lo spirito” del Rinascimento. “La storia d’Europa è una storia di rinascimenti”, ha detto in italiano. “Dopo ogni crisi è venuta una storia di rinascimenti. Questa è nostra responsabilità”. E ha continuato: “A pochi chilometri da Firenze c’è un paesino, Barbiana, dove don Lorenzo Milani sul muro della scuola scrisse in inglese ‘I care’. Lui disse agli studenti che quelle erano le due parole più importanti da imparare. ‘I care’ significa assumere responsabilità. Gli europei hanno dimostrato con le loro azioni cosa significa. Questo deve essere il motto dell’Europa. ‘We care‘”. Infine, a proposito dei prossimi appuntamenti che riguardano l’Italia, ha aggiunto: “Con Draghi a Roma” il 21 maggio “ospiteremo il vertice sulla Salute. Dobbiamo muoverci da soluzioni ad hoc sulla pandemia ad un sistema che funzioni per tutto” il mondo. “Vogliamo discutere di cooperazione internazionali. Il nostro rinascimento sulla Salute inizia a Roma”.