Finita la cassa integrazione è arrivato il licenziamento. Come i 113 lavoratori della Bekaert di Figline Valdarno, in provincia di Firenze, temevano da mesi. Terminato il periodo coperto dalla cassa integrazione straordinaria legata al Covid, gli operai dell’azienda toscana hanno ricevuto il telegramma con cui viene comunicata la decisione di licenziarli “alla luce dell’assenza di un progetto di reindustrializzazione della fabbrica”. Al tavolo tecnico istituito dal ministero dello Sviluppo Economico dello scorso lunedì, Bekaert si era rifiutata di accettare le richieste fatte dalle istituzioni e dai sindacati di prolungare la Cig almeno fino al 24 giugno, così da guadagnare ancora qualche giorno.

I parlamentari del Pd Dario Parrini, Caterina Biti, Laura Cantini, Luca Lotti, Alessia Morani, Filippo Sensi e il sindaco di Firenze Dario Nardella hanno commentato in una nota: “La mannaia della Bekaert è calata, una decisione irresponsabile che contrasteremo in ogni sede. Il Governo e la Regione sono chiamati a uno sforzo straordinario perché un simile comportamento non possa passare e perché i processi di reindustrializzazione dell’area e di sostegno e accompagnamento dei lavoratori lasciati per strada procedano speditamente. Non è accettabile giocare sulla vita delle persone e delle famiglie in questo modo. È un pessimo segnale a livello nazionale che la Toscana e l’Italia non possono accettare in alcun modo”.

Il risultato è stata la notifica di licenziamento giunta oggi ai lavoratori. Sembra così chiudersi la vicenda iniziata con una vertenza il 22 giugno 2018, quando l’azienda comunicò alla Rsu (l’organismo collettivo rappresentativo di tutti i lavoratori) la decisione di delocalizzare in Romania e chiudere l’ex stabilimento Pirelli in capo all’azienda, quello dedicato alla produzione del cosiddetto steelcord, il cordino d’acciaio utilizzato per gli pneumatici. Allora i dipendenti dell’azienda erano 318.

L’anno dopo è stata attivata la cassa integrazione straordinaria per “cessazione di attività“. Da allora i tentativi di trovare un investitore interessato a rilevare il sito sono falliti. L’unica proposta ad oggi sul tavolo, che però necessita di tempi medio-lunghi per essere realizzata, è quella che riguarda la creazione di una nuova filiera dell’acciaio in tandem con le acciaierie di Piombino di Jsw Steel Italy.

In queste stesse ore si è aperta la procedura di mobilità, che segue alcuni anni di Cig straordinaria, anche per i 1.200 lavoratori ancora della ex Mercatone Uno, reduce da un doppio fallimento. Secondo quanto riporta la stampa locale, i commissari hanno comunicato ai sindacati l’avvio della procedura: il prossimo 23 novembre sarà l’ultimo giorno di cassa integrazione per i lavoratori in della società di mobili e prodotti per la casa, a cui seguirà la Naspi. Fino ad allora “è stato garantito che si farà tutto il possibile perché i lavoratori trovino un altro impiego, anche attraverso l’Anpal”, ha spiegato Alessandro Atzeni della Filcams-Cgil di Bologna.

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