Secondo la Protezione Civile “non è ancora possibile escludere la possibilità” che alcuni frammenti del razzo cinese ‘Lunga marcia 5B‘ possano cadere sul territorio italiano. Nella nota ufficiale diramata dal Dipartimento, dopo la riunione tenutasi ieri sera con i vertici dell’Agenzia spaziale italiana, un membro dell’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, assieme ad altri rappresentanti delle istituzioni, l’ipotesi – per quanto remota – esiste ancora. Stando alle previsioni fatte dagli scienziati, il rientro incontrollato del missile è previsto per domenica 9 maggio e, come precisa Daria Guidetti, astrofisica e divulgatrice scientifica, “solo il territorio nazionale a sud di Roma potrà essere eventualmente coinvolto dal rientro”.
“Secondo i dati attuali, – spiega la Guidetti nel suo articolo sul notiziario dell’Istituto Nazionale di Astrofisica – il Lunga Marcia sta percorrendo un’orbita molto bassa, che copre un intervallo di quote fra circa 150 km e 300 km attorno al nostro pianeta, a una velocità di circa 8 km/s. Come accade per tutti gli oggetti in orbita bassa, l’atmosfera terrestre si fa sentire con un’azione frenante: il Lunga Marcia perderà progressivamente velocità e raggiunta una quota pari a circa 80 km verrà surriscaldato e frantumato, trasformandosi in una serie di meteore. Tuttavia, alcuni componenti potrebbero resistere alle alte temperature del rientro e arrivare a toccare la superficie terrestre“.
Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha definito “estremamente basso” il rischio che il razzo, lanciato il 29 aprile per inviare nello spazio il primo modulo della stazione spaziale cinese Tianhe-1, possa provocare danni sulla Terra. “La gran parte dei componenti – aggiunge – saranno distrutti durante il rientro nell’atmosfera e la probabilità di causare danni alle attività o alle persone a terra è estremamente bassa”.
Nel frattempo Gianluca Masi, astrofisico e responsabile del Virtual Telescope, ha scattato la prima foto del razzo, che potrà essere utile per provare a capire di quale entità siano i detriti che potrebbero cadere sulla Terra. L’istantanea è stata ottenuta con uno dei telescopi robotici del progetto Virtual Telescope, installato a Ceccano (Frosinone). “Lo strumento ha puntato il razzo e lo ha inseguito tra le stelle – dice Masi – mentre si spostava assai rapidamente: l’impresa è riuscita proprio grazie alle avanzate tecnologie implementate sugli strumenti completamente automatizzati del Virtual Telescope Project, in questo una struttura unica al mondo”. Utilizzando la stessa tecnologia l’astrofisico ha organizzato l’osservazione in diretta di uno dei passaggi del relitto spaziale a partire dalle 4.20 dell’8 maggio
Il calcolo più aggiornato rispetto all’atterraggio, basato sui dati del Comando di Difesa Aerospaziale del Nord-America (Norad) e fornito dal sito Space-Track.org, indica al momento il rientro nell’atmosfera alle ore 01:13 italiane del 9 maggio: un orario destinato a cambiare e ad aggiornarsi ulteriormente nelle prossime ore, con la progressiva riduzione del margine di incertezza