Andiamo con ordine.
Il video di Report sull’incontro tra Renzi e Marco Mancini in autogrill per me è degno di essere annoverati fra i peggiori servizi pubblici della storia della televisione italiana. Ma non per le cose già ampiamente dette in questi giorni ma per un concetto di fondo che Report insinua anche esplicitamente nel proprio servizio, ossia, mettere in cattiva luce chi ricopre un ruolo nei servizi segreti.
Un termine che oramai è abusato e anacronistico, perché di segreto in alcuni casi non c’è nulla. Visto che molti nomi di agenti sono ormai pubblici. Si parla di servizi segreti e di 007 come se dette persone siano completamente estranee alla nostra società e alle nostre istituzioni.
Ma è bene ricordare che le nostre donne e i nostri uomini dei vari “servizi segreti” svolgono un ruolo e dei compiti fondamentali per la nostra nazione. Ruoli delicatissimi e ricchi di sacrifici personali e familiari. Poi è ovvio che eventuali mele marce ci sono in tutte le categorie. Ma dipingere in generale i servizi segreti come qualcosa di losco o di fosco non aiuta a capire la realtà della situazione e soprattutto il vero servizio che rendono alla nazione.
A quanto sappiamo oggi Marco Mancini è un dirigente del DIS, ossia Dipartimento delle informazione per la sicurezza. Il DIS è l’organo di cui si avvalgono il Presidente del Consiglio dei ministri e l’Autorità delegata per l’esercizio delle loro funzioni e per assicurare unitarietà nella programmazione della ricerca informativa, nell’analisi e nelle attività operative di AISE e AISI.
Insomma, ruoli istituzionali molto importanti e delicati.
Per questo motivo, parlare in generale dei servizi segreti e/o di Marco Mancini come una figura oscura o chissà cosa è veramente inconcepibile per tante ragioni e risvolti.
Questo concetto è fondamentale per capire la psicologia del video di Report e il modo di fare informazione o in molti casi completa disinformazione o quantomeno non corretta. Perché dipingere un uomo di Stato, come 007 o dei servizi segreti in maniera dispregiativa e poco trasparente fa insinuare nei cittadini il tarlo di cose poco pulite e magari “illegali”: per tale motivo principale, ritengo il servizio di Report subdolo e inconsistente. Questo il doveroso preambolo. Anche perché è fondamentale per quella che ritengo la corretta ricostruzione dei fatti.
Renzi ha incontrato, su sua richiesta, un dirigente del Dipartimento delle informazione per la sicurezza. Lo ha fatto in autogrill per caso perché doveva incontrarlo lo stesso giorno nel proprio ufficio. Dipingere questo incontro losco o chissà altro è semplicemente frutto del concetto distorto delle funzioni e dei ruoli istituzionali esistenti. Migliaia di incontri avvengono tra politici, dirigenti, funzionari e semplici cittadini e grazie a dio esiste ancora la libertà di incontrare le persone, la libertà di espressione e di parola e riservatezza.
Voler accostare un ruolo dei Dirigenti del DIS a qualcosa di sporco o parastatale è un danno alla corretta informazione e al rispetto che meritano queste persone. Anche perché, è facilmente ipotizzabile che gli uomini della scorta di Mancini si siano accorti delle riprese fatte durante l’incontro con Renzi. Difficile non vedere, per come lo ha raccontato Report, una donna che riprende mentre il padre entra ed esce dal bagno dell’autogrill. Il tutto in un’area molto circoscritta e pubblica.
Insomma, è chiaro che i problemi del servizio di report siano altri. Di certo il nodo non è l’incontro istituzionale fra Renzi e Mancini. Mancini che in quel periodo dipendeva da Giuseppe Conte. Di certo il problema non può essere il ruolo di Mancini e nemmeno l’autogrill.
Per me le vere domande sono altre.
Chi realmente ha ripreso Renzi o chi voleva invece riprendere Mancini?
La storiella della professoressa ingenua che per caso riprende non regge. E qui poi si vedrà la verità e si capiranno i veri motivi delle riprese. Ma l’attenzione se si vuole parlare dei Servizi segreti allora dovrà essere spostata su Conte e sui motivi della sua ostinazione a tenere la delega per sé. E si dovrà riprendere in mano l’editoriale di Giannini del 17 gennaio sulla Stampa in cui paventava un coinvolgimento di uomini dei servizi segreti per il reclutamento dei famosi responsabili per sostenere Conte a Palazzo Chigi. Su questo si dovrà indagare.
Usare Renzi sempre e comunque per gettare fango e distrazione di massa ha francamente stufato. E se Conte è finalmente andato a casa non è certo per un incontro tra Renzi e Mancini in autogrill ma per i demeriti di un governo basato solo sulla finzione e la demagogia.
Meno male che Draghi ora c’è.